Un anello nel parco dell’Orsiera. Salita alla Punta Il Villano
Località di partenza: Cortavetto mt. 1259
Dislivello di salita: mt. 1400
Tempo di salita: 4 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia - Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore
Camminare nel parco dell’Orsiera, a cavallo tra le valli del Sangone, Susa e del Chisone, è sempre una cosa piacevole poiché il paesaggio cambia continuamente di prospettiva: foreste di conifere si alternano a radure, conche, vallette nivali, ruscelli, ambienti d’alta quota e cime dove non è difficile scorgere animali come il camoscio, qui particolarmente numeroso, avendo, tra l’altro, la possibilità di spaziare in lungo e in largo utilizzando strutture ricettive, come rifugi e bivacchi presenti su tutti i versanti.
Questo itinerario, un ampio anello, mantenendosi sempre sulla valle di Susa, ha come meta la punta il Villano, una delle più impegnative della zona, dalla quale si gode una visuale assai vasta sui monti della media e bassa valle.
Percorrendo con l’auto la valle di Susa sulla statale n° 24 del Monginevro, giunti a S. Giorio si piega a sinistra seguendo le indicazioni per Città – Parco Orsiera. La strada, superando in ascesa alcune borgate, guadagna progressivamente quota e con alcune svolte e lunghi traversi raggiunge più su il bivio che precede Città. Anziché proseguire diritti si prende a destra e con due svolte si sale a Cortavetto. Allo slargo nei pressi della fontana dove la strada termina, si lascia l’auto.
Seguendo le indicazioni per i rifugi Amprimo e Toesca si prende l’ampia, segnata traccia che scende a costeggiare due laghetti inoltrandosi poi nel bosco con una lunga diagonale in falsopiano così raggiungendo la bella radura dove si trova il rifugio Amprimo, il primo dell’itinerario.
Continuando in moderata ascesa lungo la valletta a monte della costruzione, come suggeriscono le indicazioni, la traccia, assai evidente, percorre poi un tratto della morenica dorsale che porta all’aperta conca a margine della quale sorge l’alpeggio della Balmetta. Guadagnata la sommità dei pascoli si incrocia il primo dei due bivi segnalati per il colle Aciano oltrepassato il quale e le due radure che seguono si porta all’interno di un valloncello spesso percorso dalla valanga. Attraversato il rio e percorse le ripide e ravvicinate svolte nel bosco si esce infine al pian del Roc dove sorge il rifugio Toesca o Balmetta mt. 1710, secondo dell’itinerario.
1 ora e 30 minuti c.ca dal parcheggio.
Di qui si prosegue seguendo l’indicazione per il colle del Sabbione - Porta del Villano incrociando subito dopo il bivio segnalato per la Porta del Chiot e le Bergerie dell’Orsiera. Poco oltre, un pilastrino di pietre con croce in legno posto su un roccione, ricorda alcune vittime della montagna. Ancora una piccola radura, poi la traccia si inoltra ripida in un fitto boschetto di ontani alla sommità del quale si esce sulla dorsale erbosa dove troviamo la seconda segnalazione per il colle Aciano. Giunti ai limiti della vegetazione arborea si sale ancora per poco raggiungendo, subito dopo, il bivio segnalato dove si abbandona il sentiero 510 che prosegue per le Bergerie del Balmerotto e il colle del Sabbione, prendendo il 511 per la Porta del Villano, indicazione riportata direttamente sulla roccia. Di qui sino al colle la traccia a tratti diventa poco evidente, ma il sentiero è stato risegnato a puntino e le solite tacche biancorosse non consentono di sbagliare segnando il cammino sino alla sovrastante insellatura. Salendo nella valletta si superano i salti rocciosi iniziali che precedono il ripido traverso tra gli ontani che permette di guadagnare una piccola conca oltre la quale la traccia rimonta gradualmente il pendio con numerose svolte così guadagnando alla sommità il valico della Porta del Villano mt. 2507.
