Ancora per Federico:

Conoscevo federico dai tempi del liceo, abbiamo condiviso i momenti turbolenti e problematici dell'adolescenza. Avevamo un sacco di interessi in comune, tra cui la passione per lo sci. Ricordo delle splendide sciate a bardonecchia con altri amici, lui per me era un Mito, lo sciatore migliore (dopo mio padre).Poi la sua passione per la montagna prese altre direzioni, che io comprendevo ed ammiravo, avendo un padre alpinista. Ricordo che al lunedì, in classe, federico si dilettava a riprodurre sul quaderno la gita che aveva fatto la domenica, con dettagli su itinerario, dislivello, neve, e a volte mi passava informazioni utili da girare a mio padre come spunti per gite future. A volte, durante le ore noiose, giocavamo a battaglia navale. Ciononostante eravamo tra i migliori della classe, e lui era benvoluto da tutti i professori. Dopo la Maturità, preparata insieme, le nostre strade si divisero, ma ogni tanto ci si incontrava per una sciata, o come nell'85, per ammirare i campioni di roccia in Valle Stretta.
Nel frattempo lui aveva sviluppato la sua passione per lo sci estremo. Io seguivo le sue imprese sulle riviste specializzate, ed ero estasiata ed ammirata,un pò lo invidiavo, anche perchè, quando ci incontrvamo, ne parlava come se fosse la cosa più semplice e naturale del mondo, e secondo lui qualunque bravo sciatore avrebbe potuto fare quelle discese, forse anche io (sigh)!
Gli anni trascorsero, tra fidanzati, matrimoni, separazioni (mia), figli (suoi), e ci incontrvamo ogni tot. Sapevo che aveva smesso di fare sci estremo dopo la morte di un amico, non pensavo avrebbe mai ricominciato. Ma soprattutto, non pensavo che a lui sarebbe mai potuto accadere qualcosa di brutto in montagna. Ma, come dice il Poeta, che lui, come me, amava, "gli eroi son tutti giovani e belli".
Vorrei dedicargli Incontro, sempre del Poeta: il nostro prossimo Incontro non sarà più su questa terra...