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Alpinismo : Pizzo Loranco o Mittelruk cresta est - itinerario
Autore: mountain (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 26/09/08 09:52
Notizia riferita al: 26/09/08
Letture: 2560

Pizzo di Loranco o Mittelrùk m. 3363
Sperone Est o Cresta del Lago Maggiore
Classicissima salita che prende il nome dalla superba vista sul Lago Maggiore. Dalla cima lo sguardo spazia anche sulla catena dai Mischabel. Molto comodo il bivacco Varese costruito nel 1974 proprio all'attacco della cresta.
Montagna di poca importanza orografica, ma alpinisticamente di rilievo perché con la sua cresta est offre, secondo la guida svizzera del Vallese, ' ... une des plus belles varappes de toute cette region '.
In verità questa cresta, che ha un dislivello di 650 m ed un notevole sviluppo (800 m.), offre un itinerario molto interessante, adatto come via di allenamento per salite in roccia più difficili in alta montagna e di per sé meritevole di essere salita perché varia e divertente, grazie anche al fatto di essere costituito di buona roccia, del tipo di quella dell'Andolla anche se un pò lichenosa.

Attacco : L'inizio della cresta è alle spalle del Bivacco Città di Varese m. 2.650
Dislivello: dal bivacco m. 713
Difficoltà D; passaggi d'arrampicata fino al IV+/V-
Tempi : dal bivacco 6/7,30 h circa, 3 h per la discesa.
Accesso : Si raggiunge Cheggio percorrendo la statale dei Sempione, uscendo a Villadossola e risalendo poi tutta la valle Antrona. In prossimità della diga dopo le case, sul lago dei Cavalli vi è un'ampia piazzola per il posteggio.

