10 maggio siamo nella valle di Ferghana, verde lussureggiante e piena di frutta.
Lungo la strada comperiamo chili di ciliegie e albicocche, non ci interessa il rischio cagotto è troppa la voglia poi io, con le cilegie ho un rapporto talmente goloso che non penso alle conseguenze.
Il tempo è sempre bello, pedalare in questo scenario è meraviglioso, ogni casa ha il suo giardino pieno di fior e le rose primeggiano ......la mia mente và alla festa della mamma, non ricordando bene la data esatta ne approfitto per fare gli auguri a tutte le mamme della FiocaVenMola e, perdonatemi ma da mammone reo confesso e per niente pentito, mandare un grosso bacio alla mia e alla madre dei miei figli perchè poverina stà facendo anche il papà; e quì metto a posto la mia coscienza di egoista pedalatore asiatico pronto a sognare nuove avventure.

12 maggio lasciamo l'Uzbekistan e alle 11 entriamo in Kirghizstan, come sempre ci vergogniamo un pò a passare davanti alle persone ammassate sotto un sole rabbioso ma, è il volere di militari super armati, e davanti a "cotanta gentilezza", accettiamo nostro malgrado.
Dopo le solite formalità burocratica che, per un timbro, ci vogliono 2 ore, pedaliamo fino ad Osh.
Ieri, con una piccola ed unica porzione di caciucco il mio Toro si è salvato; è triste ma vero, in tutta l'Asia Centrale conoscono solo l'altra sponda, gli odiati pigiami chiamati così dal grande giornalista Gramellini sarà forse perchè la Triade è mongola- asiatica: Moggi un cattivo turkmeno, Giraudo un losco ubzeko e Bettega un mona kirghiso.
Ci aspettano giorni intensi in mezzo alle montagne kirghise con passi oltre i 3500 m ma pianin pianin anduma avanti savoia che la Cina è vicina.
Sicuramente per qualche giorno vi libererete delle mie baggianate in quanto credo, fino a Kaxgar di non trovare nessun internet cafè ma, se vi viene l'astinenza di pirlate gli sms partono e arrivano quindi.........3487050334.
Ciau nehhh.......

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