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Alpinismo : DOME DE NEIGE DES ECRINS: primo 4000 dell'anno
Autore: Andrea81 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 18/06/06 09:24
Notizia riferita al: 18/06/06
Letture: 3397

Partenza: Prè Madame Carle (Hautes Alpes (F) mt. 1874
Arrivo: Dome de Neige des Ecrins mt.4015
Difficoltà: F+
Dislivello: 2140
Punti Appoggio: Refuge du Glacier Blanc / Refuge des Ecrins mt.3170
Tempo Impiegato: 5 h (1° giorno) + 3h 30'(2° giorno)

Mercoledì 14 giugno 2006

7.30 Andrea, Danilo, Marco: si parte!!

7.45 si torna indietro, l’esperto alpinista Danilo si è dimenticato il sacco letto.

8.00 si riparte! (è la volta buona)

11.00 dopo mille ostacoli incontrati sulla strada, dai camion ai camper ai mille cantieri, arriviamo finalmente al parcheggio del Pre Madame Carle, in Francia nel Delfinato. Da qui si inizia a salire a piedi, siamo a quota 1874.

11.01 ci accorgiamo che i nostri zaini sono pesanti all’inverosimile, specialmente quando veniamo superati da altri alpinisti che con zainetti metà del nostro quasi ci prendono per pazzi

13.00 arriviamo al primo rifugio, il Refuge du Glacier Blanc, dove concediamo un po’ di riposo a noi stessi ma soprattutto alle nostre spalle martoriate da pesi disumani. Pranziamo con delle divine pizze di Favro (messaggio promozionale).

13.30 riprendiamo la nostra marcia su sentiero che spesso perdiamo a finiamo col doverci arrampicare su rocce lisce che sembrano voler attentare alla nostra incolumità. Siamo appena a metà strada e già ci sentiamo devastati, i passi si fanno lenti e le soste frequenti, ogni scusa è buona.

15.00 scendiamo sulla morena del ghiacciaio che abbiamo accanto, il sentiero prosegue lì. Ci teniamo sempre al brodo perché il ghiacciaio è molto crepacciato.

16.00 in lontananza vediamo il rifugio des Ecrins, la nostra meta per passare la notte, appollaiato su uno sperone roccioso, e ancora molto lontano. Fatta una lieve curva si apre il paesaggio sull’intero Glacier Blanc, e appare ala Barre des Ecrins con il Dome de Neige.

16.30 Avremmo potuto arrivare al rifugio, se non che decidiamo di non vedere il sentiero corretto. Mi accorgo dell’errore quando mi volto e vedo una traccia evidente, proprio nel mentre Danilo è alle prese con alcune rocce che sembrano avere la meglio su di lui.

17.30 finalmente dentro il rifugio, cerchiamo di esprimerci a gesti con il titolare e con le poche parole di francese che sappiamo. Rischiamo di non fare cena, credendo che Diner volesse dire pranzo.

18.30 si mangia!! Ma mi tocca pure servire la zuppa agli altri della nostra tavolata. Tutto sommato cibo ottimo e abbondante.

19.30 a letto!!! Si avete capito bene… Mentre fuori ancora il sole è alto, non andiamo a letto. Non dico dormire perché sarà praticamente impossibile prendere sonno, un po’ per il caldo un po’ per i rumori e un po’ per l’altitudine.


Giovedì 15 giugno 2006


3.30 sveglia. Anche se tutto il resto del rifugio è già in piedi da 30 minuti almeno, ci vogliamo distinguere dalla massa.

4.30 dopo aver terminato la nostra colazione con un rifugio deserto (tutti gli altri sono già da mezz’ora sul ghiacciaio sottostante) partiamo anche noi con la luce dell’unica pila frontale, Danilo non ce l’ha, Marco non la trova.

5.30 arriviamo al termine della parte pianeggiante del ghiacciaio. Scoccano le scintille nel trio, Marco si lamenta di noi altri due troppo veloci. Dopo un po’ di vociferare la pace torna e ci leghiamo in cordata per affrontare il ripido pendio del Dome de Neige.

8.30 In cima al Dome de Neige des Ecrins 4015 metri. Meritata pausa con milioni di foto ricordo.

9.00 Inizia la discesa facendo attenzione a superare un salto alla crepaccia terminale e nell’attraversare alcuni punti un po’crepacciati ripidi ed esposti.

11.00 Di nuovo nel piano, ammiriamo soddisfatti la grande impresa, il mio nono 4000 metri.

12.30 Recuperiamo tutti i nostri averi a rifugio e ci tuffiamo in una discesa che si rivelerà eterna. “allietati ” (ustionati) da un sole che non lo trovi nemmeno ai Carabi.

16.00 arriviamo alla macchina, che sembra un miraggio ormai. Prima Marco seguito da Danilo a breve distanza, io alcuni minuti dopo, soffrendo per il male di piedi, che chiedono solo pietà.

Un’altra grande spedizione è stata portata a termine con successo, il Trio non fallisce mai (quasi)

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