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Arrampicata : Sperone Rivero e....il furto delle placchette.07/11/2009
Autore: roberto55 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 08/11/09 23:37
Notizia riferita al: 08/11/09
Letture: 2068
Arrampicata

In questi ultimi tempi nel piccolo mondo dei climbers piemontesi c’è un argomento che tiene banco; arrampicata “trad” oppure super protetta?

Basta fare un giro sul web per rendersi conto che gli animi si stanno scaldando.

Provocazioni a più non posso,insulti, minacce, siamo addirittura arrivati a lanciare il classico guanto di sfida per un possibile duello a martellate. Roba da neurodeliri !

Qualcuno ha spaccato dei resinati, altri si sono appropriati delle placchette dei chiodi ad espansione; non c’è limite alla stupidaggine umana.

In questi ultimi giorni in Sbarua, oltre ad aver rovinato le protezioni su qualche via facile tipo la Torinesi e la Pinerolesi, hanno danneggiato “le soste” sulla normale !

Ma cosa vogliono dimostrare? Boh ?

Ieri, con Walter, Lorenzo e Salvatore siamo andato in Sbarua.
Salvo, da un paio di mesi, ha iniziato ad arrampicare ed io, sapendo di tutti questi problemi nel settore della “Normale” propongo d’andare a fare la classica “Rivero” sullo sperone omonimo.

A casa do uno sguardo alla vecchia guida di Gian Piero Motti ( edita nel lontano 1969 ) per rinfrescarmi la memoria sul percorso della via e sapendo che hanno tracciato altre vie nei paraggi, per maggior sicurezza mi studio il percorso segnalato sull’ultima guida ( il CD ) stampando la pagina relativa a questo settore.

In pochi minuti dalla Borgata Dairin raggiungiamo il colletto da dove si vede in tutta la sua imponenza la “Rocca” e Salvo rimane veramente impressionato da questa vista, del resto, tutti quanti quando per la prima volta siamo andati in Sbarua è stata veramente una grande emozione vedere questo paesaggio.

Alle 10 siamo all’attacco del Rivero, Walter si lega con Lorenzo e io, il più “datato” mi lego con Salvo, il più giovane. Cacchio, trent’anni di differenza!! E si vedono tutti !

Questa è la terza volta in vita mia che mi trovo ad arrampicare sulla Rivero.
Sulla bellissima guida scritta dal “Principe”,vicino alla relazione della via ci sono le date di quando ho scalato su questo percorso. La prima volta l’otto dicembre del 1979 e la seconda il tre aprile del 1982.
Una vita !!!!

Arrivo alla prima sosta dove mi raggiunge il mio secondo,raggiante dalla felicità di trovarsi in questo posto. Sono felice vedere la sua contentezza, poi il fatto che sono legato con un ragazzo più giovane di una delle mie figlie mi emoziona.

Dopo aver controllato che Salvo si sia messo in sicura e che faccia le giuste manovre riparto per fare il secondo tiro e ……sbaglio via. Mi viene in mente di aver letto da qualche parte che una miriade di vie sono state tracciate e si intersecano diverse volte. Infatti, anziché spostarmi leggermente a sinistra dove ci dovrebbe essere una fessura mi trovo ad arrampicare su una bella placca, super protetta, ma ben più difficile dei gradi del percorso classico.
Il povero Salvo, aiutato dal basso da Walter e Lorenzo riesce a partire dalla sosta e in qualche maniera arrampica per raggiungermi.
Da sotto Walter mi urla che ho sbagliato tiro ( come se non lo sapessi ! ) e mi dice che sono sulla Bon Ton.
Ma è possibile? Ma le nuove vie sono così vicine l’una con l’altra?

Da veri coniglietti Walter e Lorenzo si spostano sullo spigolo dello sperone per fare la via giusta, più facile e mi dicono che sono matto a far salire il povero Salvo sul 6a.

