Poiché i maledetti bollettini meteo prevedevano per questo week-end i soliti due tristi giorni di nebbie e di grigio e poiché oggi il sole era già alto (per quanto alto possa essere al primo dicembre) in un cielo blu, mi son detto: se non parto adesso, per qualche giorno non si parte più.
E mi sono buttato su dalle Valle Gesso, nella stretta Valle di Roaschia, in fondo alla quale, per un po’, il sole non arriva più … fa freddino, ma basta lanciarsi su per la salita, a tratti molto severa, perché fatta per piantare quei grossi tralicci dell’alta tensione che, partendo dall’invaso di Entracque, attraversano sopra il Passo del Van, scavalcano la Bisalta e si perdono giù nella pianura.
Certo non sono andati molto leggeri con le pendenze: se non scenderete mai di sella siete veramente cocciuti!
Usciti che sarete dal bosco le pendenze si faranno più ragionevoli, farete quattro tornanti e quando vedrete che la sterrata va a collinare sulla destra (raggiunge il traliccio in cresta, alle Rocce della Scregna, 1846 m, con un fondo impossibile), abbandonatela e pigliate su dritto, mtb a spalle, e raggiungete l’intaglio a sinistra, chiamato “Passo del Van” 1766 m, senza cartelli, ma capirete qual è, perché è il più basso e al di là c’è un sentierino che si butta giù nella gola un po’ tanto ripida verso le “Gorge della Reina”: sappiate che di lì non scenderete fino ad Entracque: ci sono andato una volta a vedere: ad un certo punto vi dovete infilare, appunto in una gorgia o gola pietrosa, stretta e spesso con torrentello: vi sono delle corde di ferro, molto in cattivo stato: l’ho fatto una volta in salita a piedi, ma vi assicuro che, se nulla è cambiato, è assai “hard”, per non dire “da evitare”.
Al Passo del Van lasciate pure la vostra mtb incostudita: non ci verrà nessuno.
E pigliate su a sinistra, su traccia di sentiero, in cresta o appena sotto e al max in una ventina di minuti sarete lassù, accanto alla croce della Punta del Van (1967 m) senza, direbbe qualcuno, purtroppo, dover pestare un solo centimetro di neve, ma per fortuna neanche una viola.. che sia di buon auspicio?
Lassù lasciatevi sfiorare dal sole ancora caldo e godetevi lo spettacolo dei precipizi attorno a voi e delle cime, di cui solo le più alte un po’ imbiancate, e sperate di tornare presto quassù, con gli sci o con la tavola: sotto di voi vedete le gite del Balur, del Servatun, dell’Orel… ma di neve ne manca un metruzzo! Che però potrebbe venire domani tutta d’un colpo, chissà.
Ritornate di corsa al Passo del Van, pigliate la mtb che per i primi 50m di discesa giù nella gola al di là potrà servire ad appoggiarvicisi per non rotolare giù, altre volte solo a darvi fastidio.
Questa volta, a differenza dell’ultima in cui ero sceso altri 50 m di dislivello, ne ho fatti solo 50 ed ho visto una freccia rossa e due tacche che andavano a destra, e, ricordandomi di quell’altra volta in cui avevo poi dovuto risalire, mi son detto: questa è la mia strada, cossì non perdo quota: non l’avessi mai fatto, o almeno fossi tornato indietro subito: le tacche sono finite, la traccia era una traccia di camosci che attraversa delle boccette friabili ed espostissime, finché non ho visto il mio sentiero, alla base delle rocce, 50 m più sotto: In due parole ho dovuto “disarrampicare” tra rocce ripide e pietrisco pericolosissimo, mezzo metro alla volta, appoggiando la mtb, che non voleva saperne di stare ferma, più in basso, fino a portarmi in salvo.
Credetemi, scendete prima quei 50 m in più e troverete nuove frecce e nuove tacche rosse che continuano!!!
Si continua sul sentiero che sta in falsopiano, sempre abbastanza esposto e non ciclabile, fino al Passo di Prati Colla (1615 m): buttatevi nel bosco di faggi al di là, su un bellissimo sentiero di foglie, ciclabile se avete degli ottimi freni, badando bene a trovare le tacche rosse sui tronchi e a non perderle mai, perché se prendete un’altra traccia rischiate al 99% di finire su dei salti rocciosi nel vallone a sinistra, dove non v’è alcun passaggio.
A quota 1400 circa sbucate su una bellissima sterrata che seguirete evitando ogni deviazione a sinistra, fino ai piedi di Valdieri, che raggiungerete attraversando il ponte sul Gesso.
Se arriverete lì, come me, alle 17 del 1 dicembre, non vi resterà che mettervi la frontale, accendere la lucetta rossa dietro e raggiungere Cuneo che è notte vera, pregando che nessuno abbia voglia di asfaltarvi.
Data: 1/12/2006
Partenza: Cuneo, via Roaschia, Passo del Van, Punta del Van (1967m, a piedi) Valdieri, Cuneo
Zona: Valle Gesso
Lunghezza: 65 Km
Disliv. Tot. Posit.: 1550 m
Difficoltà: Oca
Ciclabilità: 90% (50’ mtb a spalle o al fianco)
Tempo indicativo: 6.5 h, compresa la punta a piedi
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