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Escursionismo : Un anello per il rifugio Vaccarone dal colle del Piccolo Moncenisio
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 31/07/12 17:10
Notizia riferita al: 30/07/12
Letture: 7021

Un anello per il rifugio Vaccarone dal colle del Piccolo Moncenisio

Località di partenza: Colle del Piccolo Moncenisio mt.2183
Dislivello: mt. 600 c.ca. considerando che ci sono alcune modeste risalite.
Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia – Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

Dopo molti anni di chiusura il rifugio Vaccarone, ampliato e ristrutturato, ha finalmente riaperto ed ora è a disposizione di quanti vogliano raggiungerlo per programmare un’escursione o una traversata nella zona. Per l’occasione mi è sembrato giusto proporre i tre itinerari che solitamente si fanno per salire sin lassù: dalla val Clarea, dalla Grange della Valle ed infine dal colle del Piccolo Moncenisio. Dei tre, quest’ultimo è certamente il meno faticoso, perché si parte già in quota, e di sicuro il più panoramico. Dal colle si percorre lungamente lo stupendo vallone de Savine, sino al grande lago. Raggiunto il col Clapier la vista s’apre sulla cerchia di monti che vanno dalla Punta Ferrand ai Denti d’Ambin con la magnifica, spettacolare sottostante ampissima conca che, salendo al rifugio Vaccarone e scendendo, si attraversa due volte, per sentieri diversi. Tornando, volendolo, si può passare per i laghi del Giaset e poi scendere al colle del Piccolo Moncenisio per i laghi Perrin. Anche questa zona è di una straordinaria bellezza paesaggistica e punto panoramico sui monti, aprendosi la vista sui valloni de Savine e d’Ambin e sulla impareggiabile cerchia di monti che fanno da corona a queste valli.

