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Sci ripido : Men of the silver mountain
Autore: fedeneg (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 25/03/08 01:18
Notizia riferita al: 25/03/08
Letture: 1182
Sci ripido

Quando ero piccolo dopo le nevicate guardavo sempre fuori dalla finestra, passavo ore ad osservare la coltre che imbiancava le pinete del Colomion e del Melezet e piegava sotto il suo peso i rami degli alberi.
Più a destra, appena oltre il tetto di una casa che avevano costruito da poco su via Melezet, mi appariva una montagna che sembrava diversa da tutte le altre. Ne potevo scorgere solo una piccola porzione, ma le pareti rocciose ed i pinetti che la ricoprivano nei punti deboli tra le rocce catturavano magicamente la mia attenzione. Vista nell’insieme sembrava un panettone, un po’ piatta, probabilmente accessibile senza problemi come ogni panettone che si rispetti. Ma se mi soffermavo sui particolari scorgevo quinte di roccia inattese e grotte gigantesche, colatoi vertiginosi interrotti da salti, pendii e contropendenze che mi facevano stupire di come potesse la neve rimanere attaccata in un posto del genere.
Appena smetteva di nevicare, nell’atmosfera ovattata e lattiginosa sembrava una montagna d’argento.
Forse tutte le montagne dopo una bella nevicata invernale, quando le nebbie si diradano ed il sole sta per penetrare gli strati sempre più sottili e permeabili, sembrano d’argento. Ma tra tutte, la montagna d’argento per me era quella lì.
In questo strano inverno il canale della Falce sembra finalmente in condizioni.
Sono passati 21 anni dall’aprile dell’87, quando insieme ad Ugo Pognante mi avventurai su per quella forra che dopo le nevicate si tinge d’argento.
Mezza vita, se guardo indietro verso quel giorno mi prendono le vertigini. Forse è per questo che preferisco guardare avanti.
Ma oggi proprio non posso. Max e il Guru sono lassù.
Come quando più di vent’anni fa studiavo l’itinerario col binocolo dal soggiorno di casa, anche oggi appena sveglio, per prima cosa, ho preso il binocolo per osservare il canale della Falce.
Erano le 8 e 30 e due puntini si muovevano sulla rampa sospesa.
Sapevo che desideravano scendere la Falce, quindi ieri sera ho insistito non poco. Manco avessi dovuto scendere io.
Quest’anno, e spero solo quest’anno, mi devo accontentare di osservare gli altri.
Dopo tutto l’inverno che la osservo, ora è perfetta, Max è titubante, il Guru non l’ho manco sentito.
Invece no, sono là, che si fanno strada in una trincea di neve farinosa.
È tardi, ma per loro fortuna la temperatura oggi è davvero polare, nonostante un sole splendido.
Andrea Schenone è già andato a ripetere la discesa qualche anno fa, nella parte bassa mancava neve ed ha dovuto togliere gli sci un paio di volte a causa dei passaggi troppo stretti. Andrea mi confermava di passaggi molto ripidi ed esposti.
Chiamo anche Mariateresa, intenta a pulire la cucina, che di montagne e sci non gliene frega nulla.
Le passo il binocolo, le indico dove guardare.
Guarda, sono Max ed Enzo Ala.
Quasi quasi si commuove. È contenta che i miei amici siano nei paraggi, almeno con loro sarò più sopportabile in questo weekend pasquale di schiena bloccata. Mi propone persino di invitarli a mangiare la colomba dopo la discesa. Spera in cuore suo di vedere finalmente il Guru con la camicia rossa a scacchi da dopogita.
