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Come eravamo : Un giorno da "Scherpa!"...
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 27/12/10 16:05
Notizia riferita al: 27/12/10
Letture: 2518
Come eravamo

Quell’anno fui “complice”di un’impresa alpinistica compiuta dal mio amico Guido,che in quel periodo era compagno di tante gite...Per raccontarvi cosa abbiamo combinato devo spostare le lancette del tempo indietro di un trentina di anni... Correvano gli anni ottanta, il mio amico in quei tempi collezionava “prime”sia su roccia che su ghiaccio,ma aveva un sogno irrealizzato,”la via diretta al triangolo di Viso con attraversata al colletto Pensa”Questa impresa voleva farla in solitaria e pure in invernale!però aveva bisogno di un’ amico, che avesse le doti di un mulo per i punti d’appoggio. Conoscendo le mie capacità, mi scelse come compagno d’avventura. Quindi... in un freddo pomeriggio di gennaio,salimmo il vallone di Vallanta per andare a pernottare nell’invernale del rif. Gagliadone,che era una ghiacciaia. Allora il comodo Vallanta con riscaldamento non esisteva ancora,nemmeno nelle menti più innovative...

Alla sera Guido era molto concentrato,parlava poco,al contrario io,che per stemperare un po’ parlavo molto,li dicevo scherzando:ma cosa sarà mai!dall’attacco al colletto saranno si! e no! solo seicento metri di dislivello,poi dopo il primo tratto di misto hai solo più il lenzuolo del Triangolo,è tutto bene innevato che si salirebbe con gli sci,poi dall’altra parte per scendere,due o tre doppie e voilà! che la traversata è belle che fatta!Una bazzecola,un quisquiglia!una pinzillacchera! aggiunsi. Lui mi conosceva bene,sapeva che quello era il mio modo di “staccare un pò’”Di gitoni in sci-alpinismo assieme ne avevamo fatti tanti,sapeva che ero una “spalla” solida(non come sono ritotto ora) cui appoggiarsi...Li raccontai ancora due barzellette e poi a nanna.

Il giorno dopo,ancora notte,salimmo silenziosi il ghiacciaio Vallanta,l’avvicinamento all’attacco io lo feci con gli sci, mentre il mio compagno preferì lasciarli al rifugio dove li avrei recuperati. Egli era tutto carico mentalmente,sembrava un guerriero pronto per la battaglia,invece io di carico avevo solo lo zaino, lo aiutavo a portare qualche bene di conforto e del materiale che li avrebbe dovuto servire per la salita. Arrivati contro le prime rocce Guido alzò lo sguardo su per la parete la valutò con occhio esperto,era al cospetto di qualcosa di trascendente,cui si è rapiti da forze misteriose che trascinano verso l’alto e l’ignoto cui nello stesso tempo fanno volgere lo sguardo dentro di noi. Regnava un silenzio assoluto,fece una scelta accurata del materiale da portare su,poi come un ginnasta fece delle flessioni per scaldare i muscoli,e...quindi mi fissò con uno sguardo eloquente,li diedi una pacca sulle spalle... e con un balzo felino incominciò ad arrampicare.

Mi allontanai un po’ dalla parete in modo da seguire meglio da sua ascesa,lo vidi salire lento ma sicuro il quello splendido inferno di rocce e ghiaccio, aspettai ancora un po’ poi gli urlai,”tut a post?” “tut a post!”mi rispose...allora giù in fretta con gli sci,ora toccava a me! Ma prima ancora un’ ultimo sguardo alla parete,sembrava impossibile che lassù ci fosse un cuore che batte... Dovevo recuperare i suoi sci e bastoncini al rifugio,scendere fino alle grange Soullieres per poi salire il vallone delle Forcioline e raggiungere l’Andreotti,dove avevamo appuntamento per la sera. In quel giorno di gelo lassù c’eravamo solo noi,due amici che ognuno a suo modo andava alla ricerca di se stesso.

