Oggi il vento l’ha fatta da padrone,tuttavia siamo ancora riusciti a fare una bella sciata e soprattutto una nutrita sosta enogastronomica al riparo di una roccia mentre Eolo era irritato. 
Con questa carenza di neve è già difficile scegliere un’intinerario,poi riuscire trovare un luogo un pò riparato e da portare poco gli sci in spalla la cosa si fa ardua. 
Ma la speranza è l’ultima a morire,il vallone dell’Arma offre queste possibilità,prendiamo il lato positivo,se ci fosse stata la neve in bassa quota non si avrebbe potuto salire in macchina fino lassù all’inizio del vallone del Serour,invece…ma come siamo fortunati! Si si! È un’allegra tristezza vedere i prati verdi,le marmotte che riescono dalle loro tane,e un vento patagonico che spazza la poca neve resuidua…Sigh! 
Ma non possiamo farci nulla,l’uomo può cambiare molte cose,ma il tempo, quello no!
Facciamo di necessità virtù,dopo pochi minuti a piedi eccoci a pattinare con gli sci su un vetrato impossibile,ostinatamente non vogliamo mettere i rampant,ma dopo pochi minuti cediamo tutti alla violenza.. 
Salendo scrutiamo tutte le possibilità cercando di andare dove la neve è meno dura ed avere il vento a favore,quindi senza meta precisa andiamo dove ci porta il vento. Il vento ci porta al colle Salè ma ci impedisce di mettere lo sguardo dall’altra parte,cacciandoci di nuovo da dove siamo saliti senza tanti riguardi. Oggi comanda proprio lui,ci respinge a valle presso una roccia che ci offre un riparo. Sembra un’oasi in questa vallone tormentato dalla bufera. Non sembra vero,stiamo al riparo scaldati da tiepido sole ,riusciamo perfino la farci un brulè con un’ottimo barbaresco,e per digerire tutte le cose buone che abbiamo avvallato nello stomaco ci facciamo pure una calda bevanda addizionata con il centerbe,che dai sui 72 gradi lo allunghiamo facendolo divenire un dissetante di una ventina di gradi.
Il Vento ci osserva, non osa disturbaci durante il simposio,ci lascia l’onore delle armi,(siamo nel vallone dell’Arma)cioè di morire della morte che desideriamo,ovverosia,ridere a crepapelle, mangiare e bevere finchè cirrosi non ne segua!
Finita la festa” gabbato lu santu” dopo oltre un’ora in quest’oasi tranquilla ci buttiamo veloci come in vento(si fa per dire…) in una discesa sfrenata,la neve è ancora sciabile,almeno sembra,arriviamo in fondo senza accorgerci di avere superato l’ultimo pendio ghiacciato. Ci troviamo sulla stradina che come “dulcis in fundo” Guido ci offre un termos pieno di” Bicerin” un liquore al cioccolato fatto da sua nonna,un portento!
Guardiamo il vallone appena disceso,una pace assoluta,anche il vento si è placato,oggi ha lottato abbastanza contro quattro ostinati impavidi,tuttavia ha rispettato il nostro spazio liberato e liberante,lasciandoci fare i baccanali,ora è stanco va a riposarsi, anche noi siamo sfiniti,abbiamo tutti bisogno di riposo,abbiamo tutti fatto il nostro dovere,lui soffiare per respingerci, noi difenderci dal suo assalto…poi, domani dopotutto è un altro giorno… la lotta continua… e non solo contro il vento… 
data:7.dicembre-2011
località partenza:sterrate per il Gias Serour
quota partenza 1800 mt c.
quota colle:2400 mt
dislivello:600 mt.
difficoltà MS.
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