Ieri mi telefona Vanni dicendomi: ti abbiamo finito il lavoro alla Testa del Ferro! di rincalzo io li propongo un altro “lavoro” da fare:Che ne diresti della Testa di Costabella del Piz,ho visto su internet che non ci è ancora andato nessuno,abbiamo tanta bella farina da battere tutta per noi! Lui accetta con entusiasmo, è ancora notte che partiamo sci ai piedi dalla piazza di Pietraporzio,non perché il tempo ci manchi ,non per fare la salita almeno,che c’è la caveremo in poco più di cinque ore,ma perchè se è possibile ci piace fermaci in vetta per almeno un’ora,poi se ci mettiamo la tappa per colazione e i vari rabbocchi durante la salita...le giornate sono brevi quindi meglio essere previdenti per non essere colti dalle tenebre.
Durante la salita onde fare meno fatica per battere la traccia adottiamo la tecnica delle gare ciclistiche di cronometro a squadre,ovverosia cambi brevi e veloci in modo che quello che tira, taglia il vento a colui che stà dietro , ma dopo qualche cambio ci accorgiamo che con l’andatura che facciamo non beneficiamo di questo accorgimento, allora ritorniamo alle origini, saliamo ognuno con il proprio passo,e quello che stà davanti per ottenere il cambio adotta delle malizie strategiche,tipo fare la pipì,far finta di cercare qualcosa nello zaino e così via, in modo chi sta dietro lo sorpassa e batte fino a quando gli viene in mente un altro modo strategico per fermarsi!
Poco dopo mezzogiorno arriviamo in vetta,ad essere sincero ho fatto il possibile per aiutare il mio compagno a fare la traccia ,ma dall’alto dei mie oltre sessantanni...Vanni invece ha un altro passo,è come il Cancellara nel ciclismo. Devo dire però che sotto mia insistenza mi ha lasciato l’onore di battere il breve tratto potenzialmente pericoloso per valanghe per arrivare al plateau finale. Tanto sono vecchio e se mi succedesse qualcosa non salasserei più le casse dell' l’INPS
In vetta tira un gelido vento,scendiamo nella “tampa”sottostante e ci godiamo oltre al sole anche ottime vivande innaffiate da quel liquido rosso e vivace che scioglie la lingua. Infatti ci perdiamo a raccontarci le nostre bianche avventure del tempo che fu,poi quando il sole scompare da dietro all’Ischiator capiamo che è ora di scendere.
La discesa è stata semplicemente fantastica,ci lasciamo trasportare da una nuvole di polvere,una farina così da cima a fondo non l’ho mai vista. Arrivati al bar il mio amico tutto galvanizzato mi chiede se sono libero per domenica...Certo che sono libero! gli rispondo. Ma poi mi viene un pensiero subdolo:non vorrei che l’andare in montagna diventi un “lavoro”!
data:4-dicembre-2009
luogo di partenza:Pietraporzio
quota di partenza:1246 mt.
quota vetta :2760 mt.
dislivello:1514 mt
difficoltà MS
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