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SciAlpinismo : Quota 2980 mt.c. ai piedi del pic d'Astì...24-gennaio-2011
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 25/01/11 15:43
Notizia riferita al: 24/01/11
Letture: 1354

Questa mattina i miei amici hanno scelto l’intinerario per me; mi vogliono portare a Bric la Piata,è breve,quasi in piano, se non ti senti ancora con gli sci puoi salire a piedi,noi ti aspettiamo con un buona bottiglia,mi dicono...Come? La Piata! un’oretta di salita! non sono mica moribondo! E con un’ impeto d’orgoglio propongo io la gita. Andiamo in un posto molto bello,un luogo conosciuto ma in un’ angolo nuovo,dove nessuno di voi non è mai andato,è un mammellone di quasi tremila metri ai piedi del Pic d’Astì,un posto fa-vo-lo-so!

In effetti loro mi avevano provocato,volevano che tirassi fuori la mia ricerca,e l’antico vigore,quindi,eccoci alla dogana di Chianale partire con meno otto. Oggi ad allietare il panorama già li per se bellissimo,c’è Noemi con la sua innata allegria, poi c’è Ende e Walter uno dei terribili fratelli Galliano,ma soprattutto abbiamo reclutato un don Cornelio più in forma che mai.

Che giornata! non un filo di vento,a parte fino alla “Pera S-ciapà che occorre seguire la strada che sembra una pista la bob,talmente è lucida e ghiacciata, ma poi...il vallone dell’Agnello è semplicemente favoloso,neve non primaverile ,ma ruvida e portante, saliamo chiacchierando e sparando c...ne diciamo di tutti i colori,tanto Cornelio è sordo,ho fa finta di non sentire. Ci inoltriamo nel vallone che passa sotto il colle dell’Agnello vecchio che si incunea tra Le Pain de Sucre e il Pic d’Astì siamo a poca distanza dagli intenerari canonici ma pare che nessuno veda questo angolo di paradiso, non un traccia e tanta bella farina,sembra che la montagna abbia indossato la sua veste migliore per noi.

Manco a dirlo non mi accorgo che sono stato fermo per un mese,e la traccia da battere è tutta mia. Alla chetichella arriviamo in vetta,si fa per dire,è un bel dosso arrotondato che pare una mammella. Quando siamo tutti in vetta Walter stappa un’ottima bottiglia di un vino chiamato “inferno”è brinda con noi augurandoci di seguirlo allegramente in qul luogo di castigo eterno. Come bere alla fontana della conoscenza,quel nettare sviluppa la nostra curiosità, ci chiediamo come mai, un bel luogo così, non abbia un nome e non sia segnalato sulle cartine. Chiediamo a don Cornelio, che tutto sa, come si potrebbe chiamare una cima così”sensuale”Non ha dubbi,vista la morfologia,ci dice che potrebbe benissimo chiamarsi “Seno di Giunone” poi ci spiega il perché,noi aspettiamo a bocca aperta di essere eruditi da quel pozzo di sapere. Anche la coronata delle pareti che ci circondano paiono inchinarsi per ascoltare meglio la sua storia... Dovete sapere;continua,che Giunone era una dea molto prosperosa e moglie di Zeus che era il padre degli dei dell’Olimpo,ma nonostante che Zeus avesse una donna cosi avvenente,non li bastava perché aveva anche il dono dell’incontinenza. Non si accontentava,mai,e ogni tanto faceva un’incursione sulla terra tra i mortale a caccia di “PILU”infatti nella mitologia greca é piena di semidei figli di quel mandrillo... Un po’ come il “nostro” Silvio!escalmo,anche lui è molto sensibile al fascino femminile,ma c’è una cosa che non mi torna;alcuni anni fa egli subì una di quelle operazioni alle parti intime,che ti fanno diventare a far parte della confraternita di sant’Andrea,cioè,di quelli che hanno solo più l’idea. Allora,come fa essere così circondato da tanto “PILU”senza assaporare le sue prelibatezze,è come essere affamato ,trovarsi davanti una mensa sontuosamente imbandita e non aver i denti per mangiare! Al ché Cornelio ci dice:dovete sapere,che gli uomini di una certa età diventano teneri,hanno bisogno di coccole e tenerezze. Oh! che tenerone è questo Silvio! esclamiamo tutti in coro.

Per fortuna arriva un colpo di vento che porta via le nostre parole,è ora di scendere,siamo stati lassù quasi due ore,che sono volate,salutiamo il pic d’Astì e le Pain de Sucre,e ci buttiamo giù in quella farina inaspettata, ma anche sotto non è stata male, la neve dura ma non gelata mi ha permesso di ritrovare l’antica confidenza,tuttavia con molta, molta attenzione,per me è proibito cadere, ma ho gli amici che mi controllano,mi stanno dietro pronti a raccogliere i miei pezzi. Sulla strada le lamine nuove hanno fatto il loro lavoro,non deve succedermi niente,domani devo andare alla visita di controllo,che figura farei se mi infortunassi proprio ora! Poi dovrò chiedere ai medici se potrò portare lo zaino, incominciare a fare sci-alpinismo etc. etc. Infatti mi sentirò dire proprio quello che volevo,perché quando li ho fatto roteare il braccio con disinvoltura davanti a quel camice bianco, il medico mi dice:fa tutti gli sforzi che vuoi,ma aggiungendo, senza esagerare,mi raccomando!


data:24-gennaio-2011
località partenza:barra della dogana di Chianale
quota di partenza:1870 mt
quota vetta:2980 mt forse....
dislivello:1100 mt.
difficoltà MS

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