Salire il ripido canale delle Forcioline non fu facile,la neve era ventata,troppo ripido per salirlo con gli sci,troppo faticoso salirlo a piedi,trovai un compromesso,salii con i miei sci in spalla e gli sci di Guido li legai con un cordino e li trainai a strascico,così lo zaino era “solo” poco più di venti chili! Che fatica ragazzi! salire quel canale!,a volte sprofondavo fino alla pancia,ma finalmente arrivai al lago delle Forcioline,lo attraversai al centro, pareva un piccolo mare, ero solo un puntino nell’immensità. La sera avanzava inesorabilmente, ancora due ore di luce ,si! e no!, e cinquecento metri di dislivello,sono in tabella,pensai, ma guai al più piccolo intoppo. Presi la scorciatoia passando sotto punta Fiume,in modo che in breve mi trovai sulla morena del ghiacciaio Sella. Il silenzio era assoluto,nemmeno un filo di vento,ogni tanto mi fermavo,scrutavo verso il colletto Pensa, drizzavo le orecchie,con la speranza di vedere e udire una presenza umana. Nulla! Ero oramai in vista dell’Andreotti,nessuna traccia di Guido. Mah! sarà già nel bivacco,pensai,intanto il cielo cominciava a tingersi di rosso. Presto arrivai sotto la rampa finale,nessuna traccia saliva al bivacco. Mi guardai attorno,scrutai il Viso di Vallanta,non scorsi nulla,mi avviai a salire al bivacco, quando sentii urlare da dietro”Jacopooooo!!!!,così mi chiamava...Mi voltai di scatto lo vidi scendere di corsa sul ripido pendio nevoso,mi si allargò il cuore e urlai”heiiii Fonzieeeeee!!!!,così lo chiamavo. Raggiunsi in fretta l’Andreotti,”stravacai”lo zaino a terra,accesi delle candele,era quasi notte,stappai una bottiglia da “stup”una di quelle che pesava il vetro che il contenuto,mentre Guido mi raggiunse,era irriconoscibile,il suo viso stravolto dal freddo e dalla fatica emanava un’aurea di felicità. Misi subito sù un buon “brulè”che ci scaldò dentro,e misi il termometro fuori,ma lo ritirai subito prima che scoppiasse,in un’ attimo era sceso a meno venticinque.

Usammo tutte le coperte che c’erano . Guido non finiva più di raccontami delle difficoltà incontrate ma anche delle sensazioni meravigliose provate,poi a poco a poco le sue parole furono sostituite da un regolare ronfamento,starà già sognando altre imprese...pensai,spensi le candele e mi coprii con un “quintale”di coperte...

Le primi luci dell’alba ci trovarono già sci ai piedi,scendemmo in fretta,lui doveva “fare”il pomeriggio alla Michelin.Nel canale delle Forcioline nella notte il vento formò una gonfia,staccammo un piccola valanga, poi giù con la ali agli sci per il sentiero innevato che porta a Castello. L’aria pungente ci tagliava il viso,Guido era felice,ogni tanta urlava,”eccezziunaaale verameeente! alla Abatantuomo,come sapeva fare solo lui. Anch’io fui raggiante di gioia per aver contribuito, anche se solo in minima parte, alla realizzazione del sogno del mio compagno, felice di avere provato un giorno da “scherpa!”


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Autore Commento
icio
Inviato: 30/12/2010 13:49  Aggiornato: 30/12/2010 13:49
Matricola
Iscritto: 21/10/2010
Da:
Inviati: 4
 Re: Un giorno da "Scherpa!"...
ciao Jacolus
lu sei che cun Guido las fane pi che Pluto

A proposito due o tre giorni fa ho incontrato una persona che vive nel mio paese e che dice che è stato lui a coniarti il nome Jacolus,chissà se ti ricordi chi è

Autore Commento
roberto55
Inviato: 27/12/2010 21:42  Aggiornato: 27/12/2010 21:42
Guru
Iscritto: 28/12/2007
Da:
Inviati: 3570
 Re: Un giorno da "Scherpa!"...
Guido..Guido…sarà Guido Ghigo!!
Grande!!!!
Uomo modesto ma che ha lasciato il segno nelle Alpi Occidentali….
Chissà quanti ricordi hai Jacolus! Attendiamo la prossima storia!

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