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Escursionismo : Anello del Monte Colletto, da Roccasparvera
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 27/12/24 16:45
Notizia riferita al: 12/12/24
Letture: 425

Le prime spruzzate di neve e il freddo pungente consigliano escursioni sui versanti meridionali a quote non elevate. Questa settimana la Compagnia dell'Anello prende spunto da un percorso assai gradito agli appassionati delle ruote grasse: il “Tour della Rocca” - percorso blu - uno dei nove tracciati, per 150 km di strade, sentieri e sterrate, facente parte della rete sentieristica del Bike Park Tajaré. Dicevo prende spunto poiché dei 18 km complessivi noi percorriamo solo la parte dei valloni del Rio San Martino e del Rio di Campogrande sul versante Sud del Monte Colletto.
Parcheggiamo l'auto nell'area adiacente la Cappella-Santuario Madonna delle Grazie di Roccasparvera (700m) – costruzione risalente al 1707 con portico esterno aggiunto nel 1877 - e, zaino in spalla, imbocchiamo la diramazione della Sp 121 (indicazione Tetto Balma Ciapin) che sale in mezzo ai castagneti costeggiando la base Sud-Ovest del Bric Aresino.
Dopo circa un chilometro ignoriamo il bivio della sterrata sulla sinistra, che fa parte del Tour della Rocca e passa nei pressi della borgata Sirol. Lo ritroveremo più avanti, al termine del tratto in asfalto, dove ha inizio la sterrata che tra castagneti ben tenuti, con un lungo traverso, superando l'impluvio del Rio di San Martino, porta nei pressi della borgata Costabella.
Qui, per i biker, ma non solo per loro, c'è da fare una scelta: verso destra “easy way”, percorso facile per arrivare direttamente a Pragudin, verso sinistra “hard way”, percorso più impegnativo che sale al Monte Colletto con successiva ripida discesa (“downhill” per i ciclisti) verso Pragudin.
Noi proseguiamo verso sinistra sulla comoda strada che sale con due tornanti dopodiché un lungo traversone a sinistra semipianeggiate porta al displuvio sul crestone del Becco del Roccas e subito appresso al bivio (1090m) sul crinale che dal Pertus del Colletto sale al Monte Colletto.
Attacchiamo il sentiero di cresta, subito abbastanza erto, per poi raddolcirsi. Scopriremo più avanti che grazie alla sistemazione dei sentieri effettuata dal Bike Park Tajaré, era possibile inserirsi nel sentiero di cresta più avanti, direttamente dalla strada aggirando il tratto ripido.
Giunti sulla parte più elevata del crinale, dopo alcuni saliscendi arriviamo alla croce di vetta del Monte Colletto (1167m) contornata da alberatura che lascia poca visuale panoramica sia sulla sottostante piana di Bernezzo e Caraglio, sia sul versante della Valle Stura. Sul lato meridionale, più avanti, in discesa si apriranno piacevoli finestre panoramiche sulle Alpi Marittime e Liguri.
Dopo le foto di rito riprendiamo il cammino e dopo un “scendisali”, sul sentiero “downhill” cioè da discesa tecnica per le MTB, andiamo a intersecare il percorso facile verso Pragudin.
Ignoriamo la segnalazione indicante sulla destra il sentiero per Tetto della Notte (considerato uno dei migliori sentieri di discesa “flow”, cioè scorrevoli, per le bici fuoristrada) e proseguiamo incontrando poco dopo i primi casolari diroccati di Pragudin o Pratogaudino (1015m), antica frazione di Cervasca di origine medievale composta da 4 borgate: Borgata Soprana, Borgata Sottana, Tetto Cardino e Tetto Cannone.
Il nome, nel passato Pratum Gandini, dove “Prata” indica una zona di recente disboscamento, un terreno reso compatibile con l'allevamento del bestiame e una presenza umana che vive dei prodotti della terra, mentre “Gandini” potrebbe originare dal termine celtico “gad” o “gast” per dire foresta; da tener presente che "Gaudina" è anche un'espressione usata per indicare foreste abitate da predoni.
Si ritiene che i primi insediamenti stabili in Pratogaudino risalgano alla seconda metà del '600, quando la popolazione riprende a crescere dopo la peste del 1630. Le prime rappresentazioni cartografiche del posto risalgono al settecento dove sono censiti i teit, i ciabot, i chiot, i valioni, i serro, piccole catene montuose, le fontane e le croci nei punti più alti. Con l'aumento della popolazione nel XIX secolo, si comincia ad emigrare. Poi viene la guerra. Dopo l'armistizio, quando si formano le bande partigiane, anche Pratogaudino è un posto favorevole per ritrovarsi, Tetto Giordano in particolare.
