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Escursionismo : Un anello per la Punta Cerisira, la campana presso la Gran Guglia ed il rifugio del lago Verde
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 10/07/12 18:08
Notizia riferita al: 09/07/12
Letture: 1453

Un anello per la Punta Cerisira, la Campana presso la Gran Guglia ed il rifugio del lago Verde

Località di partenza: Bout du Col mt. 1730
Dislivello complessivo: mt. 1150
Tempo complessivo: 6 ore c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone
Fraternali Editore

La Punta Cerisira è una bella, panoramica cima a cavallo tra la val Germanasca e la val Pellice e può essere facilmente raggiunta da entrambi i versanti. In questo caso, lasciata l’auto a Bout du Col sopra Prali, si prende l’ampia e frequentata traccia per il rifugio del lago Verde che più su si abbandona per quella militare che collega la caserma di Pian Littorio (Freibougio) con il ricovero costruito appunto sulla cima della Punta Cerisira, oggi tutti e due ridotti in ruderi. Ridiscesi ci si immette sul sentiero che collega la conca dei 13 laghi al rifugio del lago Verde salendo al traliccio che regge la campana posta a ricordo dei caduti della montagna raggiungendo in breve il colletto della Gran Guglia da dove si scende al rifugio posto accanto al lago. Si ritorna infine a Bout du Col stando sulla traccia che normalmente si percorre per salire al rifugio, oppure praticando la variante di cui al fondo.

Giunti a Prali in valle Germanasca, oltrepassato il ponte sul torrente posto all’inizio del paese, si prende subito a destra la strada che proseguendo parallela al corso d’acqua passa davanti all’ampio parcheggio della seggiovia trasformandosi più avanti in sterrato. Toccando al fondo i casolari di Ribba, fatta la svolta si porta con due lunghe diagonali ascendenti alla Coucetto, un colletto che immette nell’ampio pianoro di Bout du Col, dove si può lasciare l’auto nei pressi del nuovo alpeggio.
La strada prosegue ancora per un po’, diventando subito l’ampia traccia che sale inoltrandosi nel bosco di larici, per macchie di rododendri e piccole radure, alternando tratti ripidi con altri a minore pendenza, così guadagnando un caratteristico colletto stretto tra le rocce detto Eitrangoulooou. Poco dopo, dove sorgono alcune indicazioni, si lascia la traccia che prosegue verso il piano di Freibougio ed il rifugio del lago Verde, che si prenderà per tornare, per il sentiero 22 Blu che subito sale verso una valletta raggiungendo l’ampia conca sottostante la Gran Guglia con gli evidenti ripidi canalini. Le successive, ripetute svolte costeggianti un altro incassato canalino, ora ravvicinate, ora distanziate a seconda della conformazione del pendio e sempre a pendenza costante, permettono alla traccia di guadagnare quota, così raggiungendo alla sommità i grandi piani, detti di S. Giacomo, trovando ancora delle indicazioni, dove ci si immette sulla traccia che provenendo dalla conca dei 13 laghi conduce al rifugio del lago Verde. Le svolte successive, a cui segue un lungo traverso, portano infine al punto dove si lascia quella che sale alla campana dei Caduti ed al colletto della Gran Guglia, che poi si percorrerà, per prendere quella che si stacca sulla sinistra che porta in vetta alla Punta Cerisira. L’ampia traccia, con i bei muretti di sostegno e di protezione, rovinata purtroppo in più punti, con una lunga diagonale ascendente raggiunge la cima di questo monte mt. 2823 dove si trovano i resti di un notevole ricovero.
In vetta panorama estesissimo: sulla Conca del Pra, sul Monviso, su tutta la cerchia di monti e sulle valli, ed in particolare sulla spettacolare, ripida parete est del Bric Bucie.
3 ore c.ca da Bout du Col.
Tornando sui propri passi si scende per un buon tratto sino alla base del pendio che conduce al colletto della Gran Guglia. Le ripetute, successive svolte ascendenti permettono di toccare prima il traliccio posto a ricordo di quanti hanno perduto la vita in montagna, e poi l’ampia depressione del colletto della Gran Guglia sottostante la vetta della Gran Guglia con il vicino ricovero anch’esso ridotto a rudere. Dal colletto subito si scende affrontando un ripido pendio di instabili detriti attenuandosi in basso la pendenza. Passando accanto a due minuscoli laghetti, si raggiunge infine il rifugio Severino Bessone, recentemente ristrutturato ed ampliato, ed il vicino lago Verde mt. 2590.
1 ora c.ca dalla vetta della Punta Cerisira.
Il ritorno a Bout du Col si fa per l’ampia traccia che scendendo all’ampio anfiteatro del Founzet segue poi per un tratto il torrente Germanasca che qui scorre assai incassato. Superati con un ripido tratto i canaloni discendenti dalla Gran Guglia, si raggiunge infine il piano di Freibougio, con la caserma diroccata, ed infine il bivio incontrato nel percorso di salita dove questo anello si chiude. Non resta ora che ripercorre la traccia fatta nella prima parte dell’itinerario che riporta a Bout du Col.
2 ore c.ca dal rifugio del la Verde.

VARIANTE: Molto interessante e decisamente più vario e movimentato il sentiero che scende a valle dall’altra parte del torrente, sempre ben segnato dalle solite tacche biancorosse. Oltre il ripido tratto e i canaloni discendenti dalla Gran Guglia, quando si trovano le indicazioni per il Passo Frappier, il Passo della Longia e Bout du Col, lasciata la traccia principale, si scende subito a guadare il torrente Germanasca. Dall’altra parte, lasciata quella che sale ai passi, si prosegue per un tratto in piano per conche e vallette scendendo a superare un corposo rio risalendo e attraversando poi un erboso ripiano al termine del quale ci si immette sulla traccia che scende dal passo Frappier nel punto in cui si trovano altre indicazioni. Seguitando per Bout du Col, sempre per conche, vallette e radure, si affronta poi la lunga cengia strapiombante sul sottostante torrente, mai pericolosa perché assai ampia, raggiungendo al termine il grosso pianoro pascolativo del Clot del Roccias che si attraversa. Le ravvicinate svolte discendenti nel bosco che seguono permettono di scendere al fondo superando per via una zona devastata dalla valanga della primavera del 2009. Guadato il torrente, o superatolo sul ponte in blocchi di cemento posti più a valle, non resta che risalire lo sterrato che porta a Bout du Col al punto in cui si ha lasciato l’auto.
Questa variante richiede un tempo aggiuntivo di c.ca un quarto d’ora.

CURIOSITA’.
Pian Freibougio era stato rinominato Pian Littorio, ma il suo nome originale significa “piano del freddo che si muove”. Basta passare una volta d’inverno per capire tutto…
Ospita i resti di alcune delle innumerevoli strutture militari della valle, in questo caso sede della milizia confinaria. Poco distante c’era anche la stazione di arrivo di una teleferica.

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