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Escursionismo : Un anello in val Pellice nel vallone di Cruello per le bergerie, il colle e il Monte Giulian
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 19/06/12 18:05
Notizia riferita al: 18/06/12
Letture: 3093

Un anello in val Pellice nel vallone di Cruello per le bergerie, il colle e il Monte Giulian

Località di partenza: Vallone di Cruello nei pressi del bivio per Podio – Sibaud – Bobbio Pellice mt. 1007
Dislivello: mt. 1540
Tempo di salita: 4 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°7 Val Pellice Fraternali Editori

Il vallone di Cruello, il primo che si incontra superato l’abitato di Bobbio Pellice, come il vallone degli Invincibili, è strettamente legato alla strenua difesa che i valdesi opposero alla truppe franco-sabaude, prima e dopo il loro “Glorioso Rimpatrio”. La sua testata abbraccia l’ampia cerchia di monti che vanno dalla Punta Bruna alla Punta Cornour, con i passi Giulian e Brard che mettono il comunicazione questa parte della val Pellice con la valle Germanasca.
Oggi molte borgate del vallone sono pressoché disabitate. Anche chi voglia avventurarsi all’interno di questo splendido scorcio sperduto della val Pellice troverà qualche difficoltà. I sentieri, poco frequentati, sono stati però recentemente risegnati ed è stata posta una nuova cartellonistica. Interessante poi la traccia che porta sulla strada per le Bergerie Giulian. Non segnalata su nessuna carta, in passato doveva essere un importante collegamento tra il fondo valle e le varie postazioni militari, numerose su questi monti.

Giunti a Bobbio Pellice, ultimo comune della Valle, si prosegue per Villanova superando da prima il rio Cruello e poi le borgatine di Cesel e Lausarot. Poco oltre, nel punto in cui si trovano delle indicazioni, si lascia la provinciale per prendere a destra per il rifugio Fourestet - Sarasin ed il vallone di Cruel. La strada, all’inizio ancora asfaltata, subito sale rasentando le borgatine di Campi e Serre diventando, più avanti, lo sterrato che, alzandosi con alcune svolte, si porta all’interno del vallone di Cruello. Poco dopo, nei pressi del bivio segnalato per Podio, Sibaud e Bobbio Pellice si può lasciare l’auto. Poco più sopra una palina conferma il divieto di proseguire con un mezzo.
Prendendo lo sterrato che lungamente sale parallelo al rio di valle, più su lo si supera tralasciando la traccia sulla sinistra che porta al rifugio. Al secondo tornante troviamo scritto su una pietra posta per terra l’indicazione per salire al col Giulian. Qui giunti si lascia la stradello per il quale si tornerà per il sentiero che subito s’inoltra sempre ben segnato dalle solite tacche biancorosse che ci accompagneranno puntuali per un buon tratto di salita e per tutta la discesa. La traccia prende da subito a salire e, dopo un paio di svolte in forte ascesa, esce nelle praterie poste nei pressi di una casa isolata e diruta, Prapic dove delle indicazioni suggeriscono solo come scendere a valle. Stando sempre su l’ampia traccia che s’inoltra verso monte, si supera un primo rio, spesso in secca, e poi il successivo, più incassato, oltre il quale si riprende a salire per un tratto. Poi la pendenza si attenua e la piacevole traccia che ora si percorre procede lungamente, quasi in piano nel bosco, addentrandosi sempre più all’interno del vallone, raggiungendo così, più avanti, il rio di valle in un punto segnalato come “Guado Passerelle 1440” dopo aver superato un breve tratto franato. Di sopra spicca ardita la Guglietta.
Dalla parte opposta si risale il versante e con un paio di svolte si raggiungono ancora delle indicazioni oltre le quali, attraversato un altro rio, si continua allo stesso modo raggiungendo di sopra la base di un’ampia zona prativa, un pendio erboso privo di alberi, che si risale avendo come riferimento delle caratteristiche rocce poste alla sommità. Salendo, ogni tanto emergono dall’erba, delle rocce segnate, che aiutano non poco indicando la via. Raggiunta la cima del pendio, nei pressi di una dorsale, subito si individua la traccia segnata che si porta verso un valloncello posto sotto le rocce di riferimento e questo sarà il sentiero per il quale si passerà ritornando. Invece si prosegue rimanendo sulla dorsale su una traccia all’inizio poco evidente che salendo diventerà via via più visibile. Subito s’intuisce che il sentiero che si percorre doveva essere un tempo assai ampio, probabilmente una mulattiera militare. Infatti si prende a salire un versante con delle ripetute, ravvicinate svolte, sempre con pendenza costante, che consentono di guadagnare progressivamente sempre più quota. Pur con queste caratteristiche si sale a fatica, spesso ostacolati dagli invadenti ontani nani, dai rododendri e dai lamponi, che oramai hanno invaso molte parti della traccia, costringendo a fare brevi tratti alternativi. Subito si capisce quanto questo sentiero oggi sia poco percorso e persino le affidabili carte Fraternali non lo segnalano. La lunga, faticosa ascesa termina quando si raggiunge alla sommità prima una zona sorgiva e poi lo sterrato di servizio per le bergerie Giulian sul quale ci si immette riapparendo le segnature biancorosse che ora non ci lasceranno più. La stradello che si percorre attraversa prima una conca posta sotto la Punta Bruna per poi proseguire per un buon tratto, quasi in piano, raggiungendo infine le bergerie Giulian dove troviamo molte indicazioni, alcune recenti, che permetteranno tornando di scendere a valle.
3 ore c.ca dal parcheggio.
Per intanto occorre raggiungere il col Giulian, e questo lo si fa prendendo il Gta, ben segnato e segnalato, che di qui prosegue aggirando sulla sinistra il modesto rilievo che domina l’alpeggio. Raggiunta poi l’ampissima conca pascolativa a monte dell’alpe, la piacevole traccia prosegue lungamente, alzandosi sempre di poco, avendo già in vista la sella del colle e il monte Giulian posto sulla sua sinistra. Così continuando, superata una zona sorgiva, si affrontano le ripide svolte finali che permettono di guadagnare la depressione del col Giulian mt. 2457. Anche qui troviamo numerose indicazioni.
1 ora c.ca dalle bergerie Giulian.
Proseguendo sulla traccia che porta al rifugio del lago Verde, di poco più avanti la si abbandona, per risalire il pendio per vaghe tracce, rapidamente raggiungendo la modesta cima del Monte Giulian mt.2547, assai panoramica sui monti delle valli Pellice e Germanasca e punto più elevato dell’anello. Dal col Giulian si raggiunge la vetta del monte in 15 minuti c.ca superando un ulteriore dislivello di 90 mt.
Ritornati al colle e poi alle bergerie Giulian e ritrovate le indicazioni, si prende ora il sentiero 125 per Bobbio Pellice. All’inizio, di sotto l’alpeggio, la traccia si perde tra le erbe dei pascoli essendo poco evidente, poi, scendendo si fa più visibile. In ogni caso le onnipresenti segnature biancorosse rassicurano e indicano il cammino. Dopo un primo tratto di spostamento, dove si scende di poco, si affronta il successivo fatto di ripetute, ripide svolte, anche qui tra i rododendri e gli ontani nani, che permettono di perdere rapidamente quota raggiungendo al fondo le cascatelle di un rio segnalato come “Combal Brard”. Il tratto in piano che segue porta ad una dorsale oltre la quale si scende ancora avendo ora in vista l’ampio pendio erboso percorso salendo. Superato il valloncello e raggiunta la dorsale, si scende poi per vaghe tracce il pendio portandosi al fondo dove si piega a sinistra affrontando il tratto che porta al “Guado Passerelle”. Risalita la sponda franosa si ripercorre l’ampia traccia che riporta a Prapic dove fatto a ritroso il sentiero di salita, si raggiunge lo sterrato per poi passare oltre il rio Cruello. Un breve tratto paralleli al corso d’acqua ed ecco che si raggiunge il punto in cui si ha lasciato l’auto, nei pressi del bivio per Podio e Sibaud.