Dopo la guerra, la vita riprende ma l'equilibrio della piccola comunità non regge all'impatto con gil enormi cambiamenti economici e sociali degli anni 60/70. A valle aprono le prime fabbriche: lo stipendio sicuro garantisce la vita familiare. Il futuro dei figli deve passare attraverso la scolarizzazione e la media unica apre a Cervasca nel 1963.
Poco per volta, tutti scendono e le borgate, piene di vita per tre secoli, si spopolano...
Nel territorio di Pratogaudino, senza le piante che ora stanno ricoprendo tutto, comprese le borgate, c'erano molte coltivazioni: segale, piccoli apprezzamenti di grano e orzo, patate e, ovviamente, castagne. Si raccoglievano funghi e frutti di bosco, nella stagione libera dai lavori, funzionavano i telai da canapa e si allevava prevalentemente bestiame di piccola taglia. Nell'ultimo secolo, si integrava il reddito con i bambini presi a balia e molti, anche le ragazze, scendevano a servizio nei paesi della pianura, lavorando nelle famiglie o nei pesanti lavori di campagna. Ogni borgata provvedeva in proprio a fare il pane e a rifornirsi di acqua. C'erano fornaci per la cottura dei mattoni. C'erano osterie ma non negozi. Per gli acquisti si scendeva in pianura o si attendevano i venditori a domicilio.
Si ipotizza che poco più di cento anni fa qui vivesse una popolazione di oltre 200 persone.
Oggi qui è rimasto un solo abitante: Michael Willemsen, 55enne archeologo belga, che ha deciso di dare una svolta alla sua vita. Nel 2017 è arrivato qui e ha acquistato e ristrutturato la Baita Castagnè. Gli piacciono il bosco e il paesaggio. Dichiara di aver sempre avuto una vocazione contemplativa ed eremitica e si trova in ottima compagnia con la solitudine. Su Instagram si autodefinisce “Anacoreta di @eremodipragudin, nel mondo ma non del mondo, alias Michel de Pragudin, unico abitante del borgo montano di Prato Gaudino (Cuneo)”
Per la pausa pranzo ci fermiamo in una comoda posizione al tepore del sole davanti a quella che fino al 1971 fu la scuola elementare, oggi rifugio escursionistico gestito dal comune di Cervasca, intitolato alla maestra Maria Giulia Mandrile che qui insegnò per molti anni. Il numero massimo di scolari raggiunse all'inizio del secolo scorso le 35 unità mentre alla chiusura, nel 1971, erano rimasti in 5.
Accanto all'ex-scuola negli anni '50 è stata costruita la cappella di San Pietro. Pietro era infatti un nome molto diffuso in Pratogaudino e tutti i Pietro unirono le forze per acquistare la statua del santo, portata in processione alla festa di fine giugno
Più in basso troviamo un pilone votivo con l'interno affrescato nel 1898 da Giuseppe Pocchiola “pittore girovago da Busca” deceduto a Borgo San Dalmazzo nel 1907 all'età di 61 anni.(*)
Iniziamo quindi la discesa verso Roccasparvera su buona sterrata che in breve raggiunge Tetto Gianet e di seguito Tetto Botta dove troviamo la strada transennata probabilmente per evitare il passaggio con mezzi motorizzati.
Proseguiamo pertanto seguendo i tornanti della strada in mezzo al bosco ondeggianti nell'impluvio del Rio di Bosco Grande e, più in basso, incrociamo il percorso del Tour della Rocca in discesa da Tetto della Notte e Tetti Bovo, arrivando in breve sulla provinciale.
C'incamminiamo dal cimitero verso il centro di Roccasparvera trovando l'inizio della Via dei Bolleris, un interessante e curioso percorso che attraverso la porta Vignolo conduce ai ruderi della Fortezza Angioina, ai sotterranei del maniero e al punto panoramico sullo Stura.
Un comodo sentiero permette di scendere sul versante opposto raggiungendo la cappella-santuario Madonna delle Grazie e il vicino parcheggio dove chiudiamo il nostro bell'anello di oggi.
(*) rif. https://www.viverecervasca.it/
Escursione effettuata il 12 dicembre 2024
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da Adriano, Angelo, Barbara, Frank, Franco, Isabella e Maria Teresa
Località di partenza: Roccasparvera – Madonna delle Grazie 700m
Punto più elevato raggiunto: Monte Colletto 1167m
Dislivello cumulato in ascesa: 836m
Sviluppo complessivo del percorso: 13,2 km
Tempo in movimento: 4h
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
percorso interattivo Relive


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 27/12/2024 18:00  Aggiornato: 27/12/2024 18:00
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 728
 Re: Anello del Monte Colletto, da Roccasparvera
Descrizione del percorso: Adriano
Fotovideocronaca: Adriano e Maria Teresa
Tracciato GPS, elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
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