Home | Foto | Video | Notizie | Agenda | GPS | Articoli | Meteo | WebCams | Contattaci | Aiuto

Menu principale

Album foto

Foto a caso

MTB : PASSO DEL DUCA: TRAVERSATA LIMONE/CERTOSA
Autore: pierriccardo (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 30/09/06 01:21
Notizia riferita al: 30/09/06
Letture: 4436

Da una delle mille idee di Pat, con l'organizzatissima banda di Savigliano: Ettore, Bobo, Sandro1 e Sandro2 e col mito della val Germanasca, Mauro.

Io e Mauro (i più forti) siamo partiti da Borgo S.Dalmazzo e alle 9.30 eravamo a quota 1400 di Limone, dove avevamo appuntamento con la banda, anche loro arrivati puntualissimi.

Non ricordo però perché siamo partiti alle 10.15. Boh!

Alle 11 e qualcosa eravamo al colle di Tenda.
Facciamo la prima foto.

Il simpatico che ha fatto la prima battuta di spirito del tipo "se cominciamo a fermarci tutti i momenti per le foto non arriviamo mai più", dopo 100 metri ha avuto il costosissimo copertone tubeless squarciato dalla punta di una freccia che qualche nostro bastardo antenato aveva messo là qualche decina di migliaia di anni fà, prevedendo che prima o poi sarebbe passato di lì qualche suo discendente, non prima però che fosse nata la Michelin e che qualche sublime ingegno avesse scoperto che si poteva fare a meno delle camere d'aria.

Infatti il suo discendente non aveva una camera d'aria, né nel copertone, né nello zainetto, perché con le tubeless le camere non servono.
Salvo eccezioni.

Anch'io ho le tubeless, non sono mica nato ieri! quindi ho detto che naturalmente neanch'io ho la camera d'aria nello zainetto (Credo di discendere anch'io da quel bastardo di antenato).

Per fortuna che tra i suoi amici qualcuno non aveva ancora condiviso i pregi delle tubeless, quindi gli prestò una camera daria.
Per fortuna che aveva anche i ferri di ferro e non di plastica, per togliere il copertone, altrimenti eravamo ancora là adesso.
E poi, incredibile, aveva anche un pezzo di gomma da mettere tra lo squarcio e la cameradaria, che altrimenti sarebbe fuoriuscita come un blob di ciuingam.

E fu così che dopo mezzora di lavoro non retribuito ripartivo: un tempo appena sufficiente per scattare un migliaio di foto con lo zum e il cavalletto!

Colletto Campanin, sempre bello duro, e poi giù in saliscendi fino al bivio per il Rifugio Morgantini; si sale al rifugio, foto (ma sì abbiamo tempo per una foto).

Qualcuno vorrebbe già pranzare, (e già, sono le 13 in punto) ma il mio istinto di capo risorge e ordino: andiamo più giù!
Bellissima discesa, é stato sistemato un pò il sentiero, ricordo che anni fà si faceva a piedi almeno 15-20 minuti, stavolta massimo 5 minuti a piedi fino al gias dell'Ortica ( ma forse sarà che siamo diventati più bravi!).
A metà strada pausa pranzo.
Poi dinuovo giù in picchiata.

Dal Gias dell'Ortica si risale un 200m per arrivare al Passo del Duca e si deve scendere di sella per una diecina di minuti.

Nell'unico tratto di discesa (50m) prima del Passo faccio un bel volo: per fortuna ho messo le ginocchiere, il casco ed i guanti: anche stavolta é andata bene: mi sono solo piantato il manubrio tra due costole, ma dopo 5 minuti già riuscivo a parlare sottovoce e a respirare un pò.

Siamo al mitico Passo del Duca, infilati tra le ultime guglie del Marguareis tra le nebbie, tra le conche carsiche di qua e la parete da dove sgorga il Piscio del Pesio di là, ma solo quando piove.

Chissà se abbiamo il tempo di fare due foto, mah!