Quando il Guru e Max sono ormai sulla calotta esco con Christian. Vado a pian del colle a fare il video, Mariateresa non mi dice nulla e mi lascia al primo colpo senza neanche un timido accenno di lamentela, forse si è commossa veramente a vederli lassù.
Scanocchialo, filmo, foteggio, poi scanocchialo, video, foteggio. Sempre in macchina perché fa un freddo incredibile.
A Christian scappa pipì quando i due stanno per entrare nella lama della falce, il primo punto chiave.
Fortunatamente il bisogno non compromette il video. Devono ancora entrare nella lama.
La neve sembra profonda, pensando alla discesa di oltre vent’anni fa li invidio un po’. Io ed Ugo trovammo un campo di battaglia, il pendio era stato spazzato da scariche di neve, a tratti cosparso di rigole e pallottole ghiacciate.
Porco cane, le batterie mi tradiscono.
Christian, sai che facciamo?
Dimmi papi.
Mettiti la cintura, scendiamo un attimo a Bardonecchia a comprare una cosa.
Le pile, papi? Se vuoi posso raccontarti la storia dei Gormiti.
Quattro Duracell, non quelle più care, ma a me sembrano già care queste. 3 euro e cinquanta ste cazzo di piline. E mi sa che se le ciuccia in un batter d’occhio.
Di nuovo a pian del colle, scanocchialo, zummo e scanocchialo, non mi sono perso nulla.
Quando li ho lasciati erano dietro una quinta di rocce, ora non ne sono ancora usciti.
Spero che non abbiano dovuto togliere gli sci, ma temo che la strettoia ghiacciata oggi non abbia mollato per nulla.
Video foteggio e scanocchialo ancora un po’, Christian si sta visibilmente rompendo le palle.
Penso che in effetti per un bimbo di cinque anni due ore e mezza passate in macchina a vedere il papi che sbinocola, videa e foteggia reiteratamente non sia il massimo.
Mi dice che vorrebbe vedere i suoi fratelli, se per gentilezza lo riporto a casa.
Da una parte sti due che non escono dalle rocce, dall’altra sto moccioso cinquenne che vuole tornare a casa. Mi sento accerchiato.
Cerco di prendere tempo, tra poco arrivano Enzo e Max, così li salutiamo e stiamo un po’ con loro a giocare.
Glielo ripeto ogni volta meno convinto, finché vedo veramente due puntini uscire dal canale.
Sono loroooooooo!!!!!!
Su il finestrino, cinture riallacciate, via verso il fondo di pian del colle.
Ce l’hanno fatta, sono dei grandi.
Finalmente qualche amico che mi ripete le discese.
Sarà che quest’anno è andata come è andata con la schiena, ma mi sento contento come se la discesa l’avessi fatta io…
Eccoli che arrivano.
Viedeo, rivideo, zummo avanti, rizummo indietro, poi continuo a videare.
La festa continua a casa, dove mangiamo un boccone tutti insieme sotto la regia di Mariateresa, e finalmente Christian può iniziare a raccontare la storia dei Gormiti ad Enzo e Max.
Anche loro, come me 20 anni fa, hanno trovato la discesa bellissima, tecnica e difficile. Mi hanno anche dato del matto, ma intanto so che loro lo sono più di me. Altrimenti mica me l’avrebbero ripetuta.
Sul grado sono indecisi tra 5.3 e 5.4, ma mi sembra un dettaglio irrilevante, tant’è che di fronte a queste considerazioni, una volta che la pasta è in tavola, si sente solo più il lieve fruscio delle mandibole coperto dalla vocina di Christian che racconta a noi ed ai suoi fratelli ormai da un quarto d’ora le vicende dei Gormiti.

