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Escursionismo : Un anello per la Rocca Patanua con alcune varianti per il rientro. Eventuale salita alla Punta Lunella
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 26/06/12 23:28
Notizia riferita al: 25/06/12
Letture: 3988

Un anello per la Rocca Patanua con alcune varianti per il rientro.
Eventuale salita sulla Punta Lunella.

Località di partenza: Chiesetta della Madonna della Neve a Prarotto mt. 1450
Dislivello: 960 mt. da Prarotto alla Rocca Patanua. Complessivi altri 380 mt. per la Punta Lunella
Tempo di salita: 2 ore e 15 minuti dalla cappella di Prarotto alla Rocca Pananua
Tempo di discesa: Per ogni variante sono riportati i tempi relativi
Difficoltà: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale n° 4 Bassa Valle di Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

La Rocca Patanua è una cima di moderata altezza sull’estesa cresta di monti che vanno dal Musinè al Rocciamelone, in bassa val di Susa, precedendo la successiva Punta Lunella. E’ una montagna evidente da fondo valle per la ripida parete est dove d’inverno stenta a fermarsi la neve, da cui il toponimo “patanua-spogliata”.
L’itinerario, vario ed interessante, parte dalla cappella di Prarotto guadagnando la cima aspra e dirupata. Di qui, volendolo, si può salire sino alla successiva Punta Lunella.
Vengono poi proposte, in alternativa, alcune possibilità per scendere a valle, passando per o più dall’alpe Praburet, sviluppando così sempre un anello. Scesi infine ai sottostanti alpeggi in val Gravio, molti fatiscenti, si ritorna a Prarotto percorrendo un tratto del piacevolissimo Sentiero Balcone “Sb”.

