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SciAlpinismo : Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
Autore: pierriccardo (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 13/06/06 09:14
Notizia riferita al: 13/06/06
Letture: 1776

Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
Bella la storiella di Enrico, ma un sacco di palle!!(a cominciare da quella che io ho quasi 60 anni!!!!!), ma quella vera é questa.

Il mio primo 4000!!
Per la Grande Impresa, questa volta i miei soci Enrico, Alberto e Giorgio (2 sono quelli del Tibet) sono stati correttissimi.

Già, si doveva andare sabato e domenica, e loro, correttamente, me l’hanno detto mercoledì, se m’interessava mi avrebbero ancora trascinato dietro, perché uno gli aveva appena tirato il pacco: OK, gli ho detto, mi va benissimo,: oltre al tappaspese farò anche il tappapacchi!
-Giovedì, diligentemente mi butto su un piccolo allenamento in mtb(1800m di dislivello, 100km); senonché al colle dell’Ortiga mi raggiunge Enrico sul cellulare(prima che lo perdessi a causa sua) e mi dice che il solito Genio s’è dimenticato di prenotare il rifugio, così, se vogliamo, c’è posto domani! OK! Dico, così il mio allenamento avrà sulla gita l’effetto boomerang (e qui mi viene in mente che cosa dovrò fare a quota 4810. Se ci arriverò).

-Partiamo da Chamonix: prima di prendere la cabinovia pranzo nei prati con la solita bottiglia di Pelaverga (stavolta li ho fregati! Ho aperto la mia per non portarla su), salami e formaggi come al solito pesantissimi.
-Dall’arrivo al Plan de l’Aiguille, o si fa un traverso, oppure si scende e si risale: naturalmente io li frego tutti col traverso, ma poi i 1800m del giorno prima si fanno sentire, ho finito la benzina, loro toglimetti, io con tavola al curdin o a spalle, arriviamo in 2 orette alla Jonction(dove s’incontrano i glaciers des Boissons e il Taconnaz), già dopo aver passato dei bei crepaccetti che iniziano ad aprirsi, finché non ne pigliamo uno di quelli giusti, larghezza 1 metro e più, in discesa su uno stretto dosso, per cui i miei grandi soci, abituatissimi a queste cose, (io non ne avevo praticamente mai visti) lo attrezzano con una sicura complicatissima fatta di corde e di picche, uno che tira di qua, uno di là, e l’altro che salta… un vero brivido!

-E poi inizia la vera salita, bella tosta, verso il rif. Dei Grands Mulets, appiccicato con del vinavil da un pazzo lassù su un dente di roccia che sbuca tutto solo tra due ghiacciai dai seracchi paurosi.
Credo che il tratto più ripido e pericoloso di tutta la gitarella sia questa cengia tagliata nella roccia, attrezzata a catene e tubi, per salire su questo nido malfermo con un WC da paura: dovete vedere la foto che vi ho fatto da sopra, con un pazzo sul tetto che ho scoperto al mio arrivo a casa, per capire!
-Naturalmente arrivo per ultimo: sono morto e, come tutti i morti, non ho molta voglia di parlare; aspettando la mia frugale cena che mi hanno correttamente fatto tenere in caldo(loro hanno già mangiato, gli orari sono orari!), giuro che l’indomani me ne sto tutto il giorno sulla terrazza a prendere il sole e a bere caffè e mangiare le “tartes aux mirtilles”(3051m mi vanno già benissimo!),
ma poi, la simpatia dei giovani gestori che mi perdonano di aver dimenticato a casa la tessera del CAI, la visione estatica di quel tramonto sui seracchi e sulle cupole sommitali del Bianco, e specialmente il lungo sonno ristoratore (interrotto soltanto da un fragore da caduta di seracchi di non più di 2 minuti…minchia siamo a cavallo) durato per alcuni fino ad un’ora e mezza, per altri meno (Enrico alle 0.30 voleva alzarsi, l’abbiamo tramortito fino alle 0.55), mi hanno dato una grande, inarrestabile carica!!!!!!!

