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Escursionismo : Un anello per gli alpeggi di Condove con salita alla Punta Sbaron e alla Punta di Grifone
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 02/06/12 11:42
Notizia riferita al: 01/06/12
Letture: 2712

Un anello per gli alpeggi di Condove con salita alla Punta Sbaron e alla Punta di Grifone

Località di partenza: Bivio per l’alpe Belvardo sopra Prato del Rio mt. 1480
Dislivello: 930 mt.
Tempo complessivo: 7 ore c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°4 Bassa val di Susa – Musinè – Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

Oltre che due significative cime, nello svolgersi questo lungo anello tocca diversi alpeggi sui monti di Condove. Alcuni di questi sono oggi ancora utilizzati e l’accesso è facilitato da strade di servizio, altri sono stati abbandonati da tempo oppure ricostruiti. L’itinerario permette di effettuare una lunga traversata su monti che nulla hanno da invidiare rispetto ad altri più rinomati, sia per la bellezza dei luoghi attraversati che per la ricchezza di acque, flora e fauna, dandoci, nello stesso tempo, l’idea delle condizioni di vita e del duro lavoro che nel passato, come nel presente, montanari e pastori hanno dovuto e devono affrontare per avere una fonte di reddito per sopravvivere.
Su questi ampi, estesi pendii adibiti a pascolo, si snoda anche lo sterrato che sale al colle del Colombardo (percorribile con un mezzo dal 1 giugno al 31 ottobre) sul quale si starà per un tratto abbandonandolo poi per la facile salita alla punta Sbaron e alla Punta del Grifone.
I sentieri segnalati si chiamano “Della Memoria” per non dimenticare coloro che su questi monti hanno lottato ed hanno sacrificato la vita per gli ideali di libertà.

