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SciAlpinismo : Un paio di volte la punta Sestrera e traversata nel vallone dlà madona...7-8-marzo-2012
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 09/03/12 09:55
Notizia riferita al: 08/03/12
Letture: 1546

Questa volta mi sono preso una grande soddisfazione,salire dopo un’abbondante nevicata dal villaggio dell’Ardua alla cima Sestrera ed avere avuto l’onore e l’onere di battermi tutta la traccia in mezzo metro di nuova farina fino lassù è stata una sana e grande faticaccia, che se non fosse per in’infinita passione non l’avrei fatto nemmeno a “pagamento”. Ma la giornata è stata macchiata da un neo…si è versato il vino nello zaino, ma dopo una lunga dormita ristoratrice al Garelli,per fortuna il mattino seguente mi ha raggiunto il mio amico Franco che ha portato nuovi “rifornimenti”,quindi ritemprato dal nuovo carburante,questa volta in compagnia sono salito di nuovo alla punta Sestrera e passando per il colle Serpentera siamo scesi in un mare di farina incontaminata, fino al gias dlà Madona poi con neve un po più pottiglia passati per il pian del Cros,e raggiunto il pian dlè Gurre cercano di salvare le solette e le gambe…Una gran bella traversata!

Ma veniamo dall’inizio,questa gita è stata fortemente voluta,avevo bisogno di mettermi alla prova,si! Perché è facile fare sci alpinismo quando c’è la traccia,ma io parto sempre dal presupposto domandandomi:e se fossi da solo? Se dovessi farmi una lunga traversata con un zaino pestante portandomi tutta l’autosufficienza dietro? Sarei ancora in grado? L’unica cosa è provare e questa abbondante nevicata mi viene come il cacio sui maccheroni.

Quindi con uno zaino mostruoso con “ ressia” e” apiot” per la legna, un paio di litri di succo d’uva, gas, cassarola etcc,più anche i ramponi ,non si sa mai…parto da madonna dell’Ardua sotto lo sguardo sbalordito della guardia forestale, incredulo quando li dico che voglio salire fino alla Sestrera,nemmeno la pista da fondo è battuta,bene! così la gita è più guadagnata,ma certo battere è già una fatica, ma circa 17 kili sulle spalle la cosa si fa ancora più ardua,e non può essere altrimenti visto che sono alla madonna dell’Ardua!

Centellino le forze,ma sono combattuto da un dilemma:cercare di forzare il passo per sopportare meno ore lo zaino sulle spalle e rischiare di scoppiare,oppure andare piano e rischiare di schiattare sotto il peso dello zaino ? Arrivo al pian dlè Gure che sono già stanco,ma forse è solo stanchezza psicologica,a vedere tutta questa neve da scavare una trincea. Sono sempre meno certo di farcela,ma devo farcela a tutti i costi, agli amici e alla guardia forestale ho spavaldamente ostentando sicurezza, ho manifestato la ferma intenzione di salire,se non riuscissi l’orgoglio ne andrebbe ferito,e sorgerebbero tutti gli effetti collaterali di impotenza,quindi! tirem innanzi!”
Dopo due ore arrivo al Saut, mezz’ora dopo sono al “gias sottano di Sestrera”. Comincia la parte più ardua,la salita nel bosco. Che fatica questo lungo tratto,seguo dov’è possibile il segno del sentiero ma a volte dove è un solco si affonda fino alle cosce,e se non bastasse Jolie cammina sulle mie code, lei ha imparato come risparmiare energie! Non finisce più questo bosco,ma poi finalmente una schiarita tra la vegetazione si esce all’aperto,ormai sono oltre quattro ore sci striscio in questo mare di farina,ma d’ora in poi il pendio è più regolare la neve un pò più assestata mi faccio coraggio,è solo più questione di fatica.

Ecco apparire il Marguareis tutto cotonato di neve,poi finalmente ecco lassù il Garelli! Fantastica visione! Dopo 5 ore e mezza mi accascio sull’entrata,ancora un supplemento di fatica per liberare la porta dell’entrata dalla neve ed eccomi all’interno,mi libero il pesante fardello dalle spalle,mi stramazzo sulla panca e prendo un pò di fiato. Stranamente ho subito appetito,non ho buttato giù nulla durante la salita,allora vuol dire che non ho dato tutto,salgo al piano superiore, sotto al calore della vetrata mi bevo un paio di bicchieri accompagnate da fette di salame. Ma poi maldestramente non chiudo la bottiglia e si versa nello zaino,che disastro!,sembro un cantina!

Bhè! Inutile piangere,sul vino versato,la giornata è ancora lunga,allora niente di meglio che fare una capatina fino alla punta Sestrera anche per vedere dall’alto il vallone dlà Madona dove vorrei scendere domani ,quindi questa volta con zaino vuoto arrivo su questa panoramica punta,un’occhiata al panorama e subito discendo al rifugio,ho molte cose da fare,in primis segare e spaccare la legna, cucinare la cena e soprattutto telefonare al mio amico Franco che domani dovrebbe raggiungermi per dirgli di portare su un po’ di “carburante”

Inutile dire che alle otto sono già in braccio a Morfeo,farò una tirata unica per dodici ore, poi al mattino avendo tempo rassetto un pò il locale invernale faccio un po di legna per i prossimi avventori e ogni tanto do un sguardo dalla vetrata se vero arrivare il mio amico,mentre ,ahimè il tempo si guasta,incomincia a nevicare. Verso le nove e trenta sento Jolie inquieta, guardo fuori,eccolo laggiù al gias Soprano,accendo in fuoco per rendere in locale accogliente a attendo in suo arrivo.

Mi viene incontro con la bottiglia in mano,fuori nevica,che fare? L’unica e cucinare pranzo,un bella mangiata,una bella bevuta,poi scendere, ma…verso l’una quando eravamo già mostruosamente satollati ecco una schiarita,un’altra,un’altra ancora,allora si parte ma per in su,raccomandiamo ad una coppia che nel frattempo e venuta fino quassù di chiudere bene le ante delle finestre,e partiamo speranzosi per fare la traversata, ma il passo è faticoso , questa volta non per la fatica,ma pechè abbiamo ben mangiato e ancora più ben bevuto,ma con la traccia fatta anche da ubriachi si sale, come forse lo siamo,raggiungo per la seconda volta la punta. Il tempo si mette al bello anche sé e tardi decidiamo di fare il giro. Franco mi segue,si fida di me,guadagniamo il colletto e senza tante esitazione ci buttiamo nel ripido vallone “dlà Madona”Inutile raccontare questa discesa in un mare di farina dove non è ancora sceso nessuno,Lascio immaginare le sensazioni. Poi in fondo al vallone un po di”boschismo”, ma era scontato, una neve un pò più cotta fino al pian del Cros,poi una discesa con cautela fino al pian dlè Gure per salvare sci e gambe,ma anche questo era scontato,un cosa che non era scontata e che con tutta questa neve fresca non riuscissi a fare la traversata…


Data:7-8 mrzo-2012
Località partenza:Madonna dell’Ardua
Quota partenza:980 mt.
Quota vetta:2358 mt.
Dislivello:1450 c. con risalite 1900 mt. c,
difficoltà: BS

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