Video


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Autore Commento
coste
Inviato: 25/3/2008 23:36  Aggiornato: 25/3/2008 23:36
Matricola
Iscritto: 6/3/2007
Da:
Inviati: 18
 Re: Men of the silver mountain
Attenzione Guru, l'ultimo che gli ha dato del "nonnetto" ha rischiato di essere scaraventato giù dal Boshorn !
Di nome si chiama Franco, di cognome Ferro...
Non solo performances, é un grande uomo.
Che peccato non avere condiviso anche con Voi quella mezzoretta al Pian della Regina e esserci solo salutati. Siete un gran bel gruppetto
Ah, se vuoi vederlo all'opera scrivi un msg, il battesimo del ripido l'ha fatto...

Autore Commento
L'alchimista
Inviato: 26/3/2008 12:46  Aggiornato: 26/3/2008 12:46
Guru
Iscritto: 5/10/2006
Da: NO TAV
Inviati: 323
 Re: Men of the silver mountain
Lungi da me dare alla parola nonnetto un significato riduttivo ,certo che a quella età è un gran bel viaggiare .Quando con mio padre scalammo qualche anno fa (lui aveva 67 anni) Il Pilastro di Oscar +la Campia al corno Stella,il ragazzo del rifugio non ci credeva e corse a dirlo a tutti quelli che erano in rifugio così:"Quel nonno ha scalato il Pilastro + la Campia in giornata venendo dal basso" Mio padre non se la prese,in fondo nonno lo era davvero.
Dai che se ci troviamo nuovamente in giro dedichiamo più tempo alla piola.E quando volete unirvi ci manca un bel video che dimostri che il ripido non ha età!
saluti a tutti

Autore Commento
f.senore
Inviato: 25/3/2008 23:19  Aggiornato: 25/3/2008 23:19
Guru
Iscritto: 26/5/2005
Da: Sant'Ambrogio di Torino
Inviati: 279
 Re: Men of the silver mountain
Beh, se può consolarti nel 2003 avevo la schiena inchiodata. Il massimo che riuscivo a fare erano 50 metri di dislivello e mi faceva anche male. Per il resto mi trascinavo come se avessi il famoso manico di ramazza piantato dove puoi immaginare, con grande cautela.

Sono andato in palestra, ho fatto ginnastica con costanza encomiabile (tutto sta nell'essere abbastanza motivati...) e dopo un annetto ho iniziato ad uscirne. Due anni dopo sono andato fino al Lamet (1400 metri di dislivello), a piedi, non sugli sci.
Quest'inverno lo ho passato a tagliare alberi e poi spaccarli a mazzate.

Insomma, la schiena ha una capacità di recupero sorprendente, tutto sta nell'aver pazienza e non lasciarsi deprimere troppo!

Autore Commento
L'alchimista
Inviato: 25/3/2008 17:31  Aggiornato: 25/3/2008 17:32
Guru
Iscritto: 5/10/2006
Da: NO TAV
Inviati: 323
 Re: Men of the silver mountain
Eccolo qui!
Attento che quando ci si lascia andare ai ricordi è peggio che non avere la cintura Gibaud
Devi tenere alto il nome del Ripido tour,Se pensi che siamo partiti nel 2005 con la presentazione del libro fatta dal sottoscritto in stampelle!!
Questa settimana togliti la cintura,rispolvera la parlantina e vedi che è come non ti fossi mai fermato.A me già dicono:"Arrivassimo noi alla tua età a fare le cose che fai tu!" (sciisticamente parlando).Poi troviamo un simpatico nonnetto che a 77 anni scende il 2 dita!! O scopro che Costanzo ha 8 anni più di me e non lo vedo neanche talmente viaggia forte.
Dai Fede non è ancora ora di scrivere un libro di memorie,prepariamoci ad una nuova raccolta di itinerari,provati e scesi insieme.
Sei sempre il mito!!
Grande Guru e grande Max.

Autore Commento
gbona
Inviato: 25/3/2008 11:18  Aggiornato: 25/3/2008 11:18
Guru
Iscritto: 22/11/2006
Da: Sant'Olcese (GE)
Inviati: 237
 Re: Men of the silver mountain
Che bello..
Bravi tutti! Max, Enzo, Federico, Mariateresa e ..Christian!

Autore Commento
thebaz
Inviato: 25/3/2008 9:40  Aggiornato: 25/3/2008 9:40
Matricola
Iscritto: 4/1/2008
Da:
Inviati: 14
 Re: Men of the silver mountain
gran bella storia di montagna e d'amicizia permeata di poesia!
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