Percorrendo la strada statale n° 24 del Monginevro in valle di Susa, superata la prima rotonda che dà accesso direttamente al centro abitato di Condove, si prosegue sino alla successiva dove si segue l’indicazione per Mocchie. Fatto il lungo rettilineo la strada sale subito ripida e toccando nel procedere borgate e case sparse raggiunge infine l’abitato. Superata questa borgata di Condove, con il suo bel campanile romanico pendente, fatti un paio di tornanti e oltrepassato l’incassato solco vallivo del rio Puta, subito dopo si prende a destra trovando l’indicazione per salire alle diverse borgate montane poste sulla strada per il Colombardo. Una strada s’inoltra da subito in forte ascesa con una serie ravvicinata di tornanti che consentono di raggiungere prima le case di Gagnor, di seguito tutte le altre borgate poste a margine sino all’ultima, Prato del Rio, dove spicca la chiesetta di S. Lorenzo e di lato la caratteristica fontana. Oltre l’abitato ancora si prosegue per un tratto raggiungendo poco sopra il bivio per l’alpe Grisolo, che si trascura e, subito dopo, una casa isolata dove a margine si può lasciare l’auto.
Subito si individua lo stradello che porta all’alpe Belvardo che si segue per un po’ per poi lasciarlo per il sentiero che passa a monte delle case. Lasciati i pascoli si entra nel bosco con già in vista i superiori alpeggi di Pian Vinassa, sotto il Truc Giulianera, e Donà posta accanto ad un caratteristico ammasso roccioso. Raggiunto quest’ultimo alpeggio si prosegue sullo stradello di servizio che, fatta la svolta, s’immette sulla strada per il Colombardo che si segue per poco, sino al primo tornante, dove la si lascia per attraversare il rio e portarsi alla storica alpe Gighé. Occorre ora salire al superiore alpeggio abbandonato del Rat Vecchio, già in vista. Per farlo è sufficiente seguire mediamente una traccia che si snoda sotto la linea elettrica, oppure il ruscello. Altrimenti, al sesto palo, si prende una poco evidente traccia che sale il pendio con alcune svolte appena intuibili e che porta ad un alpeggio diroccato sostituito da una nuova costruzione: l’alpe Drugi. Poi, passando di sotto, oppure aggirando le rocce a monte, si raggiungono le numerosi costruzioni di un successivo alpeggio, tutte fatiscenti. Un lungo traverso tra i pascoli sotto l’ampia sella del colle degli Astesiani consente di raggiungere l’alpe del Rat Vecchio dove transita la strada per il Colombardo sulla quale ci s’immette sino al successivo bivio dove, tralasciata quella per l’alpe della Portìa, che comunque si raggiungerà, si prende a destra per il Colombardo. Al secondo tornante una breve deviazione porta sul Truc Muandette, caratteristico rilievo roccioso sulla cui panoramica sommità troviamo un cippo con una tavola di orientamento.
Sempre rimanendo sulla strada si perviene ad un punto quotato mt. 2084, detto anche colletto Sbaron (grosso ometto di pietre a margine della dorsale) con in vista l’alpeggio nuovo della Tomba e non lontano il santuario al colle del Colombardo dominato dal Civrari con l’estesa cresta che scende sino al Rocca Sella. Abbandonato lo sterrato si sale facilmente, per l’aperto erto, ma facile pendio, sino alla cima della sovrastante Punta Sbaron mt. 2223.
2 ore c.ca dal parcheggio.
Notevole la vista da questo modesto rilievo. Volendo abbreviare il percorso si può discendere dalla parte opposta allo sterrato per l’alpe della Portìa incontrando prima l’alpe Muandette poi le tre del Chiet, oppure si può proseguire sino alla successiva Punta di Grifone. Se si sceglie questa soluzione una traccia poco evidente e poco segnata percorre mediamente il lungo crinale che porta alla cima. Scesi ad un esteso pianoro, il Pian del Ballo, si prosegue alternando tratti in piano ad altri dove si sale o si scende. Raggiunto poi un punto dove emerge un grosso ammasso roccioso lo si deve aggirare sulla destra non lasciandosi ingannare da un palo che indica la discesa al sottostante alpeggio. Superato questo ostacolo si riprende e sempre stando sul crinale si raggiunge, più avanti, un pianoro al centro del quale emerge un ammasso di rocce, che si superano sulla sinistra, così come il successivo rilievo. Tornati nuovamente sul crinale, un ultimo ripido tratto permette infine di guadagnare la cima della Punta di Grifone mt. 2408, punto più elevato dell’anello. Anche da questa cima la vista sui monti è notevole.
1 ora e 15 minuti c.ca dalla Punta Sbaron.
Poi ci si abbassa avendo come riferimento il sottostante già visibile colle della Portìa. Si scende con cautela, soprattutto nel primo tratto, assai ripido, percorrendo il sentiero 109, a tratti poco evidente. Raggiunto un primo colletto, dove la pendenza diminuisce, si prosegue poi lungo una traccia che resta mediamente sul filo di cresta con continui saliscendi. Raggiunto un più ampio rilievo, ci si abbassa ancora ripidi nella sottostante valletta raggiungendo infine il colle della Portìa mt. 2188 con un ultimo tratto che taglia a mezza costa un erboso pendio. Di qui si scende senza difficoltà, per vaghe tracce, verso l’ampia conca sottostante, il Piano dei Martiri, cercando di tenersi sulla sinistra. Raggiunta e superata la Croce dei partigiani eretta in ricordo di alcuni di loro che qui persero la vita, un ultimo ripido tratto discendente permette di raggiungere i numerosi edifici dell’alpeggio della Portìa Vecchio. Si dice che qui, una volta, monticassero per gli alpeggi ben sette famiglie!
1 ora c.ca dalla Punta di Grifone.
Volendo abbreviare il percorso da questo alpeggio, traversando per i pascoli, una traccia permette di scendere subito a valle. Altrimenti si prosegue sullo stradello che raggiunge rapidamente il successivo alpeggio dell’alpe della Portìa Nuovo oltre il quale riprende un sentiero che subito scende ad una valletta dove scorre un ruscello che si attraversa raggiungendo le praterie dove troviamo l’indicazione per l’alpe Praburet. Inizia ora l’unico tratto un tantino impegnativo dell’anello in quanto si attraversa una zona rocciosa e accidentata, con alte erbe. Un tempo il sentiero era evidente e segnato, ora però le segnature sono di difficile individuazione, perché sbiadite, poiché questo è un tratto oggi poco percorso. Come riferimento c’è una traccia che in realtà era una canaletta che portava l’acqua del rio. Raggiunta una barma ancora si continua mantenendosi quasi in piano così raggiungendo i ruderi dell’alpe dell’Adois totalmente diroccata e abbandonata da tempo. Di qui in avanti la traccia diventa un poco più evidente salendo alla successiva valletta dove scorre impetuoso il ruscello che diventerà il torrente Gravio, che si guada, ancora proseguendo oltre. Con un lungo tratto, ora a mezzacosta, si raggiunge un promontorio roccioso (Pian delle Masche) dove più sotto si intravedono le costruzioni dell’alpe Praburet che si raggiungono al termine di un lungo tratto discendente.
1 ora e 15 minuti c.ca dall’alpe della Portìa.
Questo alpeggio è posto direttamente sotto l’ardita Rocca Patanua, la Guglia della Rocca del Prete, la Punta dell’Adois e allo sbocco dell’ampio vallone che di qui si inoltra verso la Punta Lunella.
Non resta che scendere all’alpeggio abbandonato dell’alpe Colombere percorrendo lungamente l’erbosa dorsale sottostante l’alpeggio anche se non c’è traccia di sentiero. Giunti a questi ruderi si traversa sulla sinistra raggiungendo al termine lo sterrato per l’alpe del Ghet nei pressi di una costruzione priva del tetto. Per un lungo, interminabile tratto, si starà ora questa strada che scende verso valle senza alcuna pendenza di rilievo, guadando nel procedere alcuni corsi d’acqua e incontrando numerosi altri alpeggi, quasi tutti diruti. Così continuando, giunti ad una casetta nei pressi della quale parte il sentiero diretto per l’alpe e il colle della Portìa, subito dopo si scorge, a monte della strada, un esteso, notevole ammasso roccioso, il Truc Parasac. Oltre, poco sotto, sorge la “Conca dei Martiri “ della Vaccherezza, sacrario costruito a ricordo di 16 partigiani che qui persero la vita negli ultimi giorni che precedettero la Liberazione. Un piccolo monumento posto all’interno di un’area protetta, li ricorda. Preso poi lo stradello che oltre prosegue ci si immette più avanti sulla strada per il Colombardo al Pilone Votta o Belvardo. Un breve tratto su questa strada e subito si ritorna al punto in cui si ha lasciato l’auto dove questo anello si chiude.
1 ora e 30 minuti c.ca dall’alpe Praburet.

NOTA FINALE: Questo anello può essere notevolmente accorciato in due modi:
1. Raggiunta la Punta Sbaron si può scendere da questa direttamente ai sottostanti alpeggi trovando poi i sentieri che portano a valle, senza ascendere al Punta di Grifone.
2. Mantenendo inalterato l’itinerario che transita per la Punta di Grifone e il colle della Portia, una volta scesi all’alpe della Portìa si può da questa scendere a valle direttamente senza transitare per l’alpe dell’Adois e l’alpe Praburet.


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