Manco lo avessi fatto apposta a trovarmi da quelle parti lì !!


Nel frattempo il primo della cordata che seguiva il mio giovane amico, sulla Bon Ton, mi raggiunge sull’ampio terrazzino e facciamo salotto.
Mi indica il giusto percorso confermandomi che ormai dopo l’apertura delle nuove vie è quasi normale sbagliare e mi mette in guardia sul fatto che sopra è più facile ad incasinarsi.

Saliamo un altro tiro e da sotto vedo arrivare, anziché Walter e Lorenzo, il primo di un’altra cordata ( si sono fatti superare, i conigli! ) che al tiro successivo mi raggiunge.

Da come arrampica, velocissimo, sembra che abbia fatto la via svariate volte, infatti mi conferma che non si ricorda quante volte abbia già arrampicato sul Rivero come del resto su quasi tutte le vie della Sbarua.

Ha iniziato ad arrampicare da bambino quando suo padre lo ha “iniziato”alla montagna.
Prima su vie facili e poi su vie sempre più difficili, ha ripetuto anche diverse volte le vie in montagna che il padre aveva aperto qualche anno prima.

“Ma come si chiama tuo padre?”
“E’ morto quest’anno a 91 anni, Burdino”
“Felice Burdino?”
“Si”

Felice Burdino, anzi, il Professore Burdino, oltre che aver aperto decine di vie di stampo alpinistico, ha anche redatto con Severino Bessone, la prima guida con le relazioni alpinistiche del gruppo del Monviso.

Per gli amanti dell’alpinismo questa guida, per anni, è stato un punto di riferimento per pianificare le possibili salite nell’intero massiccio del Viso.

Così arrampicando e facendo “salotto” siamo arrivati in punta al Torrione Rivero dove in attesa di recuperare i nostri secondi abbiamo ancora avuto tempo di farci uno scambio d’opinione su un paio di vie “Burdino” percorse da tutti e due

Ci stringiamo amichevolmente la mano e i pinerolesi iniziano a scendere il canalone.

Io e il mio socio aspettiamo al freddo che ci raggiungano i nostri amici. Dopo qualche minuto li vediamo arrivare e li sfottiamo a più non posso per la loro lentezza.

“Roberto, cosa sono queste viti piantate nella roccia?”
“Cazzo, anche qui!”

“ Dovrebbe essere una sosta, hanno rubato le placchette!!!”


07/11/2009, previsioni del tempo ciccate,mattinata glaciale.

Sperone Rivero
Spigolo sinistro – Via Rivero
150 metri, 6 lunghezze

5c con….qualcosa di più.

Vaghi ricordi di un tempo passato con uno sguardo al futuro!!!!

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bertugeo
Inviato: 10/11/2009 14:19  Aggiornato: 10/11/2009 14:19
Guru
Iscritto: 29/12/2005
Da: chivasso
Inviati: 279
 Re: Sperone Rivero e....il furto delle placchette.07/11/2009
ora non so se colui che hai scritto su gulliver sia un esaltato o un coglione. Volevo usare i puntini di sospensione ma mi sembra più corretto chiamare la gente con il suo nome: qualcuno diceva "se 'un a le piciu a vante nen dije che le fol, avanta dije che la piciu.
Si potrebbe fare così: al posteggio di ogni falesia o palestra di roccia taglio i freni a qualche auto...una voltasi andava a piedi o a cavallo e i freni non c'erano.
Cmq, d'ora in avanti anche sulle vie attrezzate ci toccherà portare i friend, i chiodi ed il martello, che se non dovessero servire in parete potranno servire altrove.

