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Come eravamo : Scialpinismo ed elicottero
Autore: muntagna (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 23/05/09 00:24
Notizia riferita al: 23/05/09
Letture: 2766
Come eravamo

Scialpinismo ed elicottero

Prima domenica di marzo del 1977 o 78, io e Aldo decidiamo di fare il giro dell’Albergian. Quindi partenza al mattino non tanto presto con destinazione Pragelato.
Appena in funzione la cabinovia (sempre gelida perché totalmente a nord) si parte per il Clot della Soma e poi, non ricordo più se c’era già lo skilift che portava più in alto o se abbiamo messo le pelli subito, destinazione immediata il colle del Pis a circa 2600 mt.
La giornata è bella, in alto tira un po’ di vento.
Dimenticavo di dire che 10/15 giorni prima aveva fatto una super nevicata che aveva scaricato 150/200 cm di neve.
Superato il colle si scende leggermente sul lato opposto e ad un certo punto decidiamo di raggiungere la cima della Fea Nera vicina ai 3000 mt. Salendo il vento aumenta d’intensità e diventa decisamente fastidioso e freddo, per cui in cima ci si ferma lo stretto necessario, con il solito problema delle pelli che sventolano al vento quando si tratta di toglierle … ah, dimenticavo di dire che naturalmente non erano collanti.
Si scende su neve non bella, abbastanza crostosa e man mano che ci abbassiamo e ci mettiamo nel vallone al riparo dal vento, la temperatura aumenta in modo sensibile.
Ad un certo punto raggiungiamo altre due persone, Giorgio ed una sua amica, scambiando qualche parola, lui era al momento uno dei redattori della Rivista della Montagna.
Continuiamo a scendere nell’ampio vallone, ma ogni tanto la crosta cede e si sprofonda di botto sino alle ginocchia, con grave pericolo.
Poi ad un tratto sento Aldo, che era ad una cinquantina di metri alla mia sinistra ed un poco più in alto, mettersi a gridare e lo vedo in una strana posizione.
Più rapidamente possibile, spingendo e scalettando lo raggiungo e mi grida”sun rumpume la gamba”; io cerco di rassicuralo dicendogli ma no, niente di grave, anche se guardandolo mi si capovolge lo stomaco, perche la sua tibia non è più dritta ma piegata a metà in avanti.
Con un coltello taglio la cinghia che teneva lo scarpone allo sci, stacco lo scarpone dall’attacco, facendo la massima attenzione.
Nel frattempo, attirati dalle grida arrivano anche Giorgio e la sua amica, ci guardiamo in faccia, la situazione è decisamente brutta così come la frattura, decisamente scomposta, che ad ogni minimo movimento procura dei dolori insopportabili al povero Aldo, che resiste bene, del resto è un duro.
Decidiamo di far scendere a Fenestrelle la ragazza a chiedere aiuto, mentre io e Giorgio cerchiamo di stendere Aldo su due sci che nel frattempo abbiamo unito, grazie all’accoppiatore che Aldo aveva nello zaino.
Con i pochi mezzi a disposizione rompiamo anche alcuni rami di piccoli pini che c’erano nelle vicinanze, cercando di steccare con questi rami tutti storti, la gamba rotta.
Ogni spostamento costa un grande sforzo, poiche a piedi si sprofondava sino alla vita ed oltre e si aveva l’impressione di essere in una trincea.
Una volta sistematolo più o meno, ma soprattutto meno bene, iniziamo a spostarlo in leggera discesa avendo come obiettivo un punto semipianeggiante ad un centinaio di metri.
Si sprofonda talmente tanto che dobbiamo fare sforzi inauditi per ogni metro guadagnato e mi ricordo ancora che ad un certo momento Giorgio, peraltro piuttosto temprato perché aveva già fatto qualche trekking d’alta quota in Himalaya, mi disse: basta non c’è la faccio più”, e lo stesso valeva per me.
Comunque continuando i nostri sforzi e cercando di limitare le sofferenze di Aldo che non erano poche visto lo stato disastroso della sua gamba, alla fine arrivammo dopo almeno due ore di sforzi, a raggiungere il punto previsto, che iniziammo a battere con i piedi in previsione di un atterraggio dell’elicottero, che però non arrivava.
Quando ormai iniziavamo a porci il problema della notte non lontana, sentiamo il rumore di un elicottero, musica per le nostre orecchie, che in breve si materializza nel cielo; si avvicina e tenta di atterrare, riparte, ritenta, si allontana nuovamente e con lui le nostre speranze, poi ritenta ancora e finalmente arriva a sfiorare la neve con i pattini.
Saltano giù un soccorritore di Fenestrelle ed il copilota che ci dice di fare svelti, perché l’elicottero non può posarsi del tutto, riusciamo, facendolo soffrire parecchio, a caricare Aldo sull’elicottero, fanno entrare anche me, mentre il capitano grida svelti, svelti, la situazione non è delle migliori, terreno innevato non pianeggiante, una baita non lontana davanti ed alberi di fianco, ma di colpo oplà, siamo nel cielo, classica virata da elicottero e la valle è bassa sotto di noi.
Il mio primo volo in elicottero, ma non ho avuto tempo di chiedermi se avevo paura o no; in un attimo attraversiamo la Val Chisone e passando sopra il colle della Rossa sbuchiamo in Val Sangone, direzione CTO.
Dell’arrivo al CTO la cosa che ricordo maggiormente è il sibilo del trapano che bucava il calcagno di Aldo per mettergli ala gamba in trazione.
La diagnosi più o meno era questa: rottura spiralata di tibia e perone; operato qualche giorno dopo, una bella placca metallica e via verso nuove mirabolanti avventure.
A fine agosto abbiamo fatto insieme il Gran Sasso, vera prova di volontà di Aldo, perché con ancora la placca e l’uso della gamba ripreso da poco, salire lungo quei ghiaioni non era certo facile.
Con leggero.... ritardo, ne approfitto per ringraziare Giorgio e la sua amica (che dovette penare non poco per avere l’intervento dell’elicottero), che dopo di allora non ho mai più rivisto; un grazie anche al pilota dell'elicottero dei Carabinieri, il capitano Giuntella, se ben ricordo, che in condizioni non facili, è riuscito ugualmente nella sua impresa.
Anche con Aldo ci siamo persi di vista, lui adesso è in Puglia… così va la vita, ma un amico lo si ricorda sempre.
Nota meteorologica: quella domenica di inizio marzo a Torino il termometro superò i 21° e fu la giornata più calda sino ad oltre metà aprile.
Giuseppe


