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Varie : Chianocco, La Gran Gorgia, il torrente Prebec e le catastrofiche alluvioni
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 12/01/12 17:19
Notizia riferita al: 12/01/12
Letture: 2471

Chianocco, la Gran Gorgia, il torrente Prebec e le catastrofiche alluvioni.

L’alpe Gardinera, posta in bella posizione sulla sinistra orografica del Rio Prebec, può essere facilmente raggiunta percorrendo la riposante traccia che parte da Pavaglione e che costeggia lungamente una ingegnosa canaletta, ora asciutta, che portava l’acqua del torrente alla borgata. Una bella mulattiera poi prosegue alzandosi con i ripetuti e ripidi tornanti che permettono alla fine di salire all'alpeggio che può essere raggiunto anche da Strobietti, borgata posta sulla strada per l’alpe Le Combe, abbreviando non poco il percorso.
L’alpe Gardinera infatti, o la superiore alpe Colone, sono i due punti che meglio permettono l’osservazione diretta della Gran Gorgia, spettacolare incisione a “V” dovuta a processi di erosione svoltisi nei secoli passati; ha pochi eguali in tutto l’arco alpino sia per le notevoli dimensioni che presenta, sia per l’aspetto paesaggistico. La sua etimologia (la Gran Gorgia, cioè la grande gola) presenta infatti uno squarcio lungo c.ca 600 metri, largo 140 e profondo dai 60 ai 70 metri.
La forma della Gran Gorgia ricorda quello di una gigantesca penna d’oca con le nervature laterali molto marcate e si trova nella parte alta dell’alveo del torrente Prebec a margine della Riserva Naturale dell’Orrido di Chianocco con la stazione del Leccio e le piramidi di erosione di Molè.
Secondo una fonte storica si sarebbe formata nel corso di un evento alluvionale risalente al XV secolo. In quella occasione, probabilmente, si generò una voragine che portò a valle l’equivalente di 1.500.000 metri cubi vario materiale formando allo sbocco un enorme cono di deiezione.
Quando si verificano questi eventi l’asportazione del terreno da parte dell’acqua piovana non avviene con uniformità: le acque di scorrimento si concentrano in rivoli e formano incisioni dove il terreno presenta minore resistenza. L’entità dell’erosione che ne deriva può assumere dei valori importanti e incidere profondamente il terreno lasciando tutto un disegno di creste e guglie che testimoniano l’antico livello del terreno, come sono ben visibili, nel vallone del torrente Prebec, le erosioni della borgata Molè o il chouquè vicino a Margrit.
In caso di forti precipitazioni il torrente Prebec ha sempre trasportato a valle notevoli quantità di materiale solido, causa principale di ingenti danni materiali, rappresentando quindi una minaccia per l’abitato di Chianocco.
Curiosamente, contrariamente a quanto si pensa le più catastrofiche alluvioni, almeno le più recenti, non si sono necessariamente verificate nelle stagioni delle piogge, ovvero primavera o autunno, ma durante il periodo estivo.
Le prime notizie documentate, riguardanti piene disastrose del torrente Prebec, risalgono al 1300. Negli archivi troviamo poi notizie di alluvioni nel 1605, 1637, 1661, 1662, 1666, 1698, 1706 e 1728. Arrivando ai nostri giorni le notizie si fanno più precise e, a partire dall’800, i numerosi eventi alluvionali sono tutti documentati. Di particolare gravità la piena del 2 giugno 1887, quando il torrente, a causa di un violento temporale, uscì dall’alveo immediatamente a valle di Chianocco distruggendo la frazione Roccaforte causando 6 vittime. A questo seguirono eventi meno disastrosi, ma il 9 luglio 1923, dopo alcuni furiosi temporali, un violentissimo acquazzone staccò alcuni tratti di sponda del rio Pianfè, un affluente laterale del rio Prebec, originando una colata detritica. Ma l’episodio più grave avvenne tra il 12 ed il 16 giugno 1957: l’intero bacino della Dora Riparia in quel periodo fu interessato da un gravissimo evento alluvionale. Il Prebec rovesciò a valle in quell’occasione 50.000 metri cubi di materiale detritico spazzando via molte delle opere di imbrigliamento costruite in precedenza devastando case e colture sino a rovinare sulla ferrovia e sulla statale poste a valle. I testimoni oculari affermano che, a seguito di precipitazioni eccezionali, si ebbero due ondate di piena. Nella prima, il materiale detritico trasportato, ostruì le luci del ponte ferroviario e della vicina statale 25; poi allo sbocco dell’orrido, poco a valle del Municipio, le acque si aprirono una breccia di c.ca 50 metri di larghezza trasportando a valle tronchi e massi di ogni dimensione che devastarono la frazione Vernetto rendendo inutilizzabili per molto tempo c.ca 100 ettari di terreno coltivabile nei pressi delle borgate Colombè, Vindrolere e Crotte.
“Tutto questo sconquasso è stato provocato dal temporale che si è scatenato sulla basse valle tra le 6 e le 9 di ieri mattina. Un temporale di una tale violenza che, diceva la gente, si vedeva tutto bianco. La montagna è franata in mille punti, chiudendo rii con dighe improvvise; si sono formati alti bacini, poi l’acqua, quando ha superato tutti gli sbarramenti, è precipitata a valle con un’ondata travolgente”. Da LA STAMPA del 17 giugno 57.
In seguito sono stati segnalati un notevole trasporto di materiali solidi nel 1977 e altri quattro modesti eventi di piena nell’aprile 81, nell’ottobre 1993, nel maggio 1994 e nel novembre 1994.
Dalle notizie disponibili sugli eventi alluvionali degli ultimi due secoli, si può valutare che il torrente Prebec abbia una portata di piena degna di essere annotata e ricordata ogni 10 anni; se invece consideriamo solo gli eventi che hanno causato forti danni agli edifici e estesi allagamenti e danni alle coltivazioni, si ricava una frequenza media di un evento ogni 25 anni.
Un caro amico, parlando della valle di Susa, mi ricordava un vecchio proverbio forse poco conosciuto: “ Val Susa, o annìa o brusa”. Cioè o annega o brucia.

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