-Ore 1.00: A colazione, a rubarci a vicenda lo zucchero e la marmellata come i bambini, e nessuno che osa chiederne dell’altra.
Tra queste amene occupazioni, prepararsi, 15’ per decidere se lasciar lì della roba o no, scendere la ferrata pericolosissima con le frontali, con la promessa della luna, che infine si è rotta i coglioni ed è passata al di là dei monti, sono quasi le 2 quando partiamo.

-Per di dove si và, nessuno lo sa!
-Nessuno è ancora partito, allora vado avanti io, che la mia tavoletta col curdin, su questa neve bella dura, va da dio, non la sento neppure. Ed ha anche gli scarponi sopra!
-Se solo volessi, questa mattina, potrei staccarli tutti come e quanto voglio, ma ogni tanto mi fermo, fingendo stanchezza, in fondo solo perché siamo una compagnia molto affiatata, anche se recente e giovane e, se si parte tutti insieme abbiamo una regola sola: si fa la strada insieme, vicini vicini, e si arriva in vetta o tutti, o nessuno, come i boyscouts!!!!!
-Se devo essere totalmente sincero, devo dire che mi fermavo per paura di finire sul Dome du Gouter o tra qualche seracco sul Durier , allora rallento e, guardando sotto di me i puntini luminosi delle frontali come lucciole nel buio, faccio una media geometrica e tiro avanti dritto sulla max pendenza, seguendo e perdendo tracce di scarponi che mi portano verso il cielo che inizia timidamente a tingersi di arancio e di blu e disegna l’ardita guglia dell’Aiguille du Midi sopra le luci sognanti di Chamonix laggiù.
Vedo sotto di me i miei soci ed una ventina di altri che imprecano, tolgono e mettono gli sci, mettono e poi tolgono……ed io nel buio del mio cuore oramai di pietra e della notte che se ne và, sghignazzo da solo, tanto non mi vede, né mi sente nessuno. Forse.
-Siamo al Petit e poi al Grand Plateau, quando il sole dipinge di rose e di sole il mondo coperto dal blu; ed allora mi metto a cantare, scontatissima, la “Mattinata di Leoncavallo” ( il fiato era meglio se lo tenevo per più in alto).
Saranno le cinque; già si vede il bivacco Vallot e la cima pare lì, a due passi.
Ma non è vero.
Non fa molto freddo, ma quando il sole dipinge anche noi, ci fa un immenso piacere.

-Ora non resta che aggirare un crepaccio: Enrico lo fa, sento uno sconosciuto dietro di me che s’è messo in testa l’idea malsana di superarmi, credo che sia pazzo ed appronto un piano lì per lì: non aggirerò il crepaccio, io, lo salterò!
Detto fatto: sotto lo sguardo preoccupato ed allibito di Enrico, oplà, salto il primo, ce n’è un altro, oplà e sono in salvo, in testa, al di là!(potevo trovarmi nell’Aldilà e, poi, pensare che era meglio allungare 100m e farmi superare…).

-Ore 6.30 Arriviamo al bivacco Vallot, 4362m, attraverso un bel pendio di puro ghiaccio.
Riposo, finalmente!
-Laggiù, nei bianchi ghiacci immani e forse eterni, macchioline scure sparpagliate nel vuoto, salgono piano piano, ma inesorabilmente, tutti gli altri.
Nel cielo blu (era blu, lo so che mi ripeto) non c’è una nuvola, il venticello è leggero, non come sul Dome de Miage! Lassù oggi c’è qualcuno che ci ama.
-Ispeziono fuori e dentro questo mito di bivacco, dove sono passate vuoi delle leggende della montagna, vuoi dei semplici pazzi…. E noi, che siamo ambedue le cose(!!!!!!!!!!!!).
-Qui posiamo i nostri attrezzi. Non è prudente salire con questa neve dura e ghiaccio, né tantomeno scenderne.
-E aspettiamo…aspettiamo…aspettiamo ancora. Eh, sì, perché se si parte insieme, si va su tutti insieme, o nessuno!

