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Alpinismo : Una salita seria: Pizzo di Loranco o Mittelruk m 3.363, cresta est o del Lago Maggiore, 21-09-08
Autore: mountain (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 26/09/08 08:48
Notizia riferita al: 26/09/08
Letture: 1354

Programmata già da un po', con Lurens ci siamo decisi appena abbiamo intravvisto una buona finestra del tempo nella zona; purtroppo Enrico che doveva essere anche della partita aveva compiti di regia con Ripido.
E' già una gita giungere a Cheggio in Valle Antrona, vallata incassata (niente scialpinismo) ma intatta nella sua bellezza primordiale (sembra la Valgaudemar negli Ecrins); caratteristici tetti a lose spesse con molta sovrapposizione, presenza di molti corsi d'acqua con cascate dappertutto.
Non sapendo se potevamo approvvigionarci dopo, abbiamo già fatto scorta di acqua prima di giungere ad Antrona.
A Cheggio alle 14, spuntino leggero con vista della punta del Weissmies e partenza carichi come due muletti.
Si attraversa la diga del Lago dei Cavalli e si costeggia tutta la sponda sud in una bella pineta con bella vista sul lago; il sentiero prosegue a lungo nel vallone per poi inerpicarsi decisamente sul dosso dove sorge il rifugio Andolla raggiunto dopo 2 ore. Gran bel rifugio di recente costruzione, molto cordiali i gestori; è una bella gita per le famigliole con bimbi.
Noi proseguiamo sbagliando però strada (stavamo seguendo delle tracce evidenti ma non erano quelle giuste), per fortuna il gestore si è accorto e ci ha corretti (occorre salire subito a monte delle costruzioni tra l'erba dove le tracce sono poco evidenti).
Alle sei quando iniziava il buio abbiamo raggiunto il bivacco Varese, un vero nido d'aquila all'inizio della cresta.
Lurens aveva un reblochon sfatto ed appena ha aperto lo zaino ha impestato il bivacco con un fetore insopportabile; dopo avermi visto prendere il martello in mano, giudiziosamente lo ha deposto fuori.
Dopo un po' di pulizie ci siamo cucinati un ottimo minestrone al quale sono seguite varie leccornie e per finire una tisana tiglio-verbena.
Il socio coricandosi mette sul tavolo un vasetto contenente zuccherini e mi dice: 'Se ne hai bisogno, cerca al fondo e ci sono pasticche verdazzurro', 'Lurens, che cavolo dici!!!!' …. 'No; non sono quello che pensi, ma pastiglie per mal di testa che aiutano a dormire' 'Così va bene!'
Alle tre un forte boato improvviso scuote il bivacco; sembra sia stato preso a mazzate, poi silenzio; un'ora dopo di nuovo; la scoperta la facciamo alle sei aprendo la finestra: erano gli stambecchi che prendevano a cornate i tiranti.
Uno sguardo fuori, cielo sereno e mare di nubi in pianura, splendido; colazione sontuosa e preparativi per il - lavoro della giornata-.
Alle 7,30 Lurens attacca le operazioni; gran bella salita; arrampicata continua con più passaggi alquanto impegnativi che Lurens ha ben condotto accompagandole spesso con una serie di giaculatorie; naturalmente i chiodi esistenti non li ha quasi mai visti e ne ha piantati molti altri anche ad un solo metro da quelli esistenti, belli e luccicanti.
Alle 14,30 finalmente vediamo il Vallese con tutti i suoi 4.000.
La discesa al Passo di Bottarello o Sonningpass ci impegna ancora alquanto poiché tutto il versante di Saas ha già una discreta coltre di neve gelata; prima del colle dobbiamo ancora fare una doppia per superare un ultimo lastrone levigato.
Rientriamo in Italia scendendo la ferrata del Lago (scale in alto, poi cavi e fittoni fino alla base) che ci impegna per un bel po' di tempo (dopo un po' è veramente noioso l'attaccare e staccare moschettoni).
Segue una facile pietraia e la risalita di catene per ripassare al bivacco che raggiungiamo verso le 17,30.
Recupero materiale e perfetta pulizia del locale poi discesa a valle; passiamo al rifugio dove c'è il gestore da solo che attende Paleari con clienti salito all'Andolla dalla normale, ma che scende dalla Zwischbergental; prevede arrivi dopo la mezzanotte.
Anche noi facciamo tardi, il buio ci coglie; Lurens accende la frontale, io ci vedo ancora e proseguo senza; dopo un po' mi giro e non lo vedo più; aspetto un bel po' seduto su un masso poi poso lo zaino e ritorno indietro; finalmente lo ritrovo, aveva sbagliato sentiero e si era perso.
Alle 21 siamo a Cheggio, alle 0,30 a casa; commento di Lurens: 'E' stata una cosa seria!'



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