In bassa val di Susa, giunti alla seconda rotonda di Condove, si prende a destra seguendo l’indicazione per Mocchie. Affrontato il rettilineo iniziale la strada prende subito a salire con numerosi tornanti, toccando borgate e case sparse, raggiungendo così questa borgata di Condove, con il suo campanile romanico pendente, dove ancora si prosegue superando più avanti, dopo il bivio per il Colombardo, le borgate Frassinere, Airassa e Mollette raggiungendo infine la chiesetta di Prarotto dove si può parcheggiare nell’ampio piazzale.
Sul lato verso monte parte uno sterrato con l’indicazione per l’alpe Tuluit che, superate alcune casette, si trasforma nell’ampia traccia che s’inerpica lungamente nel bosco misto di noccioli, betulle e poi pini silvestri, guadagnando, al termine di un lungo tratto ascendente, le diroccate case dell’alpe Formica. Proseguendo verso monte, stando sempre su un evidente sentiero, tralasciata subito dopo la deviazione non segnalata per l’alpe Tuluit, in rovina e abbandonata da tempo, rimanendo lungamente sul crinale, che poi è la cresta divisoria tra i due versanti, si raggiunge un pianoro erboso alla base di una balza più detritica che si risale con le ripetute, ravvicinate svolte uscendo così su un superiore ripiano. Il sentiero ora si porta, quasi in piano, sul fianco sinistro del versante e attraversata una pietraia si dirige poi verso un ripido canalino che si risale sino alla sommità guadagnando un rilievo oltre il quale si traversa sotto le rocce che degradano dalla sovrastante cima della Rocca Patanua, già in vista. Continuando si affronta poi un altro meno ripido canalino, che c.ca a metà si abbandona, e con semplici tratti d’arrampicata si guadagna la croce di vetta della Rocca Patanua mt. 2409 da cui si gode una splendida veduta sui monti e sulla valle.
2 ore e 15 minuti c.ca dalla cappella di Prarotto.
Volendolo si può proseguire per la Punta Lunella: al fondo le indicazioni per l’ascesa.
Per scendere a valle si prospettano ora alcune possibilità.
1° Possibilità: fare a ritroso il percorso di salita. Si scende alla cappella di Prarotto in 1 ora e 45 minuti c.ca.
2° Possibilità: tornare passando per l’alpe Praburet transitando per l’abbandonata alpe Tulivit percorrendo l’ impegnativo sentiero che da questa s’abbassa verso valle.
Se si sceglie questa opportunità si ritorna sui propri passi sino alla base della balza, dove si incontrano i primi pascoli. Qui giunti si lascia la dorsale erbosa per piegare verso sinistra compiendo un lungo traverso, per tracce quasi inesistenti, raggiungendo infine l’esteso alpeggio Tulivit da tempo abbandonato. Portandosi di sotto le case si individuano segni sbiaditi sulle rocce e rari ometti che indicano un vaga traccia che scende traversando tra gli invadenti ontani nani, i lamponi selvatici e i rododendri. Raggiunga una sorgente che versa in una tinozza di plastica nera, si prosegue e sempre scendendo ripidi si raggiunge in basso una pietraia dove il sentiero sembra perdersi. Occorre proseguire verso il fondo, dove scorre il rio, avendo già in vista l’alpeggio di Praburet. Superato il modesto corso d’acqua si risale per una traccia, ora più evidente, sino alle case dell’alpeggio.
Il tratto discendente dall’alpe Tulivit all’alpe Praburet è impegnativo, poco percorso, non segnato e spesso nascosto dall’invadente vegetazione. Dall’alpe Tulivit all’alpe Praburet ci vogliono all’incirca 45 minuti.
1 ora e 15 minuti dalla vetta della Rocca Patanua all’alpe Praburet.
3° Possibilità: il sentiero dei cacciatori che aggira lungamente la Rocca Patanua sul lato est terminando all’alpe Tulivit.
Dalla Rocca Patanua si scende al canalino per risalirlo sino alla sommità affrontando poi il tratto discendente che porta al punto di massima depressione tra questa e la Punta Lunella. La traccia prosegue poi in moderata ascesa mantenendosi sul filo di cresta, o portandosi sul versante Valgravio, guadagnando infine il grande piano erboso del colle Cruvin, punto dove eventualmente si potrà proseguire per salire alla Punta Lunella. Qui giunti ci si abbassa, a tratti ripidi, ai piani sottostanti avendo già in vista il roccioso ammasso della Rocca del Prete. Senza difficoltà si individua il percorribile canalino che permette di scendere al fondo. Raggiunta in basso una specie di costruzione fatta di pietre ammassate, inizia il tratto impegnativo per l’alpe Tulivit perché la traccia non è segnata e, nella prima parte, si direbbe inesistente. Comunque, giunti al termine dei piani con in vista la prima valletta delle due che si percorreranno, si traversa tra le rocce e i rododendri avendo come riferimento tre modesti rilievi degradanti in successione. Oltre l’ultimo la traccia prende a scendere portandosi verso il fondo dell’asciutta valletta, che si percorre per un tratto verso valle, per poi cominciare a traversare tra le rocce raggiungendo alla fine una dorsale. Fanno da utile riferimento numerosi ometti posti tra il terzo rilievo e la stessa dorsale, non che due larici isolati, gli unici, perché il traverso li lascia di sotto di una ventina di metri. Oltre si scende di poco verso un canalino dove la traccia diventa più evidente, portandosi in un punto dove si vede la seconda, ampia valletta che occorre attraversare. Si scende sino al fondo di questa, per poi risalire l’opposto versante. Anche qui alcuni ometti, opportunamente predisposti, aiutano non poco. Così continuando finalmente si raggiunge un colletto tra le rocce in cui si vede l’alpe diroccata di Tulivit, che infine si raggiunge.
Qui giunti si possono praticare due scelte: percorrere il sentiero che scende alla diroccata alpe Tuluit e da questa tornare alla cappella di Prarotto ripassando per l’alpe Formica, oppure scendere all’alpe Praburet utilizzando le indicazioni date nella seconda possibilità. (45 minuti c.ca)
Comunque, la traversata completa della parete est della Rocca Patanua, dal colle Cruvin all’alpe Tulivit, per il sentiero dei cacciatori, necessita di un tempo complessivo di c.ca 1 ora e 30 minuti a cui eventualmente si dovranno aggiungere altri 45 minuti c.ca necessari per la successiva discesa all’alpe Praburet.
4° Possibilità: il grande vallone sottostante la Punta Lunella e la Punta dell’Adois.
Dal colle Cruvin si scende ai grandi piani presso la Rocca del Prete, come da terzo itinerario.
Qui giunti ci si abbassa lungo il desolato vallone che ha sulla sinistra i pendii posti sotto la Punta Lunella e sulla destra l’ammasso roccioso della Rocca del Prete. Si scende mantenendosi sulla destra (lato Rocca del Prete) per un tratto che richiede qualche salto tra le rocce sino a che prende corpo il rio che si segue per un po’ sino al successivo rilievo che si aggira ritornando poi al rio.
Mantenendosi preferibilmente sul lato sinistro idrografico del ruscello, si scende poi senza grandi difficoltà sino al punto in cui si trova una minuscola diga sullo stesso che lo sbarra per portare l’acqua all’alpe Praburet. Di qui in avanti la traccia diventa più evidente conducendo infine all’alpeggio che infine si raggiunge.
Questo tratto, anche se impegnativo, è il più rapido ed immediato: 1 ora c.ca dal colle Cruvin all’alpe Praburet.

