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C'era una volta : L'abete bianco di Pratovigero
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 13/06/11 22:54
Notizia riferita al: 13/06/11
Letture: 2084
C'era una volta

L’abete bianco di Pratovigero

Dove ho casa, a Pratovigero sopra Trana, ho piantato di tutto e molte cose che lì ci sono le ho raccolte nei posti più impensati, spesso durante i miei giri in montagna. Questa particolare passione ho cercato ovviamente di trasmetterla ad altri, in primo ai miei figli; anche agli scouts dove ho fatto il capo per tanti anni. Quando organizzavo delle “uscite” all’aperto d’un certo impegno, ero solito farmi il giro in solitaria alcuni giorni prima, un po’ per ragioni di prestigio, un po’ per valutare difficoltà ed imprevisti.
Molto tempo fa, ricordo nel giugno del 1984, pensai di proporre loro un anello nel parco dell’Orsiera con pernottamento al rifugio Amprino a Pian Cervetto. Il giorno dopo saremmo poi ridiscesi a valle a Mattie transitando prima per l’alpeggio abbandonato della Comba e poi per quello delle Toglie.
Alcuni giorni prima, raggiunta con l’auto Cortavetto, mi fu facile arrivare sino al rifugio, zona che conoscevo molto bene, poi alla Comba ed infine all’alpeggio delle Toglie dove non ero mai stato. Da poco era stata tracciata una strada di servizio all’alpeggio che aveva sconvolto non poco la bellezza del posto. A margine di una ripa franosa ed instabile, arginata con un muretto di contenimento, spiccava una minuta piantina di comunissimo abete bianco facilissima da raggiungere. E qui mi venne l’idea. Con un bastoncino la scalzai con un po’ della sua terra e la misi nel bicchiere di alluminio che portavo sempre con me avvolgendola poi all’interno di una maglietta di ricambio. Alcuni giorni dopo, proprio nel giorno in cui mio figlio Davide compiva 6 anni, gli dissi: “Oggi è la tua festa e per ricordare questo avvenimento mamma ti ha preparato la torta ed io ti faccio piantare questo piccolo abete in ricordo di questo giorno”. Così facemmo. La nostra, più che una certezza, era una speranza, cioè quella di veder crescere questo albero, anno per anno, così come cresce un figlio. Oggi Davide ha 33 anni ed è cresciuto molto ed ora ho anche un nipotino che si chiama Tommaso. Anche l’abete bianco non è stato da meno. E’ cresciuto forte e rigoglioso e oggi è alto più di 5 metri. Lo si può vedere sul retro della chiesa di S. Pancrazio a Pratovigero vicinissimo ad un suo gemello di uguale statura. Ma quest’altro è un abete rosso e la sua storia ve la racconterò un’altra volta.
Un’ultima cosa: l’uscita con gli scouts fu una tragedia perché la domenica piovve tutto il giorno. Arrivammo bagnati fradici alla stazione di Bussoleno e solo sul treno avemmo modo di cambiarci.

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