: Maglietta e braghe corte, sandali robusti, berretto ed occhiali da sole, zainetto con viveri ed acqua (anche vino) per la giornata, ghettine leggere antirovi o calzettoni scaldamuscoli delle ballerine, asciugamano, costume, pinne e maschera, cartina, cellulare e voglia di camminare.
Ecco gli ingredienti per una ricetta fantastica alla scoperta degli spazi ancora intatti della costa sarda.
Fare una buona colazione; partire all'alba (di solito si è sempre soli, nessuno ti vuole accompagnare ma va bene lo stesso; se si vuol parlare al massimo si dialoga con i gabbiani o le lucertole ), puntare al mare ed iniziare il pellegrinaggio lungo la costa; osservare, ammirare, pensare, fantasticare, respirare, fare del boulder, aggirare velocemente i siti dei carnai , fare foto; evitando le zone dei ricci entrare in acqua, farsi una bella nuotata in solitudine osservando i pesciolini colorati, asciugarsi e ripartire; spuntino su un dosso panoramico, magari all'ombra di un pino piegato dal vento e ri-ripartire; in vista del tramonto consultare la cartina, individuare il punto di recupero e chiamare per l'appuntamento (solo ora accendere il cellulare che è stato rigorosamente spento per tutto il giorno).
Cena che avete ordinato su un biglietto lasciato al mattino sul tavolo della colazione: pesce al sale con insalata oppure purceddu ordinato in quel posto che vi ha consigliato il gommista (in sardegna sulle strade dell'interno è facile bucare) con un paio di bicchieri di cannonau , da consumarsi sotto un pergolato a lume di candela; ozio digestivo su sdraio osservando le stelle e buona notte.
Scettici?
No! funziona molto bene!

Apprendo ora che alcune zone che ho attraversato sono state interessate dall'alluvione; auguri per una veloce ripresa.

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