Al di là si scende per 3 minuti e mezzo a piedi e poi si svolta a sinistra, per un sentiero stupendo, anch' esso rimesso apposto, si scende di sella 2 volte per 3 metri e con lunghi tornanti arriviamo al Gias dell'Arpi,
dove, per fortuna, incontriamo una bella coppia con due bimbi più belli ancora, che ci fanno una foto. Il padre é un vero campione, tipo di quelli che fanno l'ottavo tempo ad una corsa in bici in riviera, dove si corre per 24 ore senza neanche il tempo per pisciare.

Meno male, dicevo, che abbiamo incontrato uno così, perché, noi sette, lo sport che facciamo meglio é la gara di "Tirabelin", per il quale abbiamo tutti una laurea, essendoci pure andati a squola da degli specialisti del settore.

Dal Gias dell'Arpi in giù, se possibile (ed é possibile) il sentiero é ancora più bello e gli altri sei tirabelin mi superano ad uno ad uno, qualcuno senza neppur chiedermi la strada.
Mi chiedo dov'é finito il ferplei!!!!

Al ponte sul Pesio faccio presente a loro, già fin troppo estasiati dalla bellezza dei posti, che il massimo si trova a 5 minuti a piedi sopra di noi: sono le "Cascate del Saut".

Le risposte sono, in ordine:

-Ci vengo un'altra volta
-Non credo ci sia qualcosa di più bello
-Anduma giù ca lé tard
-Cosa ci andiamo a fare?
-Tlas finì ad rumpe 'l belin(questa solo pensata)
-Mi fanno male le mani.

La mia sintesi:

Metto la bici a spalle e m'incammino sù.
-Reazione: -Cosa porti la bici a fare?
Io: a fare la foto!
-Leggo sul loro volto tutti i pensieri positivi su di me e poso la bici.
-uno per volta mi seguono tutti.
I cinque minuti diventano 15, ma di cascate gliene faccio vedere 2 e le foto ormai non si contano più.

Scendiamo, sterrata, Pian delle Gorre.

Facciamo dei contratti con il bar del rifugio:
Il cappuccino non si può, prendo la cioccolata; dopo 5 minuti: la cioccolata non si può.
Il caffé non si può, però se abbiamo tempo lo fà con la caffettiera. Ok. Allora mi faccia il caffé con la caffettiera, poi ci mette il latte e diventa un cappuccino. Ok. Finisce che mi prendo un caffé corretto con latte ghiacciato.
Il tost? ok.
Dopo 5 minuti il tost non si può, abbiamo poca corrente. Ok, I panini li può scaldare? No, abbiamo poca corrente... ci proviamo..
Arrivano i Panini.
Qualcuno si lamenta che il panino brucia.

Se l'avessi inventata non sarebbe venuta così bene. Giuro: tutto vero! Fatto nessuna foto qui.

Si potrebbe scendere alla Certosa su un bellissimo e liscio asfalto.
Ma noi no! Siamo dei duri o no?
Facciamo il percorso naturalistico sulla sinistra orografica del Pesio, che dire? Stupendo!

Dalla Certosa, per scendere a Chiusa Pesio ci sarebbero un sacco di sentieri e sterrate, ma questa volta non glielo dico neppure.
Vedo nei loro occhi un'incontenibile voglia di asfalto e non ne ho il coraggio.
Non fosse altro per la mia incolumità.

In tutta quest'avventurosa avventura, in cui nessuna domanda, benché rara, é mai rimasta senza una risposta, un dubbio atroce ci assilla: ma sti "Johnfranites" esisteranno davvero? O no?

Data: 28/09/06
Partenza: Borgo S.Dalmazzo o Limone o Q.1400
Arrivo: Chiusa Pesio
Zona: Valle Vermenagna, Valle Pesio
Lunghezza: KM. 60 o 40 o 35
Dislivello: m. 1900 o 1500 o 1100
Ciclabilità: 98%

Album Foto

GPS


Stampa la pagina Manda la notizia a qualcuno Crea un PDF con questa notizia
Commenti
Visualizzazione:
I commenti sono proprietà dei rispettivi autori.
Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Accesso
Nome utente:

Password:


Registrati

Hai perso la password?

Condividi

Cerca
Google


Ricerca avanzata


Installa motore di ricerca

Utenti connessi
87 utenti sono connessi

Iscritti: 0
Visitatori: 87

altri...

Pubblicità

   


Google
LaFiocaVenMola.it - info@lafiocavenmola.it