Oggi sono tornato a cercare le mie ciaspole che nella notte del 2/1 avevo lasciato là.
Ma prima vorrei fare un’autocritica, appunto a riguardo della nostra gita al Pebrun del 2/1.
Ritengo che è più facile, visto che la storia è finita bene, sarebbe forse stato un po’ più difficile, se qualcosa fosse andato storto.

Prima di tutto vorrei dire, per una volta, che la cronaca fatta da Enrico è assolutamente vera.
Quindi:

1- La causa (mi evito la parola colpa) di tutto sono stato io, che, andando troppo lento, a causa dello sprofondamento al ginocchio, al peso della tavola, ed al fatto che mi si sganciavano i ramponi, sono arrivato in cima 1h30’ dopo di loro
2- A metà canale, vista la nevicata in corso, l’eccessivo carico del canale, la scarsa visibilità, il vento, i ramponi, avrei dovuto fare dietrofront.
3- Non ho mai guardato l’ora e credevo che, quando sono arrivato in punta, fossero, ad essere esagerati, le 14.
4- Unica cosa giusta che abbiamo fatto d’accordo tutti e 3, è stato di non scendere per il canale salito… viste le scariche che già c’erano il mattino dopo (ho parlato con 3 che sono saliti il mattino dopo), saremmo stati travolti al 99%.
5- Deciso che saremmo tornati per la via che io avevo fatto 2 giorni prima a salire, mi sono diretto subito nella giusta direzione, ma poi mi sono fatto convincere a scendere nel vallone prima, che, senza visibilità, pareva buono.
6- Arrivati sopra delle barre rocciose, lì ho scoperto che erano le 16.30!!! Mezz’ora di luce ci restava! Un po’ di panico generale… i cellulari non hanno campo.
7- Decidiamo di tornare su, perdendo mezz’oretta, facciamo la cresta che riconosco, affilata e ripida ed arriviamo finalmente al vallone da scendere.
8- Si riesce a vedere molto poco: è nuvolo e nevischia; so che già due giorni prima quel vallone era poco sicuro, specie nel centro, figuriamoci adesso con min. 40 cm di fresca in più!!
9- Però decido di scendere, sebbene ai lati, dove al più si rischia di toccare sotto: sono preoccupato che i miei soci non possono informare le famiglie, se ci fermiamo lì.
10- Benché il tratto non fosse lungo, era però oltremodo pericoloso… e l’unica cosa giusta da fare a quel punto era di scavare una bella truna lassù sottocresta e fermarci lì fino all’alba.

Spero che quest’avventura finita bene mi insegni qualcosa per il futuro.

I miei soci Enrico ed Emilio sono stati bravissimi, e pazienti ad aspettarmi anche in discesa… Certo se avessimo pensato di caricare la mia traccia del 30/12 sui nostri GPS, avremmo potuto evitare di finire sulle barre rocciose.

Ho imparato anche che devo portarmi dietro il telo in alluminio che ho a casa e qualche candela e una frontale.

Non oso pensare che chi mi avesse trovato assiderato, avrebbe poi scoperto che, previdente, nel mio zaino avevo messo un boomerang ed un pacchetto di sigarette, oltre alla pala, alla sonda ed all’arva, che però non erano serviti a nulla.
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Oggi, come detto, sono tornato a recuperare le mie ciaspole, che avevo lasciato alla base del conoide.
Ho preso la frontale, il telo di alluminio… e una candela! E il boomerang. Le sigarette le ho lasciate in auto.
Arrivato là.. non c’erano più, le ciaspole; le avevo lasciate piantate su una cresta, ma forse il vento le ha portate via, o qualcuno ci ha pensato… boh!
Allora, visto il tempo splendido, la neve pure: le scariche della sera o della notte del 2/1 avevano fatto dei bei mucchi di palle ghiacciate alti anche 5 metri, ma la situazione era sicura, allora mi sono buttato su, la tavola la trascino con la tecnica del curdin, ci sono delle strisce di neve ventata, morbida, dove galleggia bene.
Alla fine del conoide, quasi nel canale, incontro il Mito in persona che scende già, con 2 soci e che mi cade ai piedi, sono sicuro che l’ha fatto apposta, per modestia, lui non è mai caduto una volta!! Vi metto la foto e non vi dico chi è, tanto lo conoscete tutti.
Gli chiedo delle mie ciaspole… visto niente.

Più su incontro altri 3 che scendono, cavolo sono solo le 12!!
Sono un gruppo di Boves, simpatici, gli chiedo delle ciaspole: mi dicono che sì, sono già venuti ieri e me le hanno messe al sicuro, un po’ più su, vicino al Gias.
Approfitto di loro, che hanno gli sci e gli chiedo di andarmele a prendere e portarle più giù.
Troppo gentili, me le hanno portate giù in fondo al conoide… non ricordo neanche il nome, ma li ringrazio!!!!

Praticamente oggi ho incontrato solo gente simpatica, non come quello della macchina da cucire, che non risponde neanche al saluto di chi non sa chi é.
E poi se c’era quello, magari mi ciulava anche le ciaspole.

Poi salgo ancora un po’, fino a metà canale, poi mi dico chi me lo fa fare? Sono abbastanza stanco ancora dell’altroieri.
Mi butto giù, la neve è molto bella, nel canale ne è rimasto un ginocchio di polvere, salvo quella che hanno tolto le almeno 9 discese…. È così bella che passo accanto alle mie ciaspole e non le vedo… scendo scendo guardo di qua, di là, nulla. Poso la tavola e risalgo… finalmente le vedo, 100 m più su… sprofondo ad ogni passo e le recupero!
Missione compiuta anche oggi è andato tutto bene.

Poi cambio via di ritorno e scendo nel vallone fino a Ferrere, sulla destra orografica… un paio di falsipiani dove si deve spingere, ma mai toccato sotto.
Poi si risalgono 200m di dislivello , Ferrere, strada per Bersezio, la neve qui ieri è calata parecchio, ma ho dovuto scendere solo un paio di volte. Oggi ero a Bersezio alle 15. Troppo presto.

Del boomerang non ne ho fatto nulla, perché non sono arrivato in punta.
Della frontale, del telo e della candela nemmeno, ma questa è un’altra storia.

Album Foto

GPS del 30/12/2006, traccia che dovevamo portarci dietro il 2/1/2007!!!!