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Alpinismo : Torretta, Lavinetta e Lavina...basta grazie!
Autore: e.scagliotti (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 17/08/09 12:16
Notizia riferita al: 17/08/09
Letture: 4633

Che delusione la Torre Lavina! Tanto bella ed elegante da vedere, tanto brutta e soprattutto pericolosa da salire. Ora mi spiego come mai è così poco frequentata e come mai alcune vie come la cresta Bardoney contano (quando va bene) 1 passaggio all'anno.
Da tempo volevo andare ad esplorare la Val Soana e magari completare l'opera del 2003 interrotta dal maltempo...e questa settimana di ferie sembra proprio adeguata. Dovremmo essere io, Lorenzo e Gianni (mountain) ma purtroppo il buon Lurens è ancora fuori uso dopo l'incidente (a lieto fine) di domenica scorsa...quando arrampicando dalle parti della Aiguille de Lauzet un masso instabile ha rischiato di fare grossi danni!
E così alla fine ci ritroviamo Gianni ed io a salire il lungo e verdissimo Vallone di Forzo verso il bivacco Davito.
Giunti al bivacco con stupore scopriamo di non essere i soli....solo più tardi conosciamo gli occupanti, due simpatici e gradevoli personaggi (marito e moglie) di una certa età decisamente anticonformisti.
Cena con tutti i confort e notte un pò meno...a causa dei sacrificati posti alti del piccolissimo bivacco (4 letti di cui solo 2 comodi).
Al mattino inizia quella che dovrebbe essere una grande giornata di scalata e avventura....ma già giunti al colle Bardonay il 'panorama' non è proprio come me lo sarei aspettato....roccia molto rotta, notevoli zone franate, blocchi accatastati in equilibrio precario e dove sembra più solida licheni e ciuffi d'erba.
Vabbbè ma migliorerà....
La cresta è lunghissima, frastagliata con notevoli gendarmi e torrioni da scavalcare oltre al superamento di due distinte punte la Torretta e la Lavinetta.
La salita è molto da ricercare e considerati i crolli la relazione che abbiamo è praticamente inusabile...il tutto rende la progressione più lenta del previsto.
Inoltre, dove ammetterlo, io mi sento decisamente non a mio agio...non che normalmente la roccia sia il mio elemento preferito ....ma oggi dopo lo spavento di domenica e questo terreno totalmente instabile mi rende nervoso e scoordinato più del solito (ed è tutto detto )
Per fortuna il grande Gianni sempre tranquillo conduce con sicurezza!
Considerando la natura del terreno alcuni passaggi anche se tecnicamente non difficili non sono banali e anche le protezioni sono assai aleatorie...diciamo più psicologiche che utili!
Giunto in vetta alla Torretta mi rendo conto di essere su una aerea torre di massi disordinatamente impilati gli uni sugli altri....che sgiai!
Con facile disarrampicata (cosi dice Gianni)...per me un pò meno...scendiamo al Colletto della Torretta da dove riprendiamo la salita verso la seconda vetta.
Qui l'arrampicata è un pò più semplice ma sempre su terreno instabile e a tratti esposto fino alla Lavinetta, punta decisamente più tondeggiante.
Successivamente ancora spuntoni qualcuno aggirabile e qualcuno da passare sull'aereo filo portano al piccolo Colletto della Lavinetta da dove inizierebbe la vera e propria cresta sud-ovest della Torre Lavina.
Da qui le cose si fanno più serie e se la relazione di G.C. Grassi parla di cresta aerea, esposta, a tratti delicata, con lisce placche e strapiombini, con parecchi passaggi di III/IV/IV+ tutta da proteggere....vol dire che sono cazzi!
Se almeno la roccia fosse buona....ma anche qua tutto è estremamente frantumato, instabile, dalla pietrolina al masso stile lavatrice.
Inizia ad essere tardi, da qui in avanti non ci sono più vie di fuga....e un bivacco in vetta o peggio sulla cresta è altamente probabile....già perchè giunti in vetta la discesa non sembra per nulla banale.
E poi sopratutto non ci stiamo divertendo, anzi io oggi ho proprio una acuta ciclosferosi (balle che girano)....è deciso abbandoniamo la cresta!
Ma l'unico modo è abbassarsi sul versante di Cogne verso il ghiacciaio Lavina.
Fin dove si può caliamo su blocchi rocciosi poi inevitabilmente dobbiamo passare i nervai ancora in ombra e quindi con neve durissima a tratti gelata....ovviamente senza picca e ramponi...un'altra esperienza 'interessante'!
Superato il punto critico valutiamo il da farsi....o scendere di parecchio fino a riprendere il sentiero del colle Bardonay o tentare di raggiungere la vetta per il crestone ovest che all'apparenza sembra fattibile. Probabilmente non siamo ancora abbastanza stanchi e optiamo per tentare la vetta. La salita è faticosa ma senza problemi particolari e con qualche semplice passo di arrampicata arriviamo all'anticima nord della Lavina dove troviamo gli ometti della via 'normale'.
E`tardi e siamo stanchi ma considerando che probabilmente non metteremo mai più piede da queste parti saliamo l'ultimo detritico pendio e raggiungiamo la vetta nord della Lavina di pochi metri più bassa della sud....ma va bene così.
Ora non 'resta' che scendere....come fosse semplice....considerato che tutte le relazioni dicono che la Torre Lavina non ha vie normali!
Un pò la nebbia, un pò che non abbiamo le idee ben chiare ma il canalone est di cui si parla nelle relazioni non lo individuiamo così seguiamo la facile cresta nord-est puntando ad un grosso omettone....se c'è un ometto si passerà pure!
Da li le cose diventano decisamente più impegnative, la cresta diventa sempre più aerea ed esposta e si deve disarrampicare su placche e paretine fessurate. Qui per fortuna la roccia è un pò migliore e il Gianni si diverte pure ....io, considerando che disarrampichiamo slegati, molto meno . Poi giunti quasi al Colle di Acque Rosse la cresta diventa affilatissima.....io da lì slegato non scendo neanche morto...questo il mio giudizio a Gianni! Studiando bene riusciamo ad individuare un grosso masso (meglio non chiedersi quanto sicuro e stabile ) dove posizionare la doppia. Delicatamente mi calo e arrivo ai nevai del vallone di Campiglia...uhau è andata...già ma siamo ancora nel vallone sbagliato!
Con una lunga traversata su nevai e ciaplere andiamo a prendere il bellissimo sentiero del Colle della Cadrega al quale si giunge con l'aiuto di alcune corde fisse.
La vista sul nostro vallone di Forzo è deprimente....nessun sentiero solo sterminati e ripidi pendii di detriti e scivolosa erba...la stanchezza inizia a farsi sentire ma non si può far altro che scendere. Sigh!
Discesa luuuunga non difficile ma devastante per le ginocchia oppresse anche da zaini spropositati pieni di inutile ferraglia (a Lorenzo saranno fischiate le orecchie molte volte...considerato tutta la roba che ci ha consigliato di prendere )
Giunti all'Alpe Lavina Grossa sembra fatta....e invece per evitare le sottostanti balze rocciose la traccia di sentiero compie un eterno munta e cala verso destra fino all'Alpe Lavinetta posta poco a valle del bivacco Davito.
Oppss....abbiamo praticamente fatto il Lavina Tour!
Ormai siamo cotti ma fortunatamente siamo sul 'comodo' sentiero di salita e non resta che scendere fino alla macchina che raggiungiamo dopo più di 16 ore di marcia. Per oggi basta così...
Peccato le aspettative erano ben diverse...in ogni caso tutta esperienza e allenamento.




