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Alpinismo : Divagazioni salendo la punta ROMA 3070 mt... 6-settembre-2011
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 07/09/11 14:41
Notizia riferita al: 06/09/11
Letture: 1416

Gita combinata all’ultimo minuto con il mio amico Cornelio,avevo una gran voglia di risalire la punta Roma,ma sono sempre stato esitante per andare al pian del Re in auto, cerco sempre di evitare la confusione, ma ormai le ferie sono finite quindi meno gente. Tuttavia parcheggiamo scaltramente poco prima del pian del Re, l’occhio esperto del don trova un piccolo slargo,fuori dei limiti,ma dentro le regole…(cioè fuori dal parcheggio a pagamento e fuori dai divieti di sosta per non prendere la multa)

Appena ci incamminiamo Cornelio come sempre mi dice:tu parla pure, se poi non ti rispondo è solo perché mi manca il fiato. Ma il mio amico fiato ne ha da vendere,come vedrete…e mi racconta tante di quelle cose interessanti che la salita alla vetta passa in secondo piano. Saliamo passando per il lago superiore,dove negli inverni di magra di neve vedeva le nostre gesta sui pattini, e poi su per i ripidi tornanti che portano all’attacco della nostra montagna,dove la traccia si divide,a destra si va alla Roma ed a sinistra al passo del Colonnello. Si, il passo del Colonnello, sono sempre stato curioso del perchè si chiama così,ma il mio amico è un’enciclopedia vivente salendo la Roma tra una passaggio e l’altro mi racconta il perché….ed incomincia a narrare….

“Forse avvenne ancora in quel 1897. O immediatamente dopo. Esattamente non saprei dire…Ma avvenne. E fu un giorno di quel tempo,quando il colonnello Cerri,presi con se alcuni ufficiali,salì sulla depressione della punta Gastaldi a sud, e della punta Roma a nord, voleva che quei suoi subalterni prendessero conoscenza di quel tratto di cresta affidato,e che dessero una buona occhiata alla valle del Guil.”Se vuoi la pace prepara la guerra”rammentava loro ogni tanto. Chissà se la Francia un giorno o l’altro non si faccia viva a bussare alle porte dell’Italia.
Mentre con molta chiarezza,come il suo stile,procedeva nell’illustrazione della zona accennando ai probabili itinerari di attacco dell’ipotetico nemico ed ai suoi possibili punti di difesa,ecco degli ufficiali degli “chasseurs des Alpes”farsi avanti da punta Roma,non visti sino a quel momento per le molte gibbosità del cresta. E da essi levarsi grida di saluto,ed i nostri a rispondere,ed in un’ attimo,dimenticato che gli uno sono i potenziali avversari degl’altri,farsi incontro. Tra gente di montagna. Tra uomini di pace. Come amici di vecchia data,non più incontratisi da gran tempo. Ci si corre incontro,di roccia in roccia,come ragazzi senza pensieri.
Ma il Cerri infila un itinerario poco felice. D’un tratto è impedito a proseguire da una profonda e larga spaccatura. Non avrebbe che da ridiscendere di qualche metro. “Monsieurs”-gli si grida dalla parte francese,”champagne pour vous!”Non scoraggiatevi! Fate in fretta! Altrimenti diventa caldo!” lo canzonavano.Scoraggiarsi? Chi? Un Alpino? E con un gran balzo,incredibile,pazzesco,piomba tra i francesi. Sbigottiti. Si è giocato l’osso del collo,ma c’è l’ha fatta,e allungando la mano disse: prego,champagne,signori. Come da promessa!
Dopo un gesto simile all’unanimità italiani e francesi decisero che quella depressione fosse dedicata al colonnello Cerri,cui ha dato prova di essere più agile di un camoscio.

