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Escursionismo : Un anello nella valle del Sangonetto per le borgate del Ciargiur, il Roc du Yermou e l'alpe Palè
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 04/05/11 17:36
Notizia riferita al: 04/05/11
Letture: 3693

Un anello nella valle del Sangonetto per le borgate del Ciargiur, il Roc dou Yermou e l’alpe Palè

Località di partenza: Borgata Giovalera zona Cervelli mt. 890.
Dislivello complessivo: 800 mt.
Tempo complessivo: 5 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa Valle di Susa – Val Sangone oppure Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone

La prima parte di questo anello, sino alle borgate del Ciargur, si svolge in val Sangone. Saliti sul panoramico ammasso roccioso del Roc du Yermou, ci si addentra poi nella valle del Sangonetto percorrendo un lunghissimo, interminabile ma piacevole traverso in falsopiano, sotto i Picchi del Pagliaio, che conduce alla fontana di Pian di Pieia, punto più elevato del percorso, da dove ci si abbassa verso l’alpe Palè. Seguitando su un ripido sterrato, si scende poi al torrente Sangonetto, che non si attraversa, perché si prosegue per la borgata Dandalera da dove si risale ad alcuni insediamenti, tutti da tempo in abbandono, percorrendo appresso un’altra piacevole traccia che riporta alla borgata Giovalera dei Cervelli dalla quale si era partiti. Bello, vario, mutevole, questo itinerario non richiede particolari accortezze se non nel tratto terminale superata la borgata Dandalera in quanto ci si sposta lungo sentieri poco percorsi, non segnalati e neppure segnati, come del resto altri tratti di questo itinerario.

