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Escursionismo : L'anello dei rifugi della val Pellice
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 10/10/11 21:39
Notizia riferita al: 08/10/11
Letture: 3210

L’anello dei rifugi della val Pellice

Località di partenza: rifugio Barbara Lowrie mt. 1756
Dislivello complessivo: mt. 938 dal rifugio Barbara al col Manzol, mt. 678 dalla conca del Pra al Col Barant per complessivi 1616 mt.
Tempo complessivo: 8 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°7 Val Pellice Fraternali Editore

Questo spettacolare anello sui monti della val Pellice per la sua lunghezza sarebbe meglio suddividerlo in due giorni pernottando al rifugio monte Granero. Se fosse chiuso poco più su esiste il locale invernale, piccolo, freddo, ma ospitale, dotato di 4+1 posti letto con coperte, avendo così il modo si salire su una cima della zona come la Meidassa per il sentiero che sale dal lago Nero, oppure sui monti Granero o Manzol prima di scendere a valle.
L’anello proposto, partendo dal rifugio Barbara, situato nella parte alta della valle dei Carbonieri, si porta al col Manzol da dove si scende al rifugio monte Granero e di qui seguitando alla conca del Pra, bellissima in ogni stagione, dove all’inizio del grande piano sorge il rifugio Jervis aperto tutto l’anno. Per la dissestata strada militare si sale poi al col Barant dove un fabbricato provinciale è stato trasformato in rifugio: il quarto dell’itinerario. Questo colle è raggiunto da una strada che giunge sin qui dal rifugio Barbara, che si prenderà per scendere a valle.
In questo anello si percorrono i sentieri dove si svolge ogni anno una gara di corsa in montagna che tocca appunto tutti i rifugi della val Pellice; dal 2009 l’itinerario è mutato allungandosi; la gara travalica e, transitando per il bivacco Soardi, ai piedi del Bric Bucie, raggiunge il villaggio francese di Valpreveyre ritornando in Italia alla conca del Pra passando per il colle dell’Urina.

