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Escursionismo : Salita al Seguret per il colletto Pramand e il colle dell'Argentera
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 22/09/11 23:36
Notizia riferita al: 22/09/11
Letture: 6647

Salita al Seguret per il colletto Pramand ed il colle dell’Argentera

Località di partenza: Slargo presso il ponte sul rio Secco mt. 1645
Dislivello: mt. 1280
Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E La salita alla vetta del Seguret EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n°1 Alta Valle Susa Fraternali Editore

Continuando l’esplorazione della zona a monte di Salbertrand questo itinerario porta alla vetta del Seguret bella montagna dolomitica che domina la piana di Oulx. Il suo nome è di origine celtica derivando da “segu” luogo impervio e inaccessibile; dalla stessa radice “seg” deriva il nome degli antichi abitatori della valle: segusini e segovi.
Raggiunto il colletto non lontano dal forte di Pramand si prosegue lungo lo sterrato che conduce alla caserma delle Grotte del Seguret attraversando ambienti tra i più affascinanti e spettacolari della valle di Susa per quello che si vede in loco e per gli ampi panorami e le prospettive che si aprono allo sguardo. Si percorre, sull’ancora ottima strada militare, tutta la zona posta sotto le ultime propaggini del monte Seguret fatta di guglie, pareti strapiombanti, grotte, anfratti, attraversando ambienti unici e irripetibili dovendo, tra l’altro, anche percorrere la galleria dei Saraceni, tunnel fatto a U, lungo 800 mt. c.ca, costruito dagli alpini per ovviare alla traccia esterna diventata impraticabile dove, per l’attraversamento data la lunghezza, è indispensabile avere una buona torcia elettrica.
Giunti poi alla caserma delle grotte del Seguret si lascia lo sterrato che prosegue verso la zona Bacini e i forti dello Jafferau per salire all’ampia conca del rio Seguret passando dal ricovero Vin Vert dove, tralasciata la traccia per la Cima del Vallonetto, si prende quella per il colle dell’Argentera, già evidente, salendo infine sul monte Seguret cima che presenta un ultimo breve tratto piuttosto impegnativo che va affrontato con un minimo di attenzione. La Cima del Vallonetto e il Seguret sono i monti che dominano questa ampissima conca. Dal colle dell’Argentera si potrebbe scendere a valle dalla parte opposta così percorrendo un ampio anello; purtroppo, poco oltre il colle, un tratto dello spettacolare sentiero che si porta alla Casses Blanches è impraticabile perché franato.