Autore Commento
roberto55
Inviato: 11/11/2009 11:39  Aggiornato: 11/11/2009 11:39
Guru
Iscritto: 28/12/2007
Da:
Inviati: 3570
 Re: Sperone Rivero e....il furto delle placchette.07/11/2009
Ciao Massimo,
direi noi due con Vittorio e Aldo con gli scarponi e subito dopo a cercare le Asolo di tela con la suola aerlite, le E.B. originali costavano troppo!! Altri tempi e altro spirito di affrontare la montagna e le palestre d’arrampicata.
Anche Salvo, alle prime armi, è sceso dallo sperone al settimo cielo.
Gli auguro una carriera alpinistica come la tua.

Bertu,
tanto i chiodi e il martello in montagna li portiamo sempre (anche solamente in fondo allo zaino,per sicurezza,non si sa mai). Però portarli in falesia, NOoo, mi girerebbero le balle.
Sarebbe interessante sapere dove viene utilizzato il materiale che sparisce dalle vie attrezzate, sapere se il “furfantello” ha le palle oppure è solamente un teorico.
Non penso che asporti dei pezzi di ferro solamente per risparmiare qualche euro, forse c’è da parte sua il solito discorso “dell’etica”.
Massimo si ricorderà che all’inizio degli anni “80 nell’ambiente si diceva che il grande Isidoro schiodava a più non posso, che a casa sua aveva un bidone pieno di chiodi…..forse era solamente una leggenda metropolitana.
Però una cosa era certa, vero o non vero, chiodatore o schiodature che fosse, ogni fine settimana apriva una via nuova, e non in falesia ma in “alta quota”.
Corsi e ricorsi della storia, ma con le palle… Capito mi hai?

Autore Commento
L'alchimista
Inviato: 11/11/2009 15:56  Aggiornato: 11/11/2009 15:56
Guru
Iscritto: 5/10/2006
Da: NO TAV
Inviati: 323
 Re: Sperone Rivero e....il furto delle placchette.07/11/2009
Ciao raga,
il Rivero io lo facevo sempre con chiodi e martello dietro, anche ai denti di Cumiana si portavano.Sul Rivero ho piantato il mio primo volo serio,sulla variante Beglio all'ultimo tiro (la fessura orizzontale che taglia in alto la parete)tenuto da uno dei primi nut che mettevo.I miei soci visto l'accaduto si convinsero che i nut erano utili e non solo folclore e corsero a comprarseli. Isidoro non era l'unico, per un certo periodo ho scalato in marittime con i liguri: quelli scendevano in arrampicata e toglievano le calate in doppia: Se si scende arrampicando non servono!
Ormai certi discorsi non mi appassionano più,tanto ormai x abitudine anche quando vado in falesia nello zaino metto una mazzetta di nut e un paio di friends... nel caso...
Certo che questa tendenza a chiodare/schiodare in base al proprio "io" è figlia del nostro tempo,ognuno pensa che ciò che fà è cosa buona e giusta chi in nome dell'etica chi in quello della sicurezza e dell'ugualitarismo...tipo il 6°grado politico per tutti!
Bha...viva lo sci ripido,almeno lì ognuno è solo con se stesso e con le proprie paure.
Saluti con un pò di rimpianto per i tempi andati, ma solo xchè eravano più giovani e con più fiato..e serviva eccome serviva...soprattutto per scappare dalle cariche dei celerini

Autore Commento
thebaz
Inviato: 10/11/2009 11:35  Aggiornato: 10/11/2009 11:36
Matricola
Iscritto: 4/1/2008
Da:
Inviati: 14
 Re: Sperone Rivero e....il furto delle placchette.07/11/2009
...e una volta il Rivero l'abbiamo salito insieme, con Vittorio (o Francesco? o Aldo?,ma mi sembra Vittorio; dovrei consultare il mio accurato registro).
Poichè mi ricordo di aver scalato con gli scarponi di cuoio, tribolando il giusto sul 2° tiro, forse era proprio il '79. Avevo iniziato a scalare da poco. Ne ero uscito provato e fradicio, ma al settimo cielo.
Un bel ricordo. Grazie per averlo fatto riemergere. La nostalgia talvolta giunge morbida come una coccola.
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