Diario, Mercoledì 06/08/2008
Sono le 16,30 e abbiamo già terminato la cena, sono seduto fuori dalla tendina con le mani intirizzite, la temperatura stà calando vertiginosamente e Willy mi chiama dicendomi che è ora di ritirarci per andare a dormire.
Ma andiamo per ordine, questa mattina puntuale Alfredo che si fa chiamare Willy è passato a prendermi con un taxi alle ore 7,00, rapido controllo della mia attrezzatura e via, inizia la grande avventura, almeno per me!
Alle 9,30 circa il taxi ci lascia qualche centinaio di metri prima dello spiazzo dove normalmente viene montato il campo base, ad aspettarci ci sono i guardia parco a cui bisogna pagare il biglietto di ingresso al parco dello Huascaràn, 65 soles, validità una settimana.
Sistemiamo al meglio tutta l'attrezzatura negli e sugli zaini e partiamo seguendo delle deboli tracce di sentiero. In alcuni punti la traccia è inesistente, si passa dalle placche di roccia montonate a dei canalini rocciosi pieni di fango o di neve caduta nei giorni scorsi.
Willy ha uno zaino dal peso e dalle dimensioni esagerate, peserà sui 25 kg., alla fine oltre fare la guida andinista copre anche il ruolo del portatore.
Anch'io ho uno zaino di tutto rispetto, sarà il suo peso, sarà che la notte scorsa ho avuto delle scariche di dissenteria che stò cercando di bloccare con il Bimixin, ma per arrivare qui al campo morena ho faticato, sono solo 500 mt. circa di dislivello ma abbiamo impiegato circa due ore e mezza. Ogni 100 metri circa di dislivello ci siamo fermati a prendere fiato, almeno io mi fermavo e il buon Alfredo rallentava il passo per mettermi a mio agio ma è stata lo stesso dura.
Quando siamo arrivati qui al morena c'erano otto persone che stavano smantellando il loro campo, ho chiesto informazioni sulle condizioni della salita e la risposta sia dei Baschi, sia dei Tedeschi è stata che hanno trovato dalla neve fresca al ghiaccio e che bisogna stare attenti ai crepacci aperti.
Qui a circa 4900 mt. mi sembra che faccio fatica a respirare, pensare che ero convinto di aver fatto un'ottima acclimatazione, Willy mi dice di non preoccuparmi che domani arriveremo in punta anche con il brutto tempo, la vetta l'ha già raggiunta più di trenta volte.
Il tempo è estremamente variabile, dal pieno sole si passa ad un cielo nuvoloso con una rapidità eccezionale per ripassare ad un tempo soleggiato. Le nuvole si muovono velocemente, e……..iniziano a cadere dei fiocchi di neve,
Sono le 16,50 e ci chiudiamo in tenda, sarà una lunga notte!!!!!
Diario, Giovedì 07/08/2008
E' tutto finito, ho avuto il mio giorno di gloria, ma solo ora che sono arrivato all'hostal mi rendo conto che ho raggiunto l'obiettivo che da qualche mese mi tormentava, raggiungere la vetta di un 6000 mt. o quasi. Adesso che mi sono ripreso gioisco ma questa mattina ero troppo, troppo stanco e…….
Ma andiamo per ordine, ci siamo svegliati, anzi, il ragazzo si è svegliato alle 3,30, io non ho chiuso occhio, è stato un supplizio stare sveglio per ore e ore dentro alla tendina d'alta quota.
Durante la notte è nevischiato, fuori ci sono circa 3 0 4 centimetri di neve fresca, accendiamo il fornello e ci facciamo il solito mate de coca, facciamo una ricca colazione, indossiamo la giacca a vento e l'imbtagatura e alle ore 4,40 partiamo alla luce dei frontalini.
Dobbiamo salire e scavalcare uno sperone roccioso di circa 150 metri di dislivello, oltre alla neve c'è pure del verglas, ad un certo punto in un diedro ghiacciato chiedo a Willy di tirare fuori la corda, mi fà sicura a spalla per una ventina di metri e usciamo dal tratto roccioso.
A questo punto la notte lascia il posto ad un'alba lattiginosa, siamo immersi nella nebbia e le nuvole mi sembrano basse. Cadono dei fiocchi di neve portati dal vento.
L'ingaggio della nostra via con queste condizioni è notevole, non tanto per il dislivello che dal campo morena è di circa 800 mt. ma per il fatto che lo spostamento è notevole e per via delle zone crepacciate. Le tracce dei giorni scorso sono quasi del tutto scomparse ma la mia ' guia' sà il fatto suo e conduce la cordata attraverso i crepacci fin sotto ai seracchi, qui la salita diventa più interessante, facciamo tre tiri di corda sui 40° - 45°, ogni tanto il vento spazza le nuvole e si inizia a vedere la vetta, sempre lontana.
Mi fermo sempre più spesso, devo ammettere che essendo un' ariete sono un testone, ma ho dovuto mettere tutto me stesso per raggiungere la meta. Arrivati a cento metri dalla vetta mi sono tolto lo zaino, non riuscivo più a tenete il peso, opprimente per la respirazione. Ho avvitato una vite a manovella e ho agganciato questo peso inutile. E poi….siamo in punta. Ci abbracciamo, grazie, grazie Alfredo !
Sono morto, mi ricordo che ho detto questa frase due o tre volte, Willy mi incoraggia dicendomi che sono solo le nove, lui con tanti clienti ha raggiunto questo punto anche alle dieci o undici, perciò mi dice che posso essere pienamente soddisfatto. ( Mi prenderà per il culo ? )
Durante la discesa mi sono ripreso abbastanza in fretta, ma solo ora seduto sul letto gioisco nel vero senso della parola.
La discesa è stata abbastanza veloce, abbiamo raggiunto le roccette dove la neve si era sciolta, abbiamo raggiunto la tenda dove abbiamo preparato una spaghettata e via verso valle dove avevamo appuntamento con il taxi.
Puntualmente è arrivato alle 15 e ci ha riportati qui a Huaraz.
Perché ho scelto il Vallunaraju? Oltre al fatto che mi era stato presentato come una montagna poco battuta dagli occidentali, ed è vero oggi eravamo solo noi due, quando mi hanno fatto leggere la guida delle relazioni ho visto che su queste pareti ghiacciate degli Italiani negli ottanta avevano aperto delle vie, si tratta di alpinisti come M. Schenone, G.Ghigo, E. Tessera e Grassi, si il grande Gian Carlo. Mi è sembrato bello scegliere una vetta dove dei connazionali hanno lasciato il segno.
Bene, ora lascio questi appunti e dal momento che Mary stà meglio andiamo a definire le modalità del trekking del ' Santa Cruz '.
PS; 28/08/2008
Purtroppo le fotografie non rendono merito alla bellezza di questi luoghi, prima troppa nebbia, poi le pile si erano scaricate con il freddo. Avevo messo la macchina fotografica al calduccio sotto il pile ed aveva ripreso a funzionare ma ormai ci eravamo abbassati di quota.
Un sito dove si possono vedere delle belle fotografie della salita è; http://www.summitpost.org
Album foto