Le previsioni per Domenica sono bruttissime, temporali su tutte le Alpi. Per tutta la settimana cerco di trovare qualcuno per fare una gita sabato, alla fine mi ritrovo solo.
Venerdì mattina prendo la decisione, vado a fare il “ Lourousa “.
Durante la pausa dell’ufficio corro a casa, prendo vestiario ed attrezzatura, butto tutto nel baule della macchia, lo zaino lo farò al parcheggio delle Terme. Le ore pomeridiane passano lentissime, ormai sono già entrato nella tensione che precede una salita, ultima cosa da fare è avvisare la moglie, vado con gli amici (bugia) e bla,bla,bla,( inca……ma ).
Esco dal lavoro e corro in Val Gesso, preparativi e su verso il bivacco Varrone dove arrivo alle 21,30, ci sono solo cinque persone, un boccone e tutti a nanna. Alle 22,30 arriverà l’ultimo ospite.
Alle 3,40 la sveglia ci buttà giù dalle brande, rapida colazione, vestizione e via verso il canalone.
Mi precedono due ragazzi che vogliono fare la traversata fino al Remondino e il ragazzo che è arrivato in nottata. Lascio il bivacco alle 4,15, gli altri ospiti partiranno poco dopo.
Quando arrivo all’attacco del canale, il solitario è già abbastanza in alto, ha un’andatura molto ma molto sostenuta. I due che faranno la traversata, sono appena partiti, anche loro con una buona andatura.
E’ il destino che salga questa via sempre da solo, questa è la seconda volta che mi cimento su questo nastro ghiacciato in solitaria, la prima volta 24 anni fa che all’attacco rinunciò alla salita e questa volta per mia scelta.
E’ vero, una scelta affrettata, decisa in un batter d’occhio ma sono molto concentrato e rimarrò nella giusta tensione per tutta la salita e discesa.
Prendo il giusto ritmo di salita e cerco di mantenere la stessa distanza con la cordata che mi precede, superati i famosi isolotti rocciosi chi mi precede mi distanzia ( sono loro che hanno accelerato o sono io che ho il freno a mano tirato? ), gli ultimi duecento metri mi fermo qualche volta a prendere fiato finchè alle ore 8 sono al colletto.
Oggi grande spavento dentro il canalone, ad un certo punto ho sentito delle urla, il terzo della cordata partita dopo di mè è scivolato, quando mi sono girato era ancora nella fase di un lento scivolamento di sedere, il più pericoloso.
In ogni caso sia il primo, sia il secondo prontamente hanno fermato lo sventurato.
Li aspetto al colletto dove mi raccontano il fatto, questa sera qualcuno dovrà pagare birra!
Procederanno versa la cima dell’Argentera Nord, salendo e scendendo la normale, io come avevo già previsto scenderò facendo le doppie già attrezzate e passando per passo di Chiapous mi dirigerò verso il rifugio Morelli.
Per fare questa discesa serve una corda da 60 mt., infatti la seconda calata è di 30 mt. esatti, il vecchio punto di calata a 25 mt. è ancora visibile ma inutilizzabile.
Alla fine delle calate ho rimesso i ramponi per scendere il ripido pendio di raccordo tra il nevaio e la parete rocciosa, dopo mi sono diretto, grazie all’aiuto di qualche ometto verso il passo di Chiapous da dove con l’aiuto di un’altra doppia mi sono calato nei ripidi pendii rocciosi ed erbosi fino a raggiungere il sentiero con il quale, attraverso il colle del Chiapous, in una ventina di minuti ho raggiunto il rifugio.
Cosa dire? Sono contento e soddisfatto di aver ripercorso questa via dopo tanti anni e ringrazio la mia dolce metà che ha così tanta pazienza con questo vecchio bambinone.
Ultimissima cosa, mentre salivo pensavo a voi, sciatori del ripido, ma come fate a fare il primo passo a scendere dal colletto?
Data: 05/07/2008
Quota max: 3220
Partenza da: Bivacco Varrone
Quota partenza: 2270
Dislivello: 950
Zona: Terme di Valdieri, Valle Gesso
Difficoltà: AD
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