In barba al paventato fiato corto arriviamo in vetta alla Roma trasportati dalle ali di quel racconto,l’unica ad non esserne affascinata è Jolie che arriva alla madonnina per prima, poi ho capito il perché,vuole inseguire una cordata che dalla Roma va per cresta verso il Colonnello. Faccio notare al mio amico come essi,giustamente, procedano osservando tutte le norme di sicurezza, come sono cambiati i tempi! non come noi quando in gioventù correvamo per quelle creste con un spezzone di corda da usare al volo e un paio di fettucce, salivamo per quei torrioni come un bambino sale su un’ albero per mangiare le ciliegie. Si mi risponde,eravamo liberi e felici, forse un tantino incoscienti,ma anche fortunati,tuttavia mai fortunati come don Agnese che fu mio insegnante e un tempo parroco della Chiappera…quindi seduto beatamente all’ombra della madonnina godendosi il panorama mi incalza con un altro gustoso aneddoto….

Erano i ruggenti anni 30,allora i preti avevano ancora l’obbligo di portare la veste lunga,avvenne che un giorno don Agnese, accompagnò sulla Greguri Alberto re dei Belgi,cui soleva passare i suoi ludi alpestri in val Mayra. Fatto stà che durante la discesa questo parroco alpinista in abito talare,cadde e per un caso fortuito la veste si impligliò su uno spuntone e ne rimase appeso,ma salvo, sull’orlo del precipizio. I maligni dissero” a questi preti va sempre tutto bene, perfino la veste lunga li protegge! Ma questo parroco rispose loro” se non avessi avuto la veste lunga non mi sarei inciampato! “

Sale la nebbia e noi scendiamo,durante la discesa incontriamo alcuni che salgono,sono stupiti di vedere Jolie a correre per i passaggi e placche di roccia. Quando arriviamo alla corda fissa mi squilla il telefono,sempre nei punti più topici suona questo “ombelico”con il mondo! Io e Cornelio stiamo disarrampiccando tenendoci alla corda,ho un mano libera,rispondo,è Pinu’d Setu oggi il grande assente che vuole salutare i suoi amici che oggi non ha potuto incontrare… Arriviamo al pian del Re parlando di tutto e di più,parliamo di Alessandro Magno,io gli domando come mai che dopo aver distrutto il potentissimo esercito persiano e messo in fuga re Dario,quando entrò in Babilonia fu accolto, acclamato e osannato con tutti gli onori dal popolo, Il mio amico mi risponde” Il popolo sta sempre dalla parte dei vincitori, così non ha bisogno di lottare… Poi parliamo di Nerone e altri imperatori dell’antichità caduti in disgrazia,io li racconto la perorazione di un signorotto del medioevo che pur accattivarsi il consenso dei sudditi del suo villaggio durante un suo discorso prometteva ”...e faremo anche un ponte!” Alcuni dei presenti si guardarono in faccia poi li fecero notare:ma…non abbiamo un fiume! “Allora faremo anche il fiume!” Rispose imperiosamente…

A questa mia storiella il mio amico sentenziò:”quos deus vult perdere,prius demantat! (quelli che dio vuole mandare in rovina,prima li fa diventare dementi!…così si rovinano da soli!

data:6-settembre- 2011
località partenza:pian del Re
quota partenza:2022 mt.
quota vetta:3070 mt.
dislivello: 1048 mt.
difficoltà: F.

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Commenti
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Autore Commento
klaus
Inviato: 7/9/2011 22:30  Aggiornato: 7/9/2011 22:30
Guru
Iscritto: 14/2/2010
Da: Magliano Alpi
Inviati: 698
 Re: Divagazioni salendo la punta ROMA 3070 mt... 6-settem...
Questo tuo amico prete e' certo meglio di don Camillo...e tu sei meglio di Peppone !

A proposito di storielle...
Cesare, Cesare, il popolo ha fame e non ha il pane !
E allora? Che mangino Brioches!

Cesare, Cesare, il popolo chiede sesterzi !
...No, tiro dritto...

Ciao
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