-Ore 8: picca e racchetta in mano e ramponi.. si sale finalmente, tutti insieme, vicini vicini, verso il blu, nella netta e bianca traccia su per la cresta, tra le forme ed i disegni che il vento ha scolpito e dipinto per noi.
-Anfiteatri piramidi guglie fantasmi si fanno accarezzare aggirare scalare lambire, immobili.
Mi stupisco se ogni 10 metri mi devo fermare, credo di essere un po’ stanco ed ho un po’ di nausea: certo, le ho azzeccate tutte! 1800m di mtb l’altroieri, 1000 ieri, niente carboidrati da due giorni, niente integratori, tanto vino e salame; dormire niente: praticamente un cocktail perfetto per un atleta, meno male ho dell’acqua nel thermos che non è gelata!.. Allora se sono scemo è colpa mia.
-Comunque a 10m per volta si può arrivare in cima al mondo.
-Io mi accontento della cima d’Europa. Eccomi qua. Saranno le 10, l’ora non l’ho guardata.

-Enrico, che era appena arrivato(non mi ha perso di vista neanche per un secondo) mi scatta due foto e poi ha fretta di tornare.
-EH, NO!!!! Sono venuto fin qui apposta e nessuno mi fermerà!
-Dallo zaino estraggo la mia arma segreta: il mio vecchio boomerang di legno che già ne ha viste di brutte! Dico ad Enrico di stare pronto per la foto. OK! Lo lancio nel vuoto…gira largo…troppo largo….Enrico scatta…click…click…click….il boomerang ritorna tra lo sguardo terrorizzato dei 3 francesi e 2 tedeschi in vetta e li sfiora….allungo la mia mano nel vuoto……….Preso per un pelo!!!!!
Le foto di Enrico sono venute tutte e tre, ..perfette!! Blu, solo blu…nient’altro.
Ma la prova è nel mio zaino: il boomerang è tornato ancora una volta a casa!
Arrivano quasi subito Alberto e Giorgio.
Si scende! Ci dimentichiamo anche della foto di gruppo… affanculo le foto!

-In discesa, come per incanto, pian piano mi ritornano le forze e svanisce la nausea. Si arriva al Vallot in un battibaleno. Altra sosta. Lungaaaaa!!!!!
-Vediamo una diecina di pazzi furiosi che scendono dalla Nord con gli sci, udiamo le loro terribili grattate sulla neve dura e sul ghiaccio, li vediamo arrivare lassù sul bordo di spaventosi ed altissimi seracchi, risalgono, traversano…non fatelo in queste condizioni.
-Certo di gambe, per scendere con la tavola, non me n’è rimasto granché, ma ci proviamo!
La neve per fortuna è bellissima, primaverile da sogno.

Certo i giovani, loro (in discesa) vanno mooooolto più forte.
Dopo il Petit Plateau c’è un bel ripido, che in salita non avevo notato (già, era buio!); Enrico e Giorgio sono già sotto: mi chiedo perché tutti, ad un certo punto, scendano per lo stesso stretto corridoio, brutto per la tavola: sarò mica scemo, io taglio giù dritto e, dopo aver saltato una crepa larga 2 metri vista all’ultimo secondo, atterro sul suo bordo inferiore e scappo subito, cazzo, m’è di nuovo andata di lusso! Ed immediatamente capisco perché tutti passavano di là!

