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SciAlpinismo : Una notte al Garelli...8-9-dicembre-2010
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 10/12/10 10:44
Notizia riferita al: 09/12/10
Letture: 1466

Com’è triste veder piovere sulla neve farinosa,è come assistere impotenti alla distruzione di un’opera d’arte, ma cerchiamo sempre di prendere il lato positivo...Con il Gianfi avevo in mente di salire Il Pian Balaur poi al ritorno passare sulle punte Sestrera per poi buttarci giù nel ripido e solitario vallone di Serpentera,ma...I capricci di Eolo e gli enormi sbalzi di temperatura che hanno reso la neve in una pista di pattinaggio,hanno fatti si che ci adattassimo a più miti propositi...

Arriviamo nel primo pomeriggio al villaggio dell’Ardua,saliamo per le piste da fondo su una bella “pacciarina”avvolti da una malinconica bruma. Vedo una guardia forestale che dalla finestra del suo ufficio mi osserva con Jolie,spero che non mi dica niente,lo so che non si possono portare i cani quassù ma...come si fa lasciarla a casa, quando mi vede partire mi salta fino in testa dalla gioia!Poi a lei piace andare nei rifugi,sa che può dormire ai miei piedi. Ma per fortuna, la guardia, guarda soltanto non mi dice niente,ci sono ancora persone tolleranti.

Arriviamo al “Salto del Pesio”dove finisce la pista,e ci si inerpica su per la pineta,c’è solo più una traccia a piedi in discesa,strano! mi domando,ma poi capiremo... Praticamente si sale su affondando gli sci in una belle polenta appiccicosa,per fortuna si rasserena,così abbiamo mezz’ora più di luce. Saliamo seguendo quelle tracce in una trincea di sentiero,impossibile scendere con gli sci,infatti fuori dal bosco quando l’innevamento è migliore e il pendio più dolce ecco una traccia di sci che scende. Costui ha voluto salvare le gambe e gli sci esattamente come faremo noi domani mattina...

Arriviamo al rifugio che è ormai notte,non c’è nessuno! pensare che con il mio amico sapendo che c’è il ponte pensavamo di trovare gente, poi sarà per il meteo sfavorevole e un pò questa neve da “amatori”assommando le condizione pessime di innevamento nella pineta hanno scoraggiato tutti,meno noi,che a volte ce le andiamo proprio a cercare queste situazioni da tribolare solo per la soddisfazione di tribolare,e riderci sopra.

Per prima cosa entro nella legnaia a prendere alcuni pezzi di tronco di durissimo faggio di questi luoghi, un’ albero che cresce molto lentamente e la sua legna offre un altissimo potere calorico. Ci armiamo di sega e “apiot.”la sega era in dotazione ,ma l’ascia me la sono portata io nello zaino,fa parte del “corredo di autosufficienza” che mi porto dietro quando vado ai rifugi... e nel buio della notte quattro braccia vigorose sono intente a spaccare legna! Mille occhi ci osservano,sono sono i folletti del pian Balaur,siamo venuti a disturbali. Infatti l’etimologia di questa montagna deriva dalla radice Baal antica creatura del male Assiro Babilonese,da qui molti nomi assomiglianti, frequenti di queste montagne evidenziavano i luoghi dove le streghe celebravano i lo riti sabbatici.(bal dlè masche).

La stufa dell’invernale è un vero portento,brucerebbe perfino il ghiaccio,un pò l’ambiente caldo, un pò un buon bicchiere (un dietro l’altro)fa si che incominci una veglia al lume di candela,a tenere il”boch ‘n man” è il mio amico,da qualche tempo ha trovato un nuovo lavoro,dopo che la fabbrica cui era prima ha fatto fallimento,io li chiedo se è contento,e lui mi risponde:”Mi sento come mi avessero fatto fare un matrimonio d’interesse, sai...come quella zitella che in gioventù è stata sedotta e abbandonata,ed è rimasta in casa,triste e delusa dalla vita,allora genitori e parenti tutti si sono prodigati di trovarli un altro partito,quindi un pò per togliersi dai piedi,un po per non deluderli,accetta il compromesso e và a vivere con quest’uomo di cui non conosce nulla e soprattutto non è innamorata, ma li da un tetto e non li lascia mancare nulla ...e sente il peso di essere stata “sistemata” Solamente colpevole di aver donato il suo amore in gioventù ora espia la sua “colpa”con un uomo che non ama tuttavia sente il dovere di esserli riconoscente,e che deve amare senza amore...

Con queste ultime parole piene di tristezza,il mio amico stanco e deluso dalla vita si addormenta,li metto sopra una coperta spengo le candele e in punta di piedi vado a coricarmi di sopra. Povero Gianfri! Magari ora starà sognano la sua Africa che ama tanto,dove ha passato dei momenti bellissimi a contatto con quei popoli semplici,genuini, sinceri e splendidamente poveri,ma...tanto ricchi di umanità, umanità che non si trova più in questo nostro mondo “civile” occidentale,ormai sempre più cinico.

L’ululato del vento mi sveglia al mattino,guardo fuori,sembra un’alba tragica, forti raffiche sferzano il rifugio come un vascello in un mare in tempesta. Anche il mio amico si è svegliato sento che sta preparando il caffè e allegramente canticchia il ritornello di “Fiorina la vacca” l’aspettativa di non salire su una punta con un tempo così lo rende felice,allora tanto per non scendere subito cerchiamo di fare qualcosa di utile oltre una bella rassettata a rifugio,imbracciamo sega e appia e facciamo una bella scorta di legna,così chi verrà quassù dopo di noi si potrà subito accendere la stufa.

Poche parole per descrivere com’è stata la discesa su quella neve che sembrava uno specchio tanto che il Marguareis vanitosamente si ammirava dentro, poi tutto il tratto nel bosco l’ho fatto a piedi,tranne il Gianfri che aveva gli sci vecchi e ha tenuto duro... La pista la fondo ghiacciatissima ci ha portato velocemente al villaggio dell’Ardua,ma il mio amico con le ali agli sci non si accorge del bivio,e va a terminare la sua folle corsa un paio di km,più in giù contro la Certosa,oasi di pace e di serenità in questo mondo turbolento. Lui “vede”sempre più lontano di me...



data:8-9-dicembre-2010
località partenza:villaggio dell’Ardua (Certosa Pesio)
quota partenza 980 mt.
quota rifugio:2000 mt. c.
dislivello:1000 mt. c.
difficoltà:BS.

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