Giunti in val Pellice, superato l’abitato di Villar, si prosegue in direzione di Bobbio sino al bivio segnalato per il Vallone dei Carbonieri – Rifugio Barbara. Lasciata la provinciale, superato il ponte sul torrente Pellice, si piega a destra subito portandosi la strada all’interno della valle dove scorre il rio Guicciard. Sempre asfaltata, stretta e ripida, mai cessando di salire, superando via via piccoli insediamenti, più su alcuni alpeggi, raggiunge, al termine di un lungo tratto ascendente, la bella pianeggiante conca delle Grange del Pis dove sorge la costruzione del rifugio Barbara Lowrie nei pressi del quale si lascia l’auto.
Occorre ora superare la cerchia rocciosa che chiude la conca; per far questo, attraversato il torrente, rasentate le vecchie costruzioni dell’alpeggio si individua tra i pascoli la traccia segnata che si dirige verso il canalino posto di fronte che si risale con le svolte sempre più ravvicinate che portano ad un colletto su di una dorsale che si raggiunge con un ultimo ripido tratto. Piegando decisamente a sinistra, la traccia proseguendo s’inoltra sempre più verso il fondo della valle dominata già dall’incombente mole del monte Meidassa con il vicino monte Granero. Lunghi tratti in piano, alternati ad altri dove si sale, consentono alla traccia di progredire e di guadagnare progressivamente quota percorrendo un interminabile, ma piacevole traverso ascendente che supera per via alcuni valloncelli, uno molto scavato, nei quali scorre il rio. Così continuando, di molto più avanti si raggiunge un bivio segnalato: proseguendo diritti si sale al colle Armoine dal quale si scende a Pian del Re, mentre piegando a destra ci si porta verso il col Manzol già visibile. La traccia ben segnata, superato un primo tratto tra le rocce, si dirige verso il canalino posto a destra dell’ampia insellatura. Salendo il sentiero si fa sempre più ripido ed il canalino si restringe sino a che si raggiunge un punto attrezzato con catene che aiutano a superare un insidioso tratto dove occorre prestare la dovuta attenzione specie con neve o ghiacciato. Le svolte che seguono permettono infine di uscire al col Manzol mt. 2694. Volendolo, dal colle si può salire in vetta al monte percorrendo una traccia che non s’allontana molto dal crinale.
2 ore e 30 minuti c.ca dal rifugio Barbara.
Si scende ora dalla parte opposta abbassandosi la traccia con alcune comode svolte verso il piano dove è posto il lago Nero, dominato dagli incombenti monti Meidassa e Granero da una parte e dal Manzol dall’altra, dove troviamo l’indicazione per salire di qui al passo Luisass e ai monti, altro tratto impegnativo tutto su rocce rotte e sfasciumi. Si continua invece sulla sempre ben segnata traccia che proseguendo giunge infine in vista del rifugio Monte Granero mt. 2390 a cui si perviene oltrepassando una zona dove sono frequenti le rocce montonate tipiche della parte alta della val Pellice.
1 ora c.ca dal col Manzol.
Dal rifugio si scende poi all’incantevole conca del Pra e al rifugio Jervis, già visibili. Percorrendo la dorsale o la traccia che s’abbassa stando non lontana dal rio, presto si raggiunge pian Sineive dove troviamo un cippo posto dal CAI a ricordo di aviatori periti in un incidente aereo; dalla parte opposta un modesto ometto di pietre accatastate ricorda quattro alpinisti vittima di una valanga. Qui giunti si può decidere di proseguire per la conca percorrendo il sentiero delle pietre, posto sulla sinistra orografica del ruscello, o quello dei larici, posto sulla destra; qualsiasi scelta si faccia entrambi superano la barriera rocciosa che chiude verso monte l’ampia conca del Pra. Giunti al fondo al grande piano presto si raggiunge il primo alpeggio, quello di Partia d’Amunt; percorrendo l’evidente stradello sterrato che scende lungamente nella valle, superati altri alpeggi, in breve si perviene al rifugio Jervis mt. 1742 a cui si arriva al termine di una risalita.
1 ora e 30 minuti c.ca dal rifugio monte Granero.
Scesi al torrente e ammirata l’incantevole prospettiva che si apre verso monte, lo si attraversa subito individuando, dalla parte opposta, la notevole traccia che porta al col Barant. Questo sterrato, scavato, in cattive condizioni perché non mantenuto, sale lungamente, interminabile, praticando ripetuti tornanti e traversi ascendenti, così raggiungendo l’ultima svolta dove parte il sentiero dell’Autagna che scende a fondovalle Pellice poco prima di Villanova. Notevole è a questo punto la vista sui monti, sulla valle, sul rifugio Jerwis sempre più piccolo e sulle cime all’opposto: dal colle della Croce alle pareti di Longir, al Palavas, al Bric Bucie sino al Cornour e oltre. Con una lunga, ultima diagonale ascendente si esce infine nei pressi del giardino botanico dedicato a Peyronel che si può visitare. Ancora un breve tratto e subito si raggiunge il col Barant o Baracun mt. 2383 appena oltre il quale troviamo quello che può essere considerato il quarto rifugio della val Pellice. Dal colle la vista s’apre verso la pianura sino alla visibilissima Torino e verso i monti. Di fronte si vede la lunga cresta che dal Frioland va alla Sea Bianca con i colli della Gianna e Armoine; sulla destra la punta Plenc sta davanti alla Meidassa e al Granero; sullo sfondo emerge il Monviso. Il col Barant è raggiunto da uno sterrato, tracciato dagli alpini, che ora si percorrerà lungamente per tornare al rifugio Barbara. Si scende al sottostante pian delle Marmotte praticando gli ampi tornanti che si possono evitare con qualche comoda scorciatoia. Oltre il piano si prosegue incrociando sulla sinistra il bivio per l’alpeggio della Rossa con il sentiero che scende a valle. Aggirata una dorsale lo stradello si porta poi decisamente verso il vallone del Pis scendendo all’ampio parcheggio posto di poco sotto il rifugio. Ancora una breve, ripida salita e presto si raggiunge il rifugio Barbara dove questo lungo anello si chiude.
3 ore e 30 minuti c.ca dal rifugio Jerwis.


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