Dall’alpe Praburet ci si abbassa poi stando sulla dorsale posta al di sotto delle poche case, tra l’erba alta e per tracce inesistenti, avendo come riferimento i sottostanti alpeggi, molti fatiscenti. Raggiunto il primo, si traversa verso sinistra, oppure si transita per l’alpe Colombere, raggiungendo al fondo la strada per l’alpe del Ghet nei pressi di una casa priva del tetto. Attraversata la strada si scende dall’altra parte raggiungendo al fondo un ultimo, abbandonato alpeggio oltre il quale ancora si prosegue sino a ruscello che si guada. Di qui in avanti si percorre un tratto del piacevolissimo Sentiero Balcone “Sb”. La traccia tagliando il fianco di un boscoso versante compie un lunghissimo traverso pianeggiante che incontra per via la fresca fonte Noitolera, raggiungendo infine le borgate di Crosatto e Grange. Superate le case di questi insediamenti non resta che proseguire per un tratto d’asfalto sino alla chiesa di Prarotto dove il lungo anello si chiude.
1 ora e 30 minuti c.ca dall’alpe Praburet.

Indicazioni per salire sulla Punta Lunella.
Dalla Rocca Patanua si scende al canalino che si risale sino alla sommità per affrontare il tratto discendente che porta al punto di massima depressione tra questa cima e la Punta Lunella. La traccia prosegue in moderata ascesa mantenendosi sul filo di cresta o portandosi sul versante Valgravio per guadagnare poi il grande piano erboso del colle Cruvin che si oltrepassa per affrontare il successivo lungo traverso di avvicinamento alla vetta. Il sentiero, ben evidenziato dalle solite segnature biancorosse, taglia con una lunga diagonale il fianco della montagna salendo da prima moderatamente per poi alzarsi deciso e pervenire ad un rilievo a cui segue un successivo tratto nella pietraia che si risale ancora con un lungo traverso raggiungendo un colletto che dà sui ripidi canaloni che discendono verso la valle di Viù. Aggirato un altro modesto rilievo roccioso e, scesi di poco, ci si porta alla base delle rocce che portano alla cima. Il tratto che porta in vetta, sempre ben evidente e segnato, è impegnativo e necessita di particolare attenzione. Si sale inizialmente tra le rocce percorrendo poi il ripido tratto terminale che permette di uscire alla croce di vetta della Punta Lunella mt. 2771 dalla quale si gode un ampissimo panorama.
1 ora e 45 minuti c.ca dalla Rocca Patanua.
Affrontato con la dovuta cautela il tratto discendente che porta al rilievo roccioso, facendo a ritroso il cammino già fatto, si ritorna al grande piano erboso del colle Cruvin.
1 ora c.ca dalla vetta della Punta Lunella.
Qui giunti si può decidere cosa scegliere per tornare alla cappella di Prarotto.


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