Il lupo perde il pelo ma non il vizio! dopo le ultime due gite “ciucatune” dei giorni scorsi, avevo promesso solennemente sulla testa di Jolie che non avrei più esagerato, ma quella birba di Noemi mi ha tentato ,vuole fare ancora almeno una gita sulla neve residua a costo anche di fare solo quattro passi ,poi fare una bella “tampa” nella neve e scolare una buona bottiglia. Ma solo una!,gli dico. Infatti ci troviamo in cinque alle Bigorie con una bottiglia ciascuno! Chi ben inizia...Quassù neve c’è ne ancora tanta,partiamo per la cima Crosa,ci sono gli amici di merende; Gianfri,Vanni Franco(fratello di Walter) ma li portiamo in montagna uno per volta,perché tutti e due assieme è troppo,sono incontenibili come il gas! Poi naturalmente c’è Noemi,che fà per tutti e cinque...Salendo facciamo una variante a curiosare un residuo di valanga dell’inverno scorso,anche perchè devo perdere un po’ di tempo per aspettare che arrivi il sole alla “pera ‘d culassiun” Manco a dirlo, quando arriviamo, asciughiamo la prima bottiglia,prendiamo anche il caffè corretto con il centerbe.
Rinvigoriti nel corpo e nello spirito riprendiamo a salire cantando e sbraittando, ma arrivati sotto il pendio della Crosa,la gola è secca,occorre un altro rabbocco. Noi siamo come le automobili brasiliane che non vanno a benzina ,ma ad alcool ecologico. L’altro giorno salendo alla Crosa io e Vanni abbiamo notato il bel e ripido pendio che sbuca ad una sella poco prima del monte Rocceniè. Oggi ci sembra meno ripido,chissà come mai? Non capiamo come si esca sul colle. Ma è proprio questo che ci affascina,scoprire se si può passare. Nessuno ha l’Arva ma molto alcool in corpo,ciò ci da coraggio e sicurezza,comunque la neve è sicurissima.
Vanni ed io tracciamo la salita con vigorose falcate,fino a quel punto oltre a Jolie ci aveva seguito “Libero”il cane del bar delle Bigorie,ma ci ha abbandonato preferendo seguire altri che salivano alla Crosa. Ha snobbato la nostra compagnia,ma lo so io il perché:”Gianfri che è un profondo osservatore vedendo quel quadrupede con un bel pelo corto, liscio e nero,ha collegato il lato pratico dicendo:” da questo cane,se opportunamente tratto ne uscirebbe un bel paio di pelli di foca! con quello che costano....” Questi udendo ciò si è defilato seguendo compagnie meno prammatiche.
Solchiamo quel ripido pendio che ad ogni curva il percorso si svela. Un’ultimo traversone e voilà,usciamo su un’ampia sella ad ovest della Crosa,un bel posto per fare festa. Dopo le foto di rito, dagli zaini esce di tutto,acciughe al “bagnet, tumin,salami vari. Partono i tappi delle bottiglie e partiamo anche noi,di testa! Noemi accenna a dei passi di lambada,Franco tira via la maglia e la segue dimenandosi come se fosse a Copacana e non su una sella sperduta a quota 2500. Io mi defilo da quello scempio e faccio passare tutto il vino sotto forma di Brulè. Mi hanno detto che bollendo l’alcool evapora. Ma poi centerbe corretto con caffè vanificherà tutti i miei sforzi.
Finiti cibi e bevande ci pregustiamo già la discesa,ma da cima Crosa arrivano due giovanotti che c’è la “barbano” prima,mannaggia! Ma il pendio è molto ampio e posti per fare “tampe” c’è ne sono tanti. Ma manco a crederci sul ripido non riusciamo a cadere,facciamo girare gli sci giocando sulla neve. Ma dopo quarant’anni di sci-alpinismo non ho ancora capito come gli sci facciano a girare!

data:20-novembre-2009
località: Bigorie di Oncino
quota di partenza:1500 mt.
quota arrivo:2550 mt.c.
dislivello:1050 mt.
difficoltà:OS

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