Data: 11/12 Agosto 2009
Quota max: 3274 m
Partenza da: Tressi (Ronco Canavese)
Quota partenza: 1159 m
Dislivello: 2300 m circa
Zona: Valle Soana
Difficoltà: AD+

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Tracciato GPS


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Commenti
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Autore Commento
bertugeo
Inviato: 17/8/2009 13:19  Aggiornato: 17/8/2009 14:20
Guru
Iscritto: 29/12/2005
Da: chivasso
Inviati: 279
 Re: Torretta, Lavinetta e Lavina...basta grazie!
E ti sei anche giocato il bonus di due giorni di gita

Autore Commento
L'alchimista
Inviato: 17/8/2009 15:54  Aggiornato: 17/8/2009 15:54
Guru
Iscritto: 5/10/2006
Da: NO TAV
Inviati: 323
 Re: Torretta, Lavinetta e Lavina...basta grazie!
Ciao ragazzo, vedo che sei sempre "maso"
Io sono tornato con la coda tra le gambe...sto invecchiando!
Potremmo consolarci tirando fuori gli assi
A bientot!

Autore Commento
mountain
Inviato: 20/8/2009 18:53  Aggiornato: 20/8/2009 18:53
Guru
Iscritto: 2/5/2006
Da:
Inviati: 377
 Re: Torretta, Lavinetta e Lavina...basta grazie!
Ciao Enzo
hai proprio ragione!
Tirate fuori gli assi ora che siete ancora in tempo prima che sparisca tutta!
La situazione è decisamente sconfortante; terreni sempre più brutti, solo ciaplere e crolli.
Salutoni.
Gianni
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