-Andiamo al rif. Grands Mulets a recuperare la nostra roba, sono tutti agitati per paura di non prendere l’ultima cabinovia: io gli avevo fatto da lassù due conti e gli avevo detto che avanzavamo un’ora.
-Enrico si sacrifica (uno per tutti, tutti per uno) a salire la ferrata del rifugio, dopo che uno di noi è scomparso e gli altri 2 fanno gl’indiani.
-Rimane l’incubo di quel crepaccio più sotto da attrezzare dopo la Jonction, ma, arrivati là ecco un gruppo di 10 italiani che sta salendo ed ha già fatto tutto e che gentilmente ci fa passare…sì sì, ce n’è uno che mugugna, ma non tutti siamo perfetti!
-Poi scendiamo disinvoltamente, io specialmente, credendo di essere a Limoneto, ma Giorgio mi ricorda di passare sulla traccia che è meglio per tutti! Grazie, a questo servono gli amici: i crepacci non erano finiti!
-Abbiamo perfino incontrato due giovani francesi che salivano con la tavola ed il curdin, mi hanno detto che l’hanno copiato su un sito italiano che si chiama www.lafiocavenmola.it : gli ho detto: anch’io!
Un paio di toglimetti e siamo al plan de l’Aiguille: Ore 15.30, come avevo profetizzato da buon geometra. Due ore dalla Vallot, mi dice Enrico, che critica il mio GPS (è andato in tilt in questa gita, dovrò buttarlo), ma ho visto il suo tracciato che segna un dislivello di 3850m!! Et voilà, siamo pari! Io direi, sempre da geometra, che abbiamo fatto 2800m, forse di più.
Per questo nostro spirito d’unione, compattezza, solidarietà, simpatia, sincerità..ecc..,
io questa compagnia non la mollo per tutto l’oro del mondo, né per tutto il bianco del Bianco. Giuro!
P.S. Capisco che soprattutto quella del boomerang, con le labili prove che abbiamo in mano, sia per voi lettori un po’ difficile da bere, ma credetemi, per me ha un profondo significato.
E non è la sola.
P.S.2 Storia scritta di corsa mentre guardavo Italia-Ghana 2-0. per non perdere tempo.
Per questo è venuta un po’ così così, di contropiede….

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Autore Commento
roby4061
Inviato: 16/6/2006 9:47  Aggiornato: 16/6/2006 9:47
Maestro
Iscritto: 5/6/2006
Da:
Inviati: 77
 Re: Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
grandioso racconto!!

ragazzi,è come se avessi vissuto la vostra avventura!!

chapeau!!

Autore Commento
pierriccardo
Inviato: 18/6/2006 14:46  Aggiornato: 18/6/2006 14:46
Guru
Iscritto: 3/1/2006
Da: Cuneo
Inviati: 2986
 Re: Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
Grazie, roby, anche da parte dei miei soci che mi danno un sacco di argomenti per i racconti
ciao
riccardo

Autore Commento
giorgio
Inviato: 13/6/2006 17:27  Aggiornato: 13/6/2006 17:27
Allievo
Iscritto: 18/12/2005
Da:
Inviati: 39
 Re: Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
Che poeta! Ed e' quasi..... tutto vero!

Autore Commento
pierriccardo
Inviato: 14/6/2006 13:16  Aggiornato: 14/6/2006 13:16
Guru
Iscritto: 3/1/2006
Da: Cuneo
Inviati: 2986
 Re: Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
Grazie, lo so che mi prendi per il giro..
Come sarebbe "quasi" ?
Non vorrai mica darmi del contapalle??
Buon Combin
Ric

Autore Commento
ventefioca
Inviato: 15/6/2006 11:32  Aggiornato: 15/6/2006 11:32
Primo della classe
Iscritto: 24/5/2006
Da: Caselle Torinese
Inviati: 55
 Re: Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
"... ed allora i suonatori tagliarono le corde delle loro arpe, ed i poeti buttarono nel fiume i pennelli, perché egli li aveva tutti superati nella loro arte..."
(cito a memoria da Bernard Amy, abbiate pazienza se mi ricordo male..)

grande racconto!!! e se anche non fosse tutto vero che c'importa? Chi era presente custodirà il ricordo dell'impresa nel suo cuore, e chi non c'era immaginerà, grazie a foto, relazioni e, appunto, racconti.

"Nessuno ci toglierà mai i balli che già abbiamo danzato" scriveva anni fa un amico cileno... e non aggiungo altro sull'aria che tirava in Cile negli anni '70...
Basta amarezza!!! a quando la prossima avventura?

Autore Commento
Anonimo
Inviato: 15/6/2006 21:38  Aggiornato: 15/6/2006 21:38
 Re: Monte Bianco. 9-10/6/2006 La Vera storia, subito!
Grazie, grazie!
Comunque é quasi tutto vero, come dice Giorgio.
Qualche piccolissima inesattezza per dare più colore ad un'avventura vissuta da mezzo addormentati, come una sfumatura di rosa in più ad un paio di foto, che nella realtà ci era parsa più luminosa!
Secondo me hai un bel bagaglio con il quale potresti scrivere qualcosa anche tu
Ciao
ric
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