VARIANTE: Tornando, giunti a Prapic, volendolo, anziché prendere il sentiero che s’abbassa, si continua seguendo l’indicazione per Serre Cruel e Bobbio Pellice. Una piacevole traccia s’inoltra lungamente quasi in piano terminando più avanti alle abbandonate case di Giausarant d’Amont dove ci s’immette sullo stradello che le raggiunge proseguendo sino al bivio che segue. Qui, lasciato quello verso monte, che porta a Serre Cruel, si prende quello che si dirige a valle subito oltrepassando le abbandonate case di Cruel. Fatto il tornante e percorso un lungo tratto pianeggiante, si scende con alcune svolte raggiungendo al fondo il rio Cruello, che si supera. Proseguendo paralleli al corso d’acqua si torna al punto in cui si ha lasciato l’auto.
Questa variante richiede un tempo aggiuntivo di c.ca mezz’ora.

CURIOSITA’: Per il col Giulian e per il vallone di Cruello transitarono i valdesi durante il loro “Glorioso Rimpatrio” nell’agosto del 1689. Il 29 agosto affrontano le ripide svolte che portano al colle dove la difesa sabauda è appostata con 200 uomini. Appena i valdesi attaccano, i piemontesi si danno alla fuga abbandonando viveri e munizioni e anche “i ricchi abiti del comandante”. Poi i valdesi si accampano sotto la Gran Guglia che, insieme alla vicina Guglietta, sarà una delle loro basi e dove subiranno l’assedio da parte delle truppe del duca si Savoia l’ottobre successivo. Poi, passando per Prapic e Giausarant d’Amount, raggiungono Serre Cruel per scendere il giorno dopo alla conquista di Bobbio: gli abitanti fuggono atterriti e i valdesi, per la prima volta, saccheggiano il paese. Il giorno dopo, 1 settembre, domenica, l’esercito valdese si riunisce a Sibaud e Arnaud, il loro comandante, leggerà il giuramento con il quale capitani, ufficiali, pastori e semplici soldati si impegnano all’unione, alla reciproca fedeltà e al rispetto di norme comportamentali volte a evitare episodi come il saccheggio di Bobbio.


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