Io ho un conto sospeso coma la cima Vergia...la prima volta salii da Rodoretto,ma a pochi metri dalla vetta una spruzzata di neve con verglass sulle infide rocce mi hanno fatto desistere. La tentai una seconda volta alcuni anni dopo,salendo dal valle Argentiera,ma erano le prime gite dopo l’incidente alla gamba,e arrancare su quei ripidi sfasciumi,non mi sentivo sicuro, arrivai anche quella volta a pochi metri dalla vetta,dalla croce c’era un branco di capre che pascolavano,non era difficile arrivarci ma...ancora una volta feci del motto “rinunciare per ritornare”il mio cavallo di battaglia. L’altro giorno eccoci di nuovo all’attacco di questa montagna da Rodoretto,stessi amici dell’altra volta,cioè la solita squadra “perdente”. Siamo estremamente “motivati”,fa un caldo terribile io penso solo a fermarmi alla prima fontana, Gianfri è da un mesetto che lavora,oltre ad essere debilitato nel fisico e nella mente,pensa già alle prossime ferie in Africa. poi c’è Vale che va solo due o tre volte all’anno in montagna e solo con noi,quest’anno è ancora tremendamente più bolso! E’ un fenomeno della natura salire con tutta quella zavorra, ha una volontà fuori dal comune... Morale..arriviamo al solito posto a pochi metri dalla vetta,la croce è lì a portata di mano,c’è da attraversare un ripido canalone ghiacciato con un pelo di neve sopra, non abbiamo i ramponi...ma io ho sempre un pezzo di corda nello zaino. Salgo su per perfide rocce e infidi sfasciumi fino ad un colletto evitando il ghiaccio. Butto giù la corda per i miei amici, che serva almeno da corrimano.Sbuffando e ansimando Vale sale lasciando strisciare il suo ventre contro le rocce,il suo pancione di attacca alla pietre e alla neve come un ventosa!mi vengono i brividi a vederlo,và contro tutti i canoni della forza di gravità! E’ un spettacolo orripilante e fantastico allo stesso tempo. Guadagna anche lui il colletto,sembra una palla di grasso che cola,dall’altra il vuoto su la frazione Giordano di Prali. La punta è a pochissimi metri,Jolie va avanti e indietro facendo la spola dalla croce e noi,e abbaia come dire:”ma a munti pà su?” ci aspetta solo più una infida e ripidissima parete erbosa,senza possibilità di far sicurezza,ma dobbiamo aspettare il Gianfri che ha qualche problema a districarsi in quel canalone di rocce e ghiaccio,non lo vedo, ma sento solo,gridare:”tira! mola! lassa ‘nde! ten!!!” Ma quando mi accorgo che non si era ancora mosso dal punto di sosta,per non che ritardo si assommi a ritardo,gli urlo :”u culu la punta!” e prima che le cose si complichino ancora di più,battiamo in ritirata. Ma come l’imprese Himalaiane la spedizione è riuscita,perché e sufficiente che un solo componente del gruppo arrivi in vetta per cantare vittoria....E il componente del nostro gruppo che ha calcato la vetta e stata Jolie, quindi....
Tutto e bene quel che finisce bene,ma... un pò di amaro in bocca resta, tuttavia riusciamo mandarlo giù con un paio di bottiglie e un doccia ristoratrice nel primo “tumpi”con cascata adiacente che troviamo...La Vergia per me rimane sempre “vergine”,ma sono un testone cocciuto,non mi arrendo tanto facilmente,prima o poi....

Data 13-luglio-2010
località di partenza:Rodoretto
quota partenza:1500 mt. c.
quota vetta:2990 mt.
dislivello 1500 c.
difficoltà:EE,ma terreno pericoloso...

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