Dopo una colossale bagna cauda consumata la notte di Capodanno, con quantitativi di aglio pari a due teste a testa, era necessario trovare un posto poco frequentato per non stordire tutti gli esseri viventi aggirantesi nei pressi.
La scelta è caduta sulla Patanua, gita poco favorevole per lo sci poichè costituisce una prua ad oriente facilmente battuta dal vento.
La sveglia, ovviamente è stata tardiva e solo a mezzogiorno trascorso iniziavamo la salita da Prarotto.
Vi era duna traccia di sci molto serpeggiante, segno che non era di un local; l'abbiamo sfruttata per comodità nel boschetto iniziale con neve profonda, poi dall'Alpe Formica è stata decisamente abbandonata.
Naturalmente ci tenevamo distanziati a causa del diffondersi nell'aria di potenti esalazioni di duplice origine.
La dorsale aveva neve alquanto ventata; il pendio del settore che precede il dosso della spalla era già in parte trasformato e duro, con alcuni accumuli, questi molto accentuati sul dosso superiore, mentre il ripiano che precede il torrione finale era molto ventato con imponente cornice.
Discesa senza problemi, molto bella nel boschetto in basso.
In fondo ci siamo incontrati con il tracciatore non local; era partito al mattino direttamente da Milano per salire la Patanua, come ha fatto, tribolando un pò per le condizioni alquanto invernali.
Dopo lo smaltimento, a sera secondo round per finire la bagna avanzata; ... come si dice 'cume i crin'.
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