Arriviamo alla frazione Glacier di Ollomont abbastanza presto, ma anche oggi non saremo i primi a salire, ci sono già delle macchine parcheggiate.
Oggi bisogna essere veloci in quanto le cascate sono esposte a Nord-Ovest e noi dovremmo finire di scalare prima che il sole inizi a scaldare il ghiaccio.
Dal parcheggio in circa 40 minuti arriviamo ai piedi delle due principali cascate; Sodoma e Gomorra.
Sulla cascata Sodoma c’è già una cordata che sale e una G.A. con il cliente stanno aspettando che si liberi la candela per poter iniziare a loro volta.
Uno scambio di battute con Bassanini, la G.A., e arriva il truppone, ora siamo pronti a fare le cordate.
Con me si legano Andrea, il Barbarossa, e Radu, conoscente di vecchia data.
Salgo sul lato destro della colata con un tiro di circa 35-40 metri a 75° fino ad una sosta a spit in una nicchia rocciosa che raggiungo non senza difficoltà in quanto per raggiungere i cordoni di sosta bisogna allungarsi per bene nel passare dal ghiaccio alla roccia.
Gli amici che sono legati mi raggiungono, sono raggianti, ma quant’è scomoda questa nicchia….
Riparto riportandomi sul ghiaccio con qualche passo a sinistra, metto subito un chiodo di protezione sul muretto verticale, sono solo 5-6 metri, ma gli 85° nelle braccia si fanno sentire. Poi percorrendo una stretta goulotte raggiungo un altro punto di assicurazione.
Quando gli amici mi raggiungono riparto subito facendo il tiro di trasferimento sul facile canale semi nevoso, tralascio la sosta a sinistra e proseguo nell’anfiteatro allestendo una sosta ai piedi dell’ultimo muro.
Leggendo le varie relazioni risulta che l’uscita classica a sinistra sia la più semplice, invece le varianti sulla destra dovrebbero essere decisamente più impegnative.
Però guardo e riguardo l’uscita del percorso classico che porta al bosco sommitale ma non mi ispira fiducia, termina con un stretto passaggio quasi privo di ghiaccio, si vede il colore della terra.
Invece il lato destro del muro sembra più glaciale, forse anche più remunerativo,vedremo…….
Un’ultima controllata ai chiodi mi dà un senso di fiducia;si sono tutti appesi alla cintura,posso partire.
Percorro verticalmente i primi 10 metri i quali sono abbastanza diritti, ora da qui posso valutare il tutto per benino, uno sguardo a destra dove ci sarebbe la colonna d’uscita ma…..rispetto alle fotografie delle varie relazioni è tutt’altra cosa, troppo piccola e oltre tutto è staccata dalla base.
No, non mi fido, preferisco salire ancora un po’ per valutare se l’uscita diretta è alla mia portata.
Salgo diritto per altri 15 metri tra gli incitamenti degli amici, qui sono veramente sul verticale, ma mano a mano che salgo mi rendo conto che sto facendo una ..zzata, sopra la grotta ci sono ancora un paio di metri strapiombanti e il ghiaccio è a meduse.
Raggiungo la grotta, l’ambiente è fantastico in quanto in questo piccolo spazio ci sono decine di piccole stalattiti che penzolano dalla roccia, e anche la parete ghiacciata è formata da un’insieme di canne di ghiaccio.
Mi proteggo passando una lunga fettuccia attorno ad una grossa stalattite, esco dalla piccola grotta con le spalle verso valle e con la massima cautela pianto le picche sul bordo superiore e….nulla mi convince.
Innanzi tutto la difficoltà da qui è nettamente al di sopra del mio grado, il ghiaccio suona a vuoto e cosa più importante non ho nessuna voglia di farmi male.
Mi ricompongo sul pavimento della grotta e scendo di un metro e facendo un traverso a sinistra mi porto verso l’uscita del percorso classico. Gli ultimi chiodi che ho cerco di posizionarli in modo equidistante e che diano fiducia ai miei amici che dovranno affrontare il traverso.
Raggiungo la stretta goulotte d’uscita, come prevedevo è tutta terra e poco ghiaccio, passo una fettuccia in una radice e piantando gli attrezzi nella terra gelata esco e raggiungo una pianta dove c’è un cordone.
Nel frattempo, Davide e Walter sbucano dal primo tiro, vedendo i due malcapitati parcheggiati sotto al muro finale con le stalattiti penzolanti sulle loro teste e lo strano “zig-zag” che fanno le mie corde Davide inizia ad imprecare e ……..meglio non riportare……
“Com’è finita?”
Ho fatto slegare le due povere vittime, ho recuperato le corde e successivamente le ho gettate giù, poi ho recuperato gli amici facendoli salire dal percorso tutto a sinistra,meno ripido, senza fare il traverso.
Nel frattempo Davide e Walter ci hanno raggiunto; Walter con Radu e Andrea, il Barbarossa, scenderanno dal sentiero, io e Davide scenderemo facendo le doppie per recuperare i chiodi rimasti.
Ultima cosa, mi sono messo la cenere il testa, in quanto tutto, dico tutto quello che ha detto Davide ha un fondamento. Argomentazioni assolutamente inconfutabili.
Mi ha elencato una miriade di esempi di cosa sarebbe potuto accadere, oltre tutto il Barbarossa era alla sua prima cascata…… bah, a tante cose non ci avevo proprio pensato,insomma,é andata bene così.
Oggi ho avuto un’altra lezione di vita, non si ha mai smesso di imparare….
Del resto mia mamma che ha 92 anni ogni tanto dice;” oggi ne ho imparata un’altra!”
Cascata Gomorra
Valpelline - Ollomont
sviluppo cascata: 90 metri
dislivello avvicinamento: 300 metri
difficoltà: II/3 per il ramo sinistro
Variante sulla candela di destra: II/4
Variante sulla candela centrale: II/4+
Album foto
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