Oggi solo i migliori sono arrivati in vetta al Lamet,Jolie e il mio amico Vanni… Mi spiego:La bufera locale di ieri,nonostante che fosse una giornata splendida da per tutto, dalle parti del Moncenisio nubi di tempesta hanno portato un forte calo delle temperature e la prima neve della stagione, in modo da trasformare la facilissima salita alla vetta del Lamet in un’ insidioso scivolo di verglas con un pelo di neve durissima coperto da una patina di ghiaccio,il tutto su pietraia malferma tenuta assieme dal gelo.
L’avevo già dovuto capire salendo per il lungo pendio che porta al Baracon de Chamois,avevo notato una traccia di discesa con i ramponi. Ramponi? Con il grande caldo dei giorni scorsi,non mi sembrava proprio il caso di portarli,ed ho fatto un grande errore di “leggerezza”,per avere lo zaino un pò più leggero… Quando si sale a certe quote bisogna sempre averli nello zaino,cosa che ho sempre fatto ma questa volta per non caricare troppo la schiena che fortunatamente comincia ad andare,poi… solo per il Lamet…
Che giornata! Forse la più bella e limpida dell’anno,la salita procede senza intoppi fino verso i 3300 mt di quota,quando su per gli sfasciumi m’accorgo che il terreno è ghiacciato coperto da uno strato di “pacciarina” da rendere la salita molto scivolosa. Pensare che laggiù nel baule della macchina c’è un paio di ramponi che stanno ridendo, mi metterei a piangere,sigh! Quando sbuchiamo al Signal du Lamet ci appare un paesaggio lunare ,bellissimo,il gelo la fa da padrone,ben evidente è il facile sentiero che porta in cima,è innevato,ma di neve ghiacciata,con i ramponi sarebbe facilissimo,invece così è estremamente pericoloso. Per la salita optiamo per il filo di cresta,il terreno è un po’ meno “sporco” dal ghiaccio. Certo, da queste parti la pietra non è delle migliori,anzi…comunque in qualche modo riusciamo ad arrivare all’anticima 3483 mt. fino alla sella sottostante la vetta,ma poi ho paura continuare ,quando ci si è già rotto una gamba causa del ghiaccio,qualcosa ti resta dentro che morde un po’ il freno. Incito Vanni a proseguire, Jolie lo segue,anzi fa continuamente la spola tra il mio amico e me,ma vedendomi irremovibile alla fine segue definitivamente Vanni fino in punta. Da lassù la cagnetta beffardamente mi guarda scuotendo la testa , mi sta commiserando. Come sono caduto in basso,vedere il mio cane che arriva agilmente sulla cima,mentre sono li sotto malfermo sulle gambe ad annaspare tra rocce e ghiaccio.
Quando il gruppo si ricompatta,scendiamo al vicino Signal du Lamet,dove annego la mia sprovvedutezza di non aver portato i ramponi in un paio di bottiglie e il centerbe. Vanni è entusiasta per il panorama che ci circonda,io ammirando il lago del Moncenisio da lassù,non trovo le parole per esprimere tanta beltà,ma mi vieni in soccorso il Gianfri,il dissacratore, dicendomi:” en fund,a l’è na tampa piena d’eva!” e spazza via tutta la poesia…
Lunga e comoda discesa sul sentiero militare,sono contento che la schiena va bene,quando arrivo dico a Carla che non sono arrivato in vetta per pochi metri,perché non avevo i ramponi, alché ella si inalbera,apostrofandomi: Ma come! fare tutti quei km e non andare in punta perchè ti manca l’attrezzatura! è inconcepibile da parte tua! quando si va in quei posti i ramponi vanno appesi al collo,in modo di averli ancora più a portata di mano!ma la bottiglia non l’hai dimenticata vero? E giù altre invettive…E dopo lo smacco subito lassù da Jolie per la seconda volta nella giornata mi trovo annichilito a ricevere una salutare cura di rimproveri, non ho la forza di difendermi ,ha tutte le ragioni….
data:28-agosto-2011
località partenza:slargo alla curva della Carrieres du Paradis
quota partenza:1900 mt. c.
quota vetta:3504 mt.
dislivello:1600 mt. c.
difficoltà da EE a F secondo le condizioni
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