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Commenti
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Autore Commento
giorgio25b
Inviato: 22/11/2009 19:20  Aggiornato: 22/11/2009 19:20
Matricola
Iscritto: 21/8/2009
Da:
Inviati: 1
 Re: Scialpinismo ed elicottero
Ciao Giuseppe,
bella e fortunata storia, almeno per l'epilogo
Assumendo che fosse effettivamente la prima domenica di Marzo secondo me e' Domenica 6 Marzo 1977, perche' la temperatura massima registrata la prima domenica (il 5) del 1978 era 5 gradi...
Questo e' il link da cui ho desunto/utilizzato le tue informazioni... se ti va fammi sapere che ne pensi.
Ciao Giorgio
http://www.wolframalpha.com/input/?i=6+march+1977%2C+turin+italy

Autore Commento
Jacolus
Inviato: 23/5/2009 7:47  Aggiornato: 23/5/2009 18:37
Iscritto: 5/12/2008
Da: Piasco
Inviati: 10819
 Re: Scialpinismo ed elicottero
Bello e commovente racconto! mi ha fatto rivivere la mia situazione analoga di quando mi sono rotto il femore due anni fà, non avevo compagni vicino ,ma Jolie che mi saltava sulla gamba!volela continuare la gita! Per fortuna ora c'è il telefono, ho avuto un momento di "campo" per chiamare i soccorsi. E bello poter ancora raccontarle queste avventute!e... aver ancora voglia di andar per monti
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