Oggi giorno di contemplazione,decidiamo di andare a contemplare in un dei più bei posti del mondo;”La valleè des Merveilles”. 
Salendo il colle di Tenda vediamo che la scelta è azzeccata,infatti nelle nostre alpi vediamo un vento di tormenta che sta portando nubi minacciose,invece appena passati dall’altra parte ci aspetta una splendida giornata senza una nuvola,qua la perturbazione se ne già andata... 
Grande assente della gita è Jolie, 
là è parco,non la lasciamo entrare,è già tanto che lasciamo entrare una banda di “animali” chiassosi e festanti come noi! Per fortuna ad ingentilire la compagnia c’è una giovane pulzella rampante e grintosa che va su come il vento 
,e noi banda di scalmanati la inseguiamo ansimanti come una muta...
Sembra di essere in una gara,quando qualcuno davanti a noi sbaglia strada, bastardamente non lo richiamiamo, 
così quando si ravvedono ritornano sui loro passi e si accodano ai primi...mentre il Bego che pare un drago addormentato sembra che scuoti sconsolato la sua lunga schiena al pensiero che deve subire il nostro assalto. 
Salendo cerco per “la pera’d culassiun” qualche masso che abbia delle incisioni rupesti,per immergermi nel passato,ma vanamente,ma quì l’ambiente pare sempre preistorico,non c’è nessuno tranne noi,siamo talmente affascinati dalla zona che perdiamo anche l’uso della parola, 
comunichiamo a gesti e a suoni gutturali, ci sentiamo a casa,poi se il tempo è infinito, 5000 anni in più ho in meno non hanno importanza...
Poi la gita si fa seria,per arrivare sull’ampio costone occorre fare un ripidissimo traversone su neve dura,cui ci dobbiamo togliere gli sci. Arrivati sulla dorsale il Bego che ci appare in tutta la sua grandiosità, e difficoltà. 
Sembra un’enorme schiena tutta a chiazze ,come quando si cambia pelle; sono delle inquietanti chiazze di neve ghiacciata, io che sono già allergico alla neve dura,figuriamoci al ghiaccio...e quando il pendio diviene più ripido in un eccesso di prudenza,abbandono gli sci e proseguo con i ramponi, mentre tutti gli altri salgono senza difficoltà con gli assi.
Ma mi morderò i pugni per aver abbandonato gli sci al momento che dovrò poi scendere 
,il sole ha fatto il suo lavoro ,la neve ghiacciata si è ammorbidita e pareva una granita, e a vedere i miei amici discendere.... Grrrrr!
Ma che importa,in fondo alla mia età non voglio più rischiare il minimo scivolone,perché non devo perdermi più nulla causa infortuni vari. Arrivo sulla punta, il panorama è uguale con ho senza sci,si vede perfino la Costa Azzurra con Cap Ferrat e il Nizzardo. 
Invece verso il Piemonte le nubi di tormenta cercano di passare il confine. Non ci fermiamo ,tira un po’ di vento,io scendo giù di corsa per non fare aspettare i miei amici,poi loro,sui 2600 metri di quota trovano una bella variante di discesa, una ripida conca con tratti in contropendenza,vedendoli a scendere mi viene il magone dalla rabbia, mi maledico di aver abbandonati gli sci. Vedo i miei assi ancora un pò più a valle che mi aspettano fiduciosi,risalire per fare la loro discesa perderei altro tempo e lo farei perdere a loro. bando ai rimpianti,in fondo scendendo per l’intinerario di salita mi aspetta il ripido traversone,di circa 40 gradi di pendenza con sotto dei salti rocciosi, ma ora la neve si è ammorbidita penso che sia tutto più facile,e in contraposizione all’eccesso di prudenza di prima per equilibrare metto sulla bilancia un minimo di rischio,in fondo mi fa sentire vivo! 
Cerco di affrettarmi, i miei amici sono laggiù da qualche parte che mi apettano,non li vedo ma ci comunichiamo ad urla,loro mi gridano “u pilu!” io scendendo sbraito”u culu!”Arrivo al traversone mentre che prendo le misure vedo arrivare Dany. Il gruppo mentre che sta apparecchiando tavola su una roccia sottostante mi ha mandato incontro il più forte di loro. Debbo dire che mi ha fatto molto piacere vederlo,ne approfitto al usarlo come “gard rail”facciamo il traverso in parallelo lui sotto ed io sopra. Mi Ha dato un bel aiuto psicologico,su certi pendii proibito intrupparsi....
Raggiungo il gruppo che mi festeggia per aver consigliato questa gita,dal canto mio rispondo,se continuo a restare indietro di questo passo dovrò solo più mettere l’idea...
Poi un profumo forte vivace mi assale,è Franco che ha aperto una grossa “pietanziera”di acciughe piccanti con capperi di Panteleria, allora io tiro fuori un contenitore di alici marinate,e la Vallèe des Merveilles diventa per noi una meravigliosa sala da pranzo vista mare...
unico neo,siamo in otto e solo quattro bottiglie,e con quei cibi altamente “dissetanti” dopo avremmo avuto bisogno dell’estintore!
Poi la discesa continua su un meraviglioso “firm”Seguirà un breve tratto di “gava e buta” per poi finire in bellezza al lago delle Mesches. attraversiamo la frontiera per fermarci alla gelateria di Vernante (in Francia i gelati non li sanno fare!) dove finalmente riusciamo a spegnere l’incendio che abbiamo in gola.
Nel mentre mi telefona Carla chiedendomi se non ho ancora contemplato abbastanza,sono quasi le sette,dicendomi:Adesso io esco ed arrivo a casa tardi,ho bisogno anch’io di meditare un pò... arrangiati per cena!” Oh! che bello entrare in casa con le scarpe senza nessuno che ti faccia mettere subito le pantofole!
data 27-marzo-2010
località di partenza:lago delle Mesches (strada per Casterino)
quota: partenza:1360 mt.
quota vetta sciistica:2831 mt.
dislivello:quasi 1500 mt.
difficoltà B.S. utili i ramponi
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