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Alpinismo : Tutte le strade portano al Mongioia...01-02 settmbre 2010
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 03/09/10 15:24
Notizia riferita al: 03/09/10
Letture: 1403

...e io sono passato per il rifugio Bagnour! Si! avete letto bene ! proprio per il Bagnour...No! non ho perso l’orientamento,so che il Mongioia è tutto da un’altra parte... ma penso che devo una spiegazione,altrimenti sono preso per pazzo.

Dunque;l’altro giorno quando sono passato da quelle parti,ho dimenticato un paio di bastoncini in qualche punto recondito della foresta dell’Alevè... In verità una gita sì e l’altra no perdo i bastoncini,e in quella “no” dimentico qualcos’altro! E la vecchiaia che avanza! Ma cosa sarà mai un paio di bastoncini! Vi chiederete! Vale la pena,andare a cercarli? Poi in quel bosco è come cercare un’ ago nel pagliaio! Ebbene si!ne vale la pena! Valeranno solo pochi euro ma lasciare nulla di intentato per recuperarli mi sarebbe dispiaciuto. Poi subentra anche un altro fattore:l’affezione,si! in fondo mi ci ero anche affezionato,erano malandati ma il loro servizio lo facevano. Quindi assieme a Jolie salgo fedelmente dove ero salito domenica,sembro un cercatore di funghi,vado avanti e indietro,in su e in giù,ma ahimè! dei bastoncini nemmeno l’ombra,ho ancora la tenue speranza che qualcuno li abbia consegnati al rifugio...ma presto anche questa ipotesi svanisce. Spero che almeno abbiano trovato un altro padrone...E che non giacciano inutilmente in qualche parte recondita del sottobosco. Bhè almeno ci ho provato!

I bastoncini non li ho trovati,ma al rifugio ho trovato degli amici che molto gentilmente mi hanno offerto della polenta concia, Mentre mi abbuffo mi cerca Carla,vuol sapere dove sono... li spiego che sono stato alla ricerca dei bastoncini perduti,e in quel momento sto assaporando una deliziosa polenta concia! Ella mi risponde che è lei ad essere ben conciata ad avere una marito senza testa come me,poi aggiunge scherzosamente:”quando arrivi a casa ti concio io per le feste!”

Lascio il rifugio tra i saluti festosi degli amici che ho incontrato e la rassicurazione del gestore che se mai qualcuno li trovasse...e scendo per il medesimo itinerario della ricerca,non si sa mai! Arrivo a Pontechianale non posso fare a meno di fermare l’auto ed ammirare un signore che fa dei disegni sul lago guidato dal vento,bellissimo! Non so come si chiami questa disciplina, piacerebbe anche a me,ma...alla mia età forse è meglio che continui a pestare pietre.

In fondo le montagne sono solo un mucchio di pietre,ma siamo noi che da quando abbiamo assunto la posizione eretta,abbiamo cominciato guardare in alto, lassù ci vediamo tutte le cose più belle di questo mondo...Non so ancora dove andare,sono tentato di piantare la tenda vicino alla macchina e all’indomani solo fare solo quattro passi. No! ci ripenso,sto diventando un borghese! Mi viene in mente che non ho mai dormito ai laghi Blu,è un sogno che facevo sempre da piccolo,ma ora anche se non sono proprio più una giovane marmotta posso realizzarlo,poi domani chissà quale punta mi aspetta.

Con la “casa”sullo zaino con appresso “tous conforts” mi avvio...alle grange dell’Antolina, c’è il punto telefonico dove avverto a casa dove sono diretto. Qualcuno si chiederà! Ma questo qui, non avverte dove và in montagna? No! e in particolar modo quando vado da solo,dal momento che esco di casa, non voglio mettermi una meta,la programmazione mi toglie già un po’ di libertà del pensiero. Voglio assaporarmi quel sottile piacere di vedere un mondo nuovo mentre sto vagabondando. Voglio gustarmi ogni passo che faccio,muovendomi istintivamente verso la direzione che più desidero in quel momento,il mio errare diventa come un “percorso epifanico”che ad ogni passo si rivela la via...

Per questa sera la mia meta è su un prato vellutato vicino al lago Blu,dove pianto la tenda,di li a poco passa un signore anche lui con la tenda sullo zaino,lo invito al divedere il “campeggio con me. Ma egli,mi dice che c’è già troppa confusione,e prosegue verso il lago Beige,dove lo troverò il mattino dopo per un caffè. Che gente strana si trova in montagna!

Dopo una notte di sogno con Jolie,alle prime luci mi avvio,questa volta ho le idee precise,ho una bella meta;il Mongioia che i francesi per mania di “grandeur” in virtù della sua pietra rossiccia lo chiamano “le Gand pic de Rubren” Voglio salirlo dalla parte francese,perché so che non c’è sentiero, ci sono delle imponenti morene glaciali e neanche un’ometto che mi indica la via! Un pizzico di incertezza ci vuole! altrimenti...

La salita è caratterizzata da grandi contrasti,dalle verdi amene e vellutale praterie del col Longet in cui qua e la occhieggiano azzurri e limpidissimi laghi,si passa in ambiente infernale di pietra rossiccia con imponenti morene che come enormi onde paiono un mare in tempesta,li sotto il “fuoco” del ghiacciaio cova ancora sotto la cenere...

Tra faticosi sfasciumi, infide pietraie arrivo in vetta,capisco perché nessuno salga da quella parte! Ma a rammentarmi bene io ci sceso tanti ,tanti anni fa...avevo vent’anni e scapolo,mi ricordo che lassù in vetta incontrai una “mademoiselle” di Parigi,Chantal si chiamava,ricordo che parlammo, parlammo. Rammento che a un certo punto lei mi disse:”Tu es un grand amateur de la vie! emozionato da quel complimento, a scendere, sbagliai strada e la accompagnai fino al Maljiasset dove ci rimasi per due giorni....

Lassù lascio un sorriso al tempo che fu e ritorno nel mio tempo,scendo al bivacco Boerio,li c’è un’altro punto telefonico,dove avverto la “consorte” dove mi trovo nel mio vagabondare. Lei mi dice:fa attenzione! Sai..ieri un’auto ha investito un signore proprio davanti a casa! Io la tranquillizzo dicendoli,stai serena,quassù non ci sono macchine...

Attraverso il passo Salza, dove calzo i ramponi per scendere un tratto di neve ancora durissima,poi seguendo i moltissimi ometti che passano nei posti più agevoli della grandiosa morena, arrivo al bellissimo lac du Loup. Lassù un residuo di ghiacciaio con la sua neve scintillante al sole pare salutarmi,poi attraversando verdi pascoli e aggirando limpidissimi laghetti,arrivo dalla mia tenda rossa. A malincuore la smonto e scendo,arrivo dall’auto controllo se non ho dimenticato niente lassù ,no c’è proprio tutto.Forse no! ... Ogni volta che vado lassù lascio sempre qualcosa di me...



Data 01-02 settembre 2010
località di partenza:Chianale
quota partenza:1800 mt.
quota vetta:3340 mt.
dislivello complessivo:1800 mt.
Difficotà:F.

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