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SciAlpinismo : Cima delle Lose,una gita tutta alternativa...13-aprile-2010
Autore: Jacolus (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 14/04/10 07:30
Notizia riferita al: 14/04/10
Letture: 1358

Alternativi è partire col brutto tempo,salire una montagna per un versante alternativo sotto una nevicata e nella nebbia,ridiscendere per un pò, quindi abbuffassi,attendendo il sole, per poi risalire fino quasi in vetta per poi buttarci giù al seguito di un prete più alternativo di noi per un pendio di oltre 40 gradi...
Ma veniamo dall’inizio:Dopo aver zigzagato pericolosamente tra i camion intenti a mettere le catene,parcheggiamo le auto al primo tornante sotto Grange di Argentera all’inizio del vallone del Puriac. L’intenzione era di salire una vetta prima dell’Enchastraye a noi ancora sconosciuta,ma la nevicata in corso e la nebbia ci inducono ad intenzioni più miti...
Dopo pochi metri sorgono le prime difficoltà,è necessario un “pit stop” per sciolinare le pelli causa zoccolo. Finalmente ci inoltriamo nel vallone. occorre passare dall’altra parte,ma non trovo più il ponte, so che una volta c’era...ma al posto suo troviamo una stretta passerella cui dobbiamo sfoggiare le nostre doti di equilibristi, don Cornelio è colui che passa più agevolmente al grido di “Kalos o Kundinos!”(bello è il rischio!)
Non sembra aprile ma gennaio ,ci inoltriamo nel vallone su un palmo di neve fresca e gli alberi stracarichi. Io penso che una giornata come questa, arrivare al colle del Puriac sia già un’impresa,ma...don Cornelio in modo provocatorio lancia una sfida dicendoci: “A voi che piace andare a sinistra, perchè non voltare da quella parte per salire i ripidi pendii della Cima delle Lose?” Per noi è un invito a nozze,saliamo per una bellissima abetaia poi seguendo ripidi strappi e ameni dossi,arriviamo alla “pera ‘d culassuin” che più che una pietra è un muretto di neve dove possiamo apparecchiare a guisa di tavolo.
Le previsioni per oggi davano in netto miglioramento,ma continua a nevicare forte, per fortuna ogni tanto si intravede il disco del sole. stiamo per “forare” pensiamo,ma.. ci accorgeremo di essere arrivati in cima solo perché non si sale più da nessuna parte! Che peccato perdere questo panorama diciamo,ma Cornelio dall’alto della sua saggezza,ci dice:”questa gita fatta nella nebbia e sotto la neve ha ancora più valore...”
Una breve sosta poco sotto la cima, dopo che Vanni passando su una “losa” che gli ha portato via un lamina(altrimenti che cima delle Lose sarebbe?) scendiamo puntando la “roca ‘d disnè” che Noemi mi ha fatto notare salendo. ma dove scendere? la nebbia è più fitta che mai e la nevicata ha già coperto la traccia di salita,ma con l’aiuto di Jolie,lei scende sempre dove si è saliti, andiamo a sbatterci dentro.
Dovrebbe essere un bel posto,decidiamo di abbuffarci come nostro solito,facciamo passare due bottiglie a brulè per scaldarci gli animi visto che il sole tarda ad uscire..Ma noi abbiamo un’ asso nella manica,che è don Cornelio, lui intercede per noi e chissà che non sia esaudito... Intanto rispolvera il suo passato di docente per erudire una banda di ignorantacci come noi, parlandoci di Platone,ci dice che all’inzio dei tempi l’uomo e la donna erano un corpo unico,ma gli dei ,gelosi, della loro felicità separarono quel corpo,e da allora le due metà si rincorrono continuamente alla ricerca del loro “alterego” cioè la metà che li manca, l’anima gemella.” Poi proseguendo” infatti la parola sesso deriva da scindere in due,separare...”Al chè io mi gratto la testa pensieroso e ribattendolo gli dico:”Io pensavo che il sesso fosse sinonimo di unione!” ma guarda un pò quante cose c’è da imparare dai preti! Loro ne sanno una più del diavolo!
Intanto si diradano le nebbia, vediamo il pendio di salita,Noemi fa la proposta di risalire fino al primo mammellone e ridiscendere dove non abbiamo visto nulla,ma Cornelio che oggi è il più trasgressivo della compagnia propone di salire fino al secondo mammellone e scendere il ripido pendio che vediamo a sinistra. Io gli dico,ma..saranno almeno 40 gradi... poi hai più di settant’anni...”Meglio! il nuovo e l’ignoto mi fanno ringiovanire!” mi risponde... Vanni dal canto suo trova la scusa della lamina che non c’è più.,”ma tanto è farina!” lo ribatte!
Quindi a pancia piena risaliamo per 200 metri di dislivello. il ripido pendio è sotto di noi,è un’ imbuto ovattato nella nebbia che si stà diradando. Cornelio si trasforma in un prete “ripidista” e si lancia per primo. Impossibile raccontare tutte le sensazioni provate,dico solo che la neve è stata una splendida farina per tutto il pendio. Sull’onda dell’entusiasmo, terminato il tratto più ripido,bastardamente telefono a Franco che oggi non ha potuto essere con noi ,solo per risvegliargli il tarlo dell’ invidia... Il tempo è migliorato decisamente,e ci ha permesso di vedere tutto ciò che durante la salita ci è stato negato,Quasi dalla macchina il nostro amico prete oggi più alternativo che mai attraversa il torrente facendo lo sci d’acqua... Speriamo che monsignore lo mandi presto in pensione così potrà venire più sovente in montagna per tentare,ma vanamente,di salvare, noi, anime perse!

data:13-aprile- 2010
località di partenza:primo tornante per il colle della Maddalena
quota partenza:1700 mt. c.
quota vetta:2813 mt.
dislivello:1100 mt. c.
difficoltà:BS

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