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Come eravamo : Come eravamo - Tre giorni nelle Dolomiti (neve e valanghe)
Autore: muntagna (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 04/09/08 16:40
Notizia riferita al: 04/09/08
Letture: 1603
Come eravamo

La tre giorni in dolomiti
Anno 1972 (o 1971), ero iscritto al corso di scialpinismo della SUCAI e per il ponte di San Giuseppe (o Pasqua?) era prevista una tre giorni nelle Dolomiti.
Partenza alle prime luci dell’alba con pulmino da circa 25/30 persone, autista spericolato che sull’autostrada nonostante la pioggia andava più veloce delle autovetture .
Col tempo sempre incerto ci inoltriamo nel Trentino e la neve lentamente prende il posto della pioggia.
Destinazione San Vigilio di Marebbe per poi salire al rifugio Fanes; la strada che porta al paese è piuttosto stretta e con parecchie curve, ma l’autista, nonostante la neve sempre più presente al suolo, sale più che allegramente .
Scesi dal pulman, calzati sci con pelli di foca, si sale lungo la strada al rifugio, mentre la neve continua a cadere sempre più copiosa .
Conoscendo la mia impossibilità a dormire nei rifugi mi ero portato un sonnifero molto forte, quasi un preanestetico, che mi ha permesso di dormire in modo passabile.
Il mattino dopo continua a nevicare in modo esagerato, al suolo vi sono almeno 60/80 cm di neve, con visibilità che raramente supera i 70/80 mt, per cui del magnifico panorama vediamo ben poco .
Nonostante tutto partiamo, non per la prevista cima, ma per fare un giro nella zona, raggiungendo il colletto posto pochi metri sopra il rifugio; inutile dire che stante la situazione l’unica cosa che abbiamo visto è stato il bianco della neve e della nebbia .
Nella notte continua a nevicare in modo esagerato (circa 120/130 cm il totale), ma la temperatura gradatamente aumenta, in modo che al mattino dopo, quando la precipitazione si sta esaurendo, la neve si trasforma in pioggia sino ad oltre 2000 mt.
Nonostante tutto si decide di effettuare la prevista discesa su Cortina; la neve intanto è diventata un gesso quasi impraticabile.
Con grande fatica ci apriamo un varco sino al colle, da cui iniziamo la discesa verso Cortina. La neve talmente abbondante e pesante impedisce qualsiasi manovra ed anche in discesa siamo obbligati a spingere.
Intanto inizio a sentire numerosi rombi più o meno lontani e dico agli amici: “che strano, tuona” ma loro mi guardano preoccupati e mi dicono: “non sono tuoni, ma valanghe”.
Continuiamo la discesa piuttosto preoccupati, in quanto, in condizioni di visibilità sempre scarsa, dobbiamo attraversare di versi canaloni, in alcuni dei quali è già scesa la valanga, mentre in altri la caduta è imminente, mentre intanto tutto attorno ed in lontanaza i boati delle valanghe aumentano d'intensità e numero. Si adotta la tecnica del passare uno per volta e per fortuna, nonostante una comprensibile e giustificata strizza, tutto fila liscio.
Dopo entriamo nel bosco, i pendii sono più dolci, il pericolo valanghe sparisce, i paesaggi sono da favola, ma la neve sempre più pesante e le pendenze meno accentuate ci obbligano a spingere come in salita, ma in modo molto più scomodo.
Con grande gioia e soddisfazione di tutti arriviamo infine a Cortina e riprendiamo il pulman per il ritorno a Torino .
Arrivato a casa scopro che anche sulle nostre montagne aveva fatto delle nevicate pazzesche, con numerose valanghe che avevano fatto parecchi morti ed una, se non ricordo male, aveva travolto la casa del guardiano che si trova all’inizio della condotta idrica di Venaus; sempre se la memoria non m’inganna, il guardiano era stato trovato vivo parecchio tempo dopo, salvato dalle strutture della costruzione.
Saluti


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Autore Commento
schinadvdr
Inviato: 4/9/2008 22:03  Aggiornato: 4/9/2008 22:03
Maestro
Iscritto: 23/7/2005
Da: Torino
Inviati: 101
 Re: Come eravamo - Tre giorni nelle Dolomiti (neve e vala...
Tipica 3 giorni SUCAI. Mi ricorda esperienze di qualche anno dopo, al Bernina
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