Giunti a Susa si prosegue lungo la statale n° 25 del Moncenisio. Superato Giaglione, con alcuni tornanti e un lungo traverso ascendente la strada raggiunge prima Barcenisio, più avanti il Piano di S. Nicolao oltre il quale si affrontano i tornanti delle Scale che portano al grande piazzale dove sorge l’hotel Malamot. In territorio francese la strada costeggia lungamente il grande lago, sino al termine, nel punto in cui si trova l’indicazione per il rifugio del Piccolo Moncenisio prima che la Route Nationale scenda nella valle dell’Arc. Qui giunti si prende a sinistra la strada che s’abbassa verso il lago per poi affrontare il lungo tratto che porta al colle del Piccolo Moncenisio. A tratti stretta, ma sempre asfaltata, s’inoltra lungamente quasi in piano raggiungendo il colle dove si può lasciare l’auto nello spiazzo dove termina, subito dopo l’alpeggio.
In quanto a segnaletica, da qui e per tutto il percorso, i francesi hanno fatto le cose per bene. I sentieri di solito, sono segnati di giallo, come giallo è il colore dei cartelli, almeno quelli più recenti, oppure bianchi, trovandoli puntuali ad ogni bivio con le destinazioni, le altitudini ed i tempi di percorrenza decisamente affidabili.
Subito trovando le indicazioni per i lacs Perrin, il lac de Savine ed il col Clapier e, poco più su, anche quella per il rifugio Vaccarone, la strada che si prende, dal fondo alquanto disastrato, sale con alcune svolte per poi portarsi in direzione del grande vallone de Savine raggiungendo il casotto di legno, dove si prosegue, tralasciando il sentiero che scende nel vallone d’Ambin, così trovando, poco dopo, lo sbarramento di presa che preleva l’acqua del rio per portarla al grande lago del Moncenisio. Qui la strada si trasforma nel sentiero che s’addentra lungamente nella valle attraversando i grandi piani dove si trovano i ruderi delle grange de Savine. Proseguendo, sempre paralleli al rio, si incrocia il bivio segnalato per i laghi Perrin, dove si continua ancora lungamente alternando brevi tratti in piano ad altri dove si sale, sempre di poco, raggiungendo, più avanti, prima il bivio per i laghi Giaset e poi il grande lago de Savine, specchio d’acqua molto esteso. La traccia, sempre ben evidente, prosegue in direzione del col Clapier incontrando per via il bivio per il rifugio Avanzà. Al colle troviamo altre indicazioni, questa volta italiane: quella per scendere in val Clarea, e quella per il ricovero del Gias ed il rifugio Vaccarone, che si prende. Alle segnature gialle si aggiungono ora quelle biancorosse, che segneranno il cammino sino al rifugio, trovandole anche lungo la “Variante” GRV di ritorno. Per intanto, aggirato un modesto rilievo e superato un breve tratto dove occorre stare attenti, si affronta poi il tratto discendente verso la sottostante grande radura. Volendolo si può anche scendere al ricovero del col Clapier, posto poco sotto, per poi risalire e proseguire. Giunti quasi al fondo, nel punto in cui si trovano altre indicazioni, trascurata la variante per la quale si tornerà, si segue la traccia per il ricovero del Gias, il rifugio Vaccarone e il passo Clopacà. Scesi all’ampia radura e guadato il rio, si sale traversando per i pascoli oltre i quali la traccia diventa più evidente. Risalendo per un tratto si scende poi alla conca posta sotto una bastionata rocciosa, dove ancora si prosegue sino al punto, segnalato da un grosso ometto, dove si stacca il sentiero che scende verso il fondo dove scorre il rio Clarea. Si continua invece diritti con un tratto ascendente che porta a delle strane rocce che altro non sono che grossi blocchi di calcestruzzo di un bunker fatto saltare, affrontando poi le ripide svolte che portano ad un canalino che occorre risalire con una certa attenzione, specie se c’è neve, raggiungendo infine, alla sommità, un grosso pilastrino di pietre ben sistemate.
I posti che qui si attraversano sono di una straordinaria bellezza: radure, conche, ruscelli, rocce, cime si alternano col mutare continuo del paesaggio. Al pilastrino è segnalato il rifugio Vaccarone a 25 minuti. Risalendo a svolte una dorsale e poi un ripido pendio si raggiunge, più sopra, il notevole ricovero del Gias oltre il quale si percorre il salita la valletta dove alla sommità sorge il rifugio Vaccarone, mt. 2741 che si raggiunge. Da poco riaperto dopo anni di chiusura, ristrutturato ed ampliato, è ora a disposizione di quanti vogliano lì fermarsi per poi fare un’ascensione sulle cime, oppure una traversata.
4 ore e 30 minuti c.ca dal colle del Piccolo Moncenisio.
Si ritorna per la “Variante GRV”. E’ un sentiero riservato a escursionisti esperti, almeno il primo tratto. S’inoltra in piano dietro il rifugio raggiungendo subito una dorsale oltre la quale si comincia a scendere decisi un lungo, ripido canalino-cengia, con molti salti, ora attrezzato opportunamente con delle funi che aiutano e facilitano il transito. Nulla di particolare, ma bisogno stare attenti anche se non c’è esposizione. Poi, le ripetute, infinite svolte sottostanti il canalino, per rocce rotte e sfasciumi, permettono di scendere al fondo e raggiungere una prima conca e poi il rio che si attraversa. Il sentiero è sempre ben segnato di giallo, di biancorosso, con segni assai ravvicinati dove diventa impossibile sbagliare; anche i numerosi ometti, ben predisposti, aiutano non poco. Così continuando si perviene ad una seconda più ampia radura passando sotto la cascata, posta sotto i Denti d’Ambin, raggiungendo al termine del piano le indicazioni già trovate salendo. Come detto, questi posti sono di una bellezza impareggiabile, unica, specie se attraversati in una splendida giornata d’estate. Le cime, poi…
Si risale per un tratto e ripercorrendo la strada già fatta si raggiunge in breve di nuovo il col Clapier.
Non resta che proseguire in senso inverso transitando per il lago de Savine e, incrociando tutti i bivi già incontrati, ritornare infine al colle del Piccolo Moncenisio.
3 ore e 30 minuti dal rifugio Vaccarone.

VARIANTI: L’itinerario qui proposto è già di per sé lungo ed impegnativo. Avendo del tempo in più a disposizione e volendolo, si può, ritornando, salire dal vallone de Savine ai laghi del Giaset per scendere poi al colle del Piccolo Moncenisio transitando per i laghi Perrin.
Oppure più semplicemente, poco prima dei ruderi delle grange di Savine, salire direttamente di qui ai due laghi Perrin per poi da questi scendere al colle.
I due itinerari, molto frequentati, sono ben segnati e segnalati; nel primo caso si allunga di c.ca 45 minuti, mentre nel secondo di una ventina di minuti attraversando altri incantevoli luoghi.




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