Una decina di giorni fa mentre scalavo la cascata dell’Alpenzù, il nostro web-master a poche centinaia di metri spicozzava sulla cascata a Y in vista di mete ben più prestigiose.
Puntuale come al solito relazionava la sua gita corredandola di un buon servizio fotografico.
Così mi è venuta l’acquolina in bocca e mi son detto;”ecco, questa è una salita che si potrebbe fare”.
Se subito dopo una nevicata vanno degli INA, delle guide con i clienti, dovrebbe essere una salita non esposta a slavine, ma…….meglio se gli chiedo ragguagli.
Così in settimana lo contatto per chiedergli informazioni sui pendii soprastanti la colata glaciale, ricevuta la sua rassicurante risposta mi convinco che la meta per questo fine settimana sarà proprio la “cascata Y” di Gressoney.
Sabato mattina alle 8 arrivo con il mio “fido” compagno, (ebbene sì,anch’io come Enrico ho un compagno di scalata che non mi tradisce) al parcheggio sottostante alla cascata dove c’è già una coppia di milanesi pronta a partire.
Bene, almeno oggi non dovrò battere traccia. Mentre io e Salvo ci mettiamo gli scarponi,l’imbragatura e prepariamo tutto l’armamentario il “LUI” e la “LEI” tergiversano un po’, boh , mi chiedo come mai sono così lenti,poi finalmente si dirigono alla cascata.
Li raggiungiamo poco prima d’arrivare al primo salto e gentilmente mi chiedono se vogliamo passare davanti;”No,siete arrivati prima voi,non vi preoccupate,non c’è fretta”.
Però quando vedo la loro lentezza nel mettersi i ramponi, nel sciogliere le corde mi prende un’attacco di “fregola” ,la pazienza ha un limite così,la prima volta in vita mia, (non mi piace ma l’ho fatto) faccio un sorpasso e inizio la salita.
Rapidamente salgo il primo tiro e inizio a recuperare Salvo mentre spunta “LUI”, il mio compagno mi raggiunge e mentre riparto “LUI” arriva in sosta. Bene, le cordate si stanno stendendo così non ci daremo fastidio.
Supero un muretto più ripido andando a sostare sul lato destro del canale, mentre recupero vedo che su questo tiro c’è “LEI” che conduce la cordata e devo dire che oltre a essere una bella “tosa” è anche brava e veloce a maneggiare le picche.
Da qui i tiri sono decisamente più ripidi, nei tratti coricati c’è neve, ma come la colata si raddrizza il ghiaccio è bello scoperto, a tratti di ottima qualità, in altri tratti abbastanza insidioso perche’ c’è una crosta da rigelo che dà qualche problema nel piantare gli attrezzi.
Superati altri due tiri raggiungo la sosta sotto la diramazione dell’Y,inizio a recuperare il mio compagno, ma poco dopo le corde si fanno dure,inizio a tirare a più non posso ma non salgono . Che succede?
Passano i minuti, ogni tanto provo a tirare,ma senza successo.
Cosà sarà capitato!
Urlo , ma non riusciamo a sentirci. Eppure non è caduto,è sempre stato in tiro.
Inizio a preoccuparmi. Dopo una ventina di minuti, le corde si allentano,così posso finalmente recuperare il mio amico il quale mi raggiunge.
“Ma cosa è successo?”
Salvo mi spiega che il “LUI”, che sta salendo da primo, non ha molta sicurezza e dimestichezza con le corde,così si sono ingarbugliate con le nostre e poi……”mi ha chiesto di non togliere l’ultimo chiodo perché non c’è la fa più”.
“Va bè, quando arriva in sosta,ricordati di fartelo dare”
Di fronte a me c’è l’ultimo salto,lungo e abbastanza verticale;nella lunga attesa ho avuto tempo e modo di studiarlo, così come previsto lo affronto sulla parte destra e con una divertente scalata esco e…..”è finita la corda!”.
Scavo un po’ sotto la neve,scopro un grosso mammellone di ottimo ghiaccio,metto due chiodi e recupero Salvo il quale mi raggiunge raggiante di soddisfazione.
“Vado io!”
Anche lui!
Come il nostro web-master prova da primo, E AVVITA IL SUO PRIMO CHIODO!
Accidenti, siamo proprio dei COPIONI.
Così arriviamo ad un grosso masso dove è attrezzata la prima calata in doppia,raggiungiamo la pianta da dove inizia la seconda calata e mentre scendiamo vediamo finalmente la “LEI” che con sicurezza sta salendo il tiro più verticale della Y.
E il nostro chiodo? Va beh, adesso scenderanno anche loro in doppia, li aspettiamo alla macchina,speriamo solamente che non siano troppo lenti a scendere.
Continuiamo le nostre calate,incrociando altre cordate che stanno salendo e senza problemi arriviamo alla base.
Alle 13;“Driiin,driin”
“Stai arrivando?Ti ricordi che….”
“Si,si,stai tranquilla, aspetto che mi rendano un chiodo e poi partiamo”
Alle 15;”Driin,driin”
“Ma dove siete? ”
“Senti, sto sempre aspettando che arrivino a portarmi la vite e….si,si,sono loro,stanno arrivando,tra cinque minuti partiamo”
“Ma per un chiodo…non potevi lasciarglielo, stare due ore al freddo ad aspettare un chiodo.”
E’ meglio che finisca qui, mia moglie non sa che una vite da ghiaccio “a le nen na broca”
Data: 13 Febbraio 2010
Partenza da: Gressoney La-Trinité
Quota partenza: 1650 m
Dislivello: 200 m
Zona: Valle di Gressoney
Difficoltà: Lato sinistro D+ (II/3)
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