Presa la strada per la valle di Susa, superata Exilles e la successiva frazione di Deveys, dopo un paio di tornanti si lascia la statale per prendere a destra seguendo l’indicazione per Eclause e altre località. Guadagnando subito quota con qualche svolta si raggiunge prima Fenils e poi un successivo bivio dove si prosegue per Pramand presto raggiungendo la borgata Moncellier dove l’asfalto termina. Continuando oltre lungo lo sterrato che sale si raggiunge, con un paio di svolte, la comba del rio Geronda e subito dopo il bivio per Frenèe, che si supera proseguendo verso monte, sino a pervenire all’altrettanto incassata comba del rio Secco. Poco prima del ponte sul ruscello, appena superato lo stradello che sulla destra sale alle borgate Millaures, si può lasciare l’auto a margine della strada.
Si percorrerà ora lungamente in ascesa la strada a fondo naturale che alla fine porterà al colletto di Pramand. In discrete condizioni, alternando brevi tratti in piano ad altri più numerosi dove sale decisa, raggiunto il primo tornante dove sul muraglione di contenimento a monte campeggia la scritta DUX, subito dopo il secondo si stacca sulla destra la traccia per il pozzo del Seguret e la miniera di ferro, attiva sino alla 2da guerra mondiale. Così continuando si supera poi un breve tunnel dove il rio passa di sopra e dove sono veramente imponenti le opere realizzate a suo tempo dal Genio Militare, soprattutto muretti di contenimento e di protezione della strada. Fatte ancora alcune svolte alla fine si raggiunge il colletto Pramand mt. 2087 posto sotto le ultime propaggini del monte Seguret che si dovrà raggiungere.
1 ora e 30 minuti c.ca dal parcheggio.
Avendo più tempo a disposizione ci si può portare verso il forte, ma questa esplorazione è meglio rimandarla ad altra occasione più specifica.
Al colletto Pramand l’ambiente cambia improvvisamente. A ciò che si vede, spaziando con gli occhi, si aggiunge un ambiente circostante particolarmente suggestivo. Il tratto di strada che si percorrerà sino alla caserma delle Grotte del Seguret è quanto mai affascinante e spettacolare. Dopo un tratto in piano, dove a margine emergono guglie e dentini, si affronta il successivo posto sotto un’ampissima parete strapiombante che precede di poco un primo breve tunnel. A questo segue il secondo, di cui s’è detto, lungo c.ca 800 mt, fatto a U, realizzato in quattro anni di lavoro e concluso nel 1929. Le pareti interne sono tutte rivestite di calcestruzzo e la pavimentazione è in pietra sempre coperta di questo materiale; gronda acqua da tutte le parti e percorrerlo in solitaria fa un certo effetto; quando si esce si tira quasi un sospiro di sollievo. Prima di pervenire alla Caserma delle Grotte dei Saraceni è d’obbligo voltarsi indietro per vedere quanto sia fantastico l’ambiente circostante il tunnel nonché la traccia esterna abbandonata con la sua realizzazione.
Appena superati gli edifici della caserma si lascia lo sterrato che prosegue verso i Bacini e lo Jafferau per prendere la traccia che sale verso destra subito dopo la fontana. All’inizio poco evidente, la notevole mulattiera militare, quasi sempre inerbita, sale con continue e ripetute svolte dolcemente il pendio sino a pervenire, alla sommità, ai ruderi del ricovero Vin Vert posto all’inizio dell’ampia conca del rio Seguret. Qui giunti, lasciata la traccia per il colletto Vin Vert e l’altra per i laghetti e la cima del Vallonetto, si prende quella per il colle dell’Argentera già in vista. L’evidente traccia, traversando lungamente sempre in moderata ascesa, compie un ampissimo semicerchio sino ai ghiaioni terminali che anticipano il colle dell’ Argentera mt. 2791 che si raggiunge. La mulattiera militare, oltre il colle, prosegue verso il ricovero delle Casses Blanches, il monte Chabriere per scendere infine nel vallone di Galambra dov’è posto il rifugio Levi-Molinari; peccato che non si possa percorrere perché un buon tratto, poco oltre il colle, è impercorribile e pericoloso non essendo ancora stato ripristinato. Anche qui ambienti suggestivi, lunari.
Per salire in vetta al monte Seguret si prosegue lungo la traccia che percorre il crinale scendendo ad una prima depressione già con una certa attenzione. Sempre salendo si continua seguendo i rari ometti sino ad un ripido, aereo canalino fatto di roccette friabili, posto poco prima la vetta, che occorre affrontare con un minimo di attenzione. Dalla cima mt. 2925, contraddistinta da un ometto e da una semplice croce metallica, panorama ampissimo sulle vette e sulle valli.
3 ore c.ca dal colletto Pramand.
La discesa a valle si effettua seguendo l’itinerario di salita. Volendo si possono percorrere i soffici ghiaioni che dal colle garantiscono una discesa rapida e divertente. Poi, raggiunto e superato il lungo tunnel, ci si può portare esternamente sin dove la traccia si interrompe ammirando le pareti strapiombanti del vallone del Seguret dove il rio precipita verso valle. Non resta che percorrere a ritroso la strada fatta sino al colletto Pramand e poi oltre lungo l’interminabile sterrato sino al ponte sul rio Secco dove questo itinerario si conclude.
3 ore c.ca dalla vetta del Seguret.

VARIANTE BREVE: Volendolo fare ci si può portare con l’auto sino al colletto Pramand. In questo caso la lunghezza del percorso si riduce, come si riduce il dislivello da superare per salire in vetta al Seguret.





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