Dopo un sonno, liberatorio delle tensioni accumulate a Tashkent, lasciamo la capitale alle 7 del mattino e iniziamo a pedalare in una giornata stupenda; cielo terso niente vento e poco traffico.
La strada attraversa prati verdissimi, ogni tanto una macchia rossa di papaveri e qualche mucca al pascolo, danno al paesaggio la sensazione che, in questo tratto della via della seta, sia passato Van Gooh (....ragazzi fate una ricerca, per capire se è passato in bici e dove teneva il pennello).
Senza i carretti ci sembra di volare e in 5 ore arriviamo ad Angren dopo 112 km, guardo l'altimetro e segna 1150 m, a parte il caldo bisso, tipica espressione veronese, non ci siamo resi conto del dislivello.
Domani ci aspetta un passo a 2267 m vedremo se la cosa si ripeterà.
Troviamo una guesthouse carina e, con sommo piacere, ci propongono per cena l'osch, compriamo un "carretto" di birre al bazar e "sponsiamo" sotto la pergola al fresco in una pace francescana.

Oggi 9 maggio siamo a Qoqand, ieri abbiamo fatto il tappone, il Pordoi Uzbeko, 60 km di salita al 10,7 per cento, come segnalato dai cartelli lungo la strada; un lungo drittone poi tornanti che ti lasciano il tempo di ammirare montagne di oltre 3000 m gravide di neve.
Perdo le bave ad individuare canali ripidi di discesa e la mente va al gruppetto di amici scialpinisti di verona, compagni di tante gite.
Cari Giorgio, Riccardo e company, mi dovete promettere che la prossima stagione pesteremo fioca a gogo non mola ma....polvere, polvere e ancora polvere!!
Peccato che non potevamo fotografare liberi in quanto vietato; quanta polizia e quanti controlli ai passaporti.
Siamo vicino al Tagikhistan e i traffici qui intorno, non sono dei più legali.
Qui a Qoqand abbiamo trovato alloggio nell'unico hotel, ci danno la suite lux al prezzo di 16000 sum, 7 euro, evito di descriverla, sopratutto il bagno, per pudore anzi per vergogna.
Domani si va nella valle di Ferghana, dove Gengis Khan ha allestito un accampamento per un milione di persone, speriamo di trovare una tenda lux tutta per noi.
Caro Rene invece di emulare Marco Polo avessimo scelto Onassis non credi ca saria mei?

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