In settimana mi accordo con Giuseppe per andare nel fine settimana al rifugio Bozano e fare il canale della Forcella.
Mercoledì alle ore 9,30 telefono al rifugio per prenotare e chiedere notizie sulla fattibilità della via, la guida dice che la temperatura non è fredda in questi ultimi giorni ma diverse cordate hanno risalito il canale che è in condizioni più che accettabili, anzi,in quel momento le due cordate partite durante la notte stavano uscendo al colletto.
Sabato 21 partiamo dal parcheggio sotto una canicola bestiale, nuvole di calore ci accompagneranno durante tutta la salita fino al rifugio.
Il termometro segna 20 gradi, (sarà rotto?), siamo seduti fuori dal rifugio e leggiamo nel libro che alcuni francesi il giorno prima hanno tentato la via ma sono tornati indietro, troppo caldo, perciò troppi pericoli.
Al rifugio siamo solo in otto, quattro per fare delle vie di roccia sul Corno Stella e quattro per fare il canale. I due ragazzi di Genova, amanti come me delle vie di neve e ghiaccio, ci dicono che su You tube hanno visto un filmato fattola domenica precedente al canale Freshfield e che le condizioni della neve erano più che accettabili.
Decidiamo per domani mattina di andare a vedere la situazione, se non fosse fattibile si scenderà passando dal rifugio Remondino percorrendo il percorso segnalato con grosse tacche gialle.
Domenica 22 ore 3,30 sveglia, dopo una veloce colazione partiamo alle 4,15 e velocemente ci portiamo nel conoide del canalone, fa caldo e siamo tutti sudati.
Dal basso si vedono arrivare due alpinisti che hanno un passo molto, ma molto sostenuto.(corrono)
Ci leghiamo in conserva corta e risaliamo il canalotto senza problemi sino alla spaccatura. I due corridori ci raggiungono e chiedono di superarci perché hanno fretta, (ma dove cazzo dovete andare!!!), i due ragazzetti romani salgono slegati e si impiantano nel tratto di misto senza neve e ghiaccio. Bene, non riescono a salire e neanche a scendere, per un buon quarto d’ora ravanano su questo passaggio di roccia da fare con i ramponi.
Uno dei due passa, l’altro capisce come salire e lo segue, si alzano di 10 metri ed a questo punto prima ci arriva sul testone una piccozza e dopo un bel pietrone sul casco di uno dei due genovesi.
Ci chiedono scusa e ci chiedono se possiamo portargli su la picca, ma siii, te la portiamo ma impara ad andare in montagna, bullo!!!
Mentre il teatrino romano andava in onda, piantiamo un buon chiodo di sosta e uno per volta passiamo il tratto ostico, alcuni passi su roccia da fare con i ramponi fino a raggiungere un masso, passiamo un bella fettuccia con moschettone di assicurazione e su verso un’altra spaccatura, dove si supera più facilmente perché la parte rocciosa superiore è ben coperta da uno strato di ghiaccio plastico che si fa arpionare dalle picche. Siamo quasi al colletto, la cordata dei genovesi che ci precede consegna la picca al proprietario, Giuseppe mi urla che la corda stà finendo, sono a pochi metri dall’uscita, attrezzo una sosta con le picche e lo faccio salire fino a me, anzi, gli dico che può salire ed uscire sul colle.
Smonto la sosta e salgo mentre uno dei due genovesi mi filma e dice che metterà il filmato su you tube.
La salita è terminata, ci attende la lunga discesa fino al Remondino e alla macchina, soddisfatti e anche oggi abbiamo avuto delle conferme ed imparato qualche cosa;
1) le vie di neve e ghiaccio si trasformano da un giorno all’altro.( si sapeva, ma c’è stata ancora una volta la conferma)
2) in montagna si possono incontrare persone piacevoli ed educate ( la cordata dei genovesi )
3) la mamma degli str…i è sempre attiva, i due ragazzi romani potevano veramente oltre che farsi male fare del male a noi che eravamo in basso, la picca è caduta sulla neve ma il sasso ha centrato il casco. ( Non dimentichiamolo mai !!! )
PS: se avete tempo e voglia guardate i filmati su you tube, non per vedere dei rimba, ma per vedere come da una settimana all’altra si trasformano le salite su neve.( Consiglio per i neofiti )
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