Giunti alla rotonda posta davanti alla parrocchiale di Giaveno si prosegue in direzione Coazze. Tralasciando la successiva diramazione per Coazze, Selvaggio e Pontepietra, ci si mantiene sempre sul fondovalle, direzione Forno, raggiungendo infine il ponte sul torrente Sangonetto che si supera.
Appena oltre, sulla destra nei pressi di un bel pilone votivo, troviamo l’indicazione per Cervelli e altre borgate. La strada subito sale e alcune svolte permettono di guadagnare quota sino al successivo bivio dove si prende a sinistra per Giovalera e Ostorera raggiungendo in breve un segnalato parcheggio, a lato della strada, dove si lascia l’auto.
Si prosegue per poco lungo la strada, sino ad un pilone votivo dove l’asfalto termina ed inizia lo stradello che conduce alla borgata Ostorera. Poco dopo, sulla destra, si stacca un’evidente traccia, che, come s’inoltra, si fa sentiero subito raggiungendo una chiusa valletta con rio oltre la quale si sale ripidi sino a pervenire all’insediamento abbandonato delle Prese Ostorero. La traccia, segnalata di giallo e scavata dal ruscellamento, oltre le case prosegue per un lungo tratto sempre in forte ascesa; a tratti nel bosco ne seguono altri sulle pietraie sottostanti delle pareti rocciose sino a che si affrontano le svolte finali che immettono su un colletto- dorsale, nei pressi di un pilone votivo, avendo in vista da una parte le borgate del Ciargiur, sulla destra l’ampio panoramico panettone della cima Falconiera sulla quale, volendolo, rapidamente si sale. Ritornati sui propri passi in breve si raggiunge prima il Ciargiur da Val, poi a quello di Mezzo, dove il CAI di Coazze ha allestito un piccolo rifugio autogestito, ed infine a quello d’Amunt dove troviamo una bella chiesetta e una fontana dedicata al beato Pier Giorgio Frassati che tanto amava questi monti.
1 ora e 30 minuti c.ca dal parcheggio.
Oltre, la traccia riprende ripida alzandosi lungamente su una boscosa dorsale trovando alla sommità una prima indicazione, dove si prende a destra per l’alpe Palè, continuando, al successivo bivio, per il Roc du Yermou. Il sentiero segnato sale poi al colletto-dorsale dove, con una breve deviazione, ci si può portare su questo panoramico ammasso roccioso, detto anche “La bella Addormentata”, con bella vista sul fondovalle, sulle borgate del vallone del Sangonetto e sui monti.
Mezz’ora c.ca dal Ciargiur d’Amount.
Oltrepassata la dorsale, inizia un lunghissimo tratto in falsopiano. La notevole traccia, sorretta a valle dai muretti a secco e stretta a monte dalla vegetazione, s’inoltra lungo il pendio compiendo un interminabile traverso quasi pianeggiante. Superata una valletta con rio, poco dopo ci si alza con alcune svolte sino a che si guadagna un caratteristico ammasso roccioso che si lascia sulla destra. Ancora un tratto in piano ed infine si raggiunge la fontana di Pian di Pieia mt. 1629, dell’acero, punto più elevato del percorso, e subito dopo delle indicazioni.
Qui giunti si lascia la traccia che prosegue diritta per l’alpe di Giaveno e ancora oltre, per prendere quella che s’abbassa verso valle segnata inizialmente da tacche biancorosse, poi gialle o rosse, poche e sbiadite, che comunque aiutano non poco nell’individuazione del sentiero, per altro sempre evidente. Si percorrerà sino all’alpe Palè un tratto del sentiero “Val Sangone quota 1000” scendendo un il pendio con una lunga serie di traversi, intervallati da svolte, che consentono alla traccia di abbassarsi gradualmente, avendo in vista, in basso gli edifici dell’alpeggio che si raggiungono al fondo di una dorsale.
1 ora e 15 minuti c.ca dal Roc du Yermou.
Abbandonato l'alpeggio, posto in un’incantevole posizione, si percorre lungamente lo stradello sterrato che scende a valle; per evitare che il fondo si rovinasse il tratto più ripido è stato cementato. Fatte un paio di svolte, alla fine si raggiunge il fondo, dove, presso delle indicazioni, la strada passa sull’opposto versante affrontando l’attraversamento del rio di valle. Invece si prosegue per la borgata Dandalera che si raggiunge dopo aver percorso, ancora su uno stradello, un lungo tratto in falsopiano nella faggeta.
Lasciando la borgata, ora diventata un alpeggio, occorre prestare molta attenzione perché c’è il rischio di perdersi. Sempre in costante ascesa si devono raggiungere nell’ordine quattro insediamenti, abbandonati da tempo, tutti con le case in disfacimento. Il terzo è posizionato molto più su della traccia e appena si intravede. Comunque, lasciando Dandalera, si segue la traccia a monte delle case, che attraversa in piano le praterie, per inoltrarsi poi nel bosco raggiungendo, più avanti, il primo gruppo di case in abbandono. Si sale una dorsale erbosa, sino ad una vasca, per poi proseguire nel bosco presto raggiungendo un secondo insediamento oltre il quale la traccia riprende alla sommità del prato. Un altro tratto di bosco precede le successive case poste più in alto rispetto al sentiero. Le ultime si superano dopo aver oltrepassato una chiusa valletta. Poi la traccia si amplia e si cessa di salire. Si percorrerà d’ora in avanti e lungamente un interminabile, ma piacevole sentiero nel bosco. L’ampia traccia si snoda inizialmente in piano nel chiuso della faggeta; poi in questa se ne immette un’altra che scende direttamente sin qui dalle superiori borgate del Ciargiur. Molto più avanti si perde quota, ma sempre molto dolcemente. Spesso la vegetazione si apre mostrando sull’opposto versante le numerose borgate della valle del Sangonetto. Così continuando alla fine si raggiunge una canaletta, da tempo asciutta, che portava l’acqua del torrente ai prati delle borgate dei Cervelli. Oltrepassata la canaletta si scende ed in breve si raggiunge uno slargo a monte delle case di Pantera. Qui giunti si scopre che il sentiero percorso è stato dedicato a don Zanella, parroco dei Cervelli per moltissimi anni. Non resta che scendere ancora di poco e, oltre una caratteristica fontana da poco risistemata, prendere a destra salendo al parcheggio, dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dall’alpe Palè .

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