Salita al bivacco: Da Cheggio m. 1.497 si attraversa la diga a sinistra, si prosegue sulla sponda occidentale del Lago Alpe dei Cavalli, al fondo si valica il ponte del Gabbio sul torrente Loranco, si segue in piano la riva sinistra orografica del torrente.
Si passa l'Alpe Piana Ronchelli 1578 m e si sale raggiungendo un bivio a quota 1715 m, dove si devia a destra su ripido sentiero che porta ad una terrazza erbosa dove si vede il rifugio Andolla. Si prosegue a sinistra sul sentiero e dopo un lungo traverso tra i blocchi si arriva sul poggio dove sono situati il rifugio, il vecchio rifugio e l'alpeggio ( m. 2.081 - ore 2). Il sentiero è segnato ottimamente. Si sale subito a monte delle costruzioni su tracce nell'erba; ci si innalza sul sentiero erboso in piccole combette, si attraversa leggermente verso sinistra sempre salendo fino a raggiungere una balza con ometto a 2220 m. Poco dopo si incontra il bivio per il Passo Andolla (via normale al Pizzo omonimo) che sale a destra. Si continua sul ripiano verso ovest a mezza costa passando due ruscelli (l'ultimo più marcato) poi si passa dalla baita diroccata dell'Alpe Corone 2360 m. (ultima acqua pulita nei mesi caldi). Si sale sempre verso sinistra, si attraversano diversi canali e ruscelli che scendono dalle pendici meridionali del Pizzo d'Andolla e si piega senza perdere quota verso sud-ovest in direzione del visibile bivacco. Si passa ad un ripiano con grosso masso dove c'è un bivio (manca mezz'ora al bivacco); si prende quello a destra che sale (poco dopo al di sotto di un masso, ultima possibilità di acqua pulita in periodo di scarsa fusione). Si procede per tracce tra la pietraia, si attraversa un canale innevato ad inizio stagione, tenendosi alti sotto il fianco Nord dello sperone Est del Pizzo di Loranco e per massi e roccette, da ultimo una fessura su placca, si giunge al bivacco (ore 4 da Cheggio) che è situato a m 2650, sul filo del ripiano con il quale termina la cresta est dei pizzo di Loranco (Míttelrúck).
Dal rifugio al bivacco il sentiero è abbastanza segnalato (difficoltà in caso di nebbia). Il bivacco è visibile già dai pressi del rifugio Andolla e spicca nettamente al di sopra del salto iniziale della cresta. Dal versante svizzero, per le cordate provenienti dalla valle di Saas é possibile pervenire il bivacco Varese scavalcando il Sonnigpass e scendendo lungo la ferrata e le successive tracce nella pietraia che portano allo spalto del bivacco che si raggiunge con un'ultima risalita attrezzata con catene.
Salita alla vetta: Dal bivacco salire per la cresta sul lato sud, per cengette erbose e roccette solide fino ad una prima spalla. Spostarsi sull'altro versante (nord) e salire una serie di placche poco inclinate fino a giungere alla base (ometto) di un pronunciato diedro/canale sormontato da un muriccio rossastro strapiombante solcato da diedrini inclinati. Superare inizialmente le placche di sinistra per una fessura, poi tenersi al centro del diedro/canale e da ultimo raggiungere per una placca fessurata a sinistra una selletta/intaglio; scalare il muretto rossastro, versante sud-est, da sinistra a destra aggirando lo spigolo ed entrando nel diedrino/camino (1 passo di forza - IV) uscendo su placche più facili. Salire per queste subito un po' a destra poi spostarsi a sinistra fino a giungere sul filo di cresta attraverso una ripida ma facile parete fessurata con divertente arrampicata. Segue un tratto con spuntoni e risalti superabili facilmente. In vista di due pronunciati spuntoni, attraversare su belle cenge (lato sud) fino ad un diedro; salirlo verso l'intaglio tra i due spuntoni su un bel muro fessurato (ottimi appigli, 1 chiodo). Proseguire sulle facili placche di cresta versante nord fino al successivo torrione. Si sale verso destra lungo una bella fessura; si aggira il torrione portandosi sul versante nord e si sale subito appena a destra di un diedro sfruttando la rampa di una cengia assai inclinata provvista di una fessura che porta alla base di uno stretto camino sormontato da un'alta muraglia di placche (fin qui pass. di III). Salire il diedro/camino inizialmente con un passo di forza in spaccata (IV) raggiungendo una placca verticale che si supera direttamente fino ad una forcelletta; proseguire ancora per un paio di metri sullo spigolo (esposto), poi a destra 2 m verso una fessura e per questa tornare allo spigolo (chiodo piastrina alla sosta). Dopo un breve tratto orizzontale raggiungere uno spuntone dal quale scendere sul lato sud in doppia per 10 m (cordino su fittone cementato); facendo la doppia scendere appena al di sotto dello strapiombo senza abbassarsi troppo, pendolare a sinistra (faccia a monte) verso una cengia/spaccatura orizzontale esposta; attraversarla e salire poi su cengette erbose e risaltini per raggiungere di nuovo la cresta e proseguire con breve traversata orizzontale. Segue un tratto facile fin sotto ad un salto di placche; salire sullo spigolo un ripido muriccio iniziale per poi traversare a sinistra su una cengia per una decina di metri fino ad un ottimo terrazzino con parapetto (a questo punto si può anche giungere attraversando più in basso, sempre a sinistra, su una facile cengia erbosa, per poi risalire direttamente su risalti e facili placche). Continuare a salire superando le varie placche sovrastanti tendendo a destra (un iniziale passo aereo alquanto esposto ma con ottimi appigli facili - 1 chiodo piastrina ed uno vecchio all'uscita) raggiungere un terrazzino e riprendere poi la cresta (placche fessurate e risaltini) fin sotto al salto terminale in corrispondenza del pronunciato spigolo.
Traversare pochi metri a destra in un diedro da risalire interamente (30 m con 2 strapiombi - un chiodo verso l'alto; un passaggio di V grado inf.) e fermarsi ad un terrazzino alla sua sommità. Continuare a destra per cenge in leggera salita per 30 m circa fino ad un punto di sosta con chiodo. Salire tendendo un po' a sinistra per circa 20 m uscendo su una cengia terrosa e umida (delicato) poi traversando a sinistra si arriva ad una zona di grossi blocchi. Salendo direttamente tra questi si sbuca in vetta (ore 6/7 dal bivacco).
Variante finale: dalla base del salto terminale è possibile la seguente uscita molto più facile. Giunti all'altezza di una evidente cengia in parte erbosa a sinistra (parete sud-est) che porta con direzione sud-sud-ovest ad un intaglio con gendarme della cresta sud, seguirla interamente (due punti esposti; prestare molta attenzione in caso di terreno bagnato); dall'intaglio con arrampicata elementare seguendo la cresta sud, versante Saas, si giunge in vetta (ore 5,30/6 dal bivacco); con questa variante si evita in tal modo la parte finale della cresta il cui superamento in alcuni punti, anche per la fatica già accumulata, è nettamente più impegnativo della parte sottostante.

Discesa dalla vetta al bivacco: Per scendere si segue sul versante ovest la cresta sud su blocchi accatastati raggiungendo il Sonnigpass o Bocchetta di Bottarello m. 3.152; nell'ultimo tratto conviene stare un po' più bassi sul versante Saas per evitare lo zoccolo di alcune placche lisce, per poi risalire brevemente al Colle sul residuo del nevaio (dalla vetta al colle ore 1). Scendere sul versante italiano tutta la parete sfruttando le scalette ed i cavi della ferrata del Lago, quindi divallare lungo il percorso segnalato da bolli nella pietraia raggiungendo lo spalto del rifugio che si risale su percorso attrezzato con alcune catene (dalla vetta ore 2,45).
Sul versante italiano era stata attrezzata dalle guide svizzere anche una sequenza di doppie su chiodi cementati, oggi diventata superflua per la presenza della nuova via ferrata.
Dal Colle è possibile scendere facilmente nella valle di Saas al rifugio Almagellerhutte m. 2.894.

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