Si sei vuole la garanzia di solitudine e di ambiente selvaggio, la salita della Cima del Pelvo dalla Valle Argentera è perfetta. Posti dimenticati, se non dai cacciatori.
Parto dal Parcheggio Pelvo, la notte è stata fresca è i prati sono coperti di brina (all'auto alle 7.30 zero gradi).
Imbocco il sentiero che dopo aver attraversato i prati sale a serpentine nel fitto bosco, non molla mai, fino ad un bivio, dove procedo a sinistra abbassandomi sul torrente per attraversarlo, e risalire sulla sponda opposta.
Ora il bosco è più rado, e ben presto ne sono fuori, proprio dove il vallone si allarga sulla sinistra con un vasto pianoro erboso. Ignoro le tracce che salgono dritte (è il sentiero ancora segnato sulle carte, ma probabilmente dissestato da alluvioni) e continuo a sinistra, risalendo su una spalla erbosa, dove di colpo i magri pascoli lasciano spazio alla pietraia.
A cercali ometti se ne trovano parecchi, e anche tacche di vernice, certo è un sentiero abbandonato da decenni. Cerco di attraversare questa pietraia di enormi blocchi con il percorso più logico, restando vicino al margine di destra, raggiungendo per detriti un primo colletto, dal quale finalmente si vede il colle del Pelvo.
Qui a causa di un paio di nevai ancora durissimi mi incasino un po' mi tengo troppo alto e finisco in una fascia di sfasciumi infidi, non una pietra che stia ferma. Con qualche tribolazione di troppo ritrovo la traccia in prossimità del colle, che faticaccia!
Ora devo solo più percorrere l'ampio crestone detritico a destra, in direzione della cima ormai non più lontana. Numerose tracce risalgono, meglio sempre stare su quella in prossimità del filo di cresta perchè ci sono meno detriti, e con un ultimo sforzo raggiungo la piccola croce sulle roccette finali.
La giornata è spettacolare, non una nuvola, anche se un po' di aria fresca c'è.
Purtroppo la discesa è lunga, quindi mi incammino, molto rapido il tratto fino al colle, dove incontro due signori saliti dalla Valle di Thures, percorso più comodo ma sicuramente meno paesaggistico. Sarei tentato di salire anche la vicina Punta Serpentiera, ma la stanchezza affiora, sarà per la prossima volta.
Sotto al colle riesco a sfruttare un paio di nevai, peccato siano proprio brevi. Probabilmente ad inizio stagione con più neve si riesce ad attraversare la pietraia più agevolmente.
A scendere riesco a seguire meglio la traccia, che in effetti non è poi così scomoda come può sembrare, ma salendo è molto difficile non perderla.
Tornato nei pratoni, è solo più una passeggiata in totale solitudine fino all'auto.
Stranamente non ho avvistato animali, meno stranamente nessun essere umano sul mio percorso, erano tutti a fare le lucertole lungo il torrente in Valle Argentera.
Consiglio questa gita agli amanti del genere, bisogna sapersi muovere senza sentiero e ricercare un po' il percorso. L'ambiente però ripaga della fatica.
Data: 07 agosto 2010
Quota max: 3266
Partenza da: Parcheggio Pelvo
Quota partenza: 1840
Dislivello: 1426
Zona: Valle Argentera
Difficoltà: EE
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