Inizia ora la parte più impegnativa del percorso: la salita alla Punta del Villano. Una traccia, sempre evidente dal colle sino alla cima, percorre da prima in piano il pendio sud est della montagna per poi alzarsi e dirigersi verso un ripidissimo canalino che si risale faticosamente sino all’unico punto un po’ esposto in cui si vede il sottostante vallone del Gravio dove occorre mettere un briciolo d’attenzione. Ad un breve ripido tratto, segue un traverso verso destra fatto per superare un’ampia cengia tra le rocce. Le successive svolte, ora su terreno ora più sicuro, portano alle rocce finali che si aggirano sulla sinistra per la facile ultima breve arrampicata che porta alla vetta alla Punta del Villano mt. 2663 dove sono posizionate due croci in ferro e dove si può ammirare un esteso panorama sulle cime e sulle valli circostanti.
2 ore e 30 minuti c.ca dal rifugio Toesca.
Affrontato con la dovuta cautela il tratto discendente dalla cima alla Porta del Villano, si sceglie ora come itinerario per il ritorno il sentiero 509 che porta al lago Rosso sul versante della val Gravio. Scendendo nella valletta sottostante il colle, si percorre una traccia all’inizio poco evidente che diventa procedendo sempre più marcata. Dopo un traverso tra le rocce rotte, si perde rapidamente quota portandosi la traccia verso un’ampia ed estesa zona a pascolo. Sommariamente segnata, si presume perché pochi scelgono di salire al Villano da questa parte, sono comunque presenti le solite tacche biancorosse, assai dilatate tra loro specie nel prima parte, mentre in quella finale, troviamo soprattutto paletti con agli anelli che segnano il passo nei pendii pascolativi che si attraversano scendendo al Pian delle Cavalle. Superata l’estesa radura, sfiorati i ruderi dell’alpeggio, si incrocia poi la traccia discendente dal colle inferiore di Malanotte, sulla quale si confluisce, prima di affrontare i traversi e le svolte tra gli ontani e i rododendri che precedono il grande piano dove è posto il lago Rosso. Lasciata la traccia che sale ai colli del Vento e delle Vallette, attraversato il rio ci si porta alla fine della conca per poi scendere ripidi percorrendo una traccia che perde rapidamente quota, prima nel boschetto di ontani, poi per aperti pascoli, avendo come riferimento il sottostante alpeggio Mustione. Il sentiero che scende dal lago è evidente e ottimamente segnato dalle solite tacche biancorosse recentemente ridipinte. Si perde rapidamente quota con infinite svolte raggiungendo in basso l’alpeggio dopo aver attraversato su di un ponticello il torrente Gravio e incrociato il bivio del sentiero 506 per la Certosa di Montebenedetto. Ancora scendendo, superato di sotto il rio Coscia di Donna, si percorre poi il successivo tratto stando paralleli al torrente in questo punto assai ricolmo di residui valangosi. La traccia, con poche svolte e un lungo traverso, raggiunge infine la bella radura dove è posto il terzo rifugio dell’itinerario, quello del Gravio, superata di poco la deviazione segnalata per il colle Aciano e il rifugio Toesca (sentiero 517).
Oltre si prosegue restando lungamente su una traccia assai ampia che in falsopiano porta alle dirute case Passet dove, tralasciato il sentiero che scende verso Adret e Città, si continua su quello che s’inoltra in piano a monte delle case e che con un lungo piacevole tratto raggiunge infine Travers a Mont superando i ruderi di Pois e Ambrun, insediamenti da tempo abbandonati. Non resta che proseguire di poco oltre la borgata, in parte ristrutturata, con la bella chiesetta dedicata a S. Lorenzo, e fatto l’ ampio tornante, scendere a Cortavetto dove questo lungo anello si chiude.
3 ore e 30 minuti c.ca dalla Punta Il Villano.
Album foto