Quando le idee cominciano a scarseggiare, anche perché gli itinerari nelle valli della Granda – possibilmente con anello – sono già stati per la maggior parte esauriti, che si fa? Semplice, si ripete!
Questo venerdì, dopo la rituale escursione del giovedì alle 2 cime Crocetta (Superiore e Inferiore) in quel di Macra, a ranghi ridotti (siamo solo 3) decidiamo di andare alla “conquista” della Cima delle Lose, in Alta Valle Stura, già raggiunta esattamente 10 anni orsono dalla Compagnia dell'Anello; la richiesta, nella fattispecie, è formulata dalla sempre più scatenata ed insaziabile Barbara che, scalati i due “colossi” della zona pochi giorni prima (Monte Enciastraia e Rocca dei Tre Vescovi), vorrebbe completare il trittico con la salita alla predetta vetta. Faremo anche stavolta l'anello, solamente con una piccola variante rispetto alla volta scorsa, come vedremo in seguito.
Zaino in spalla e scarponi ai piedi, iniziamo il cammino dallo slargo adibito a parcheggio, a quota di 1990 metri s.l.m., lungo la strada sterrata (asfaltata fino ad una cinquantina di metri prima) che dal centro dell'abitato di Bersezio s'inerpica verso sinistra (destra idrografica) nel lungo Vallone di Ferrere (o Ferriere) per raggiungere l'omonima deliziosa borgata (bivio a sinistra, poco prima dello slargo già menzionato), e più avanti il Gias e la Bassa di Colombart.
Siamo già al cospetto di ampie superfici a prato-pascolo, vista l'alta quota, con qualche striminzita formazione di stentati larici, che a malapena possono vegetare in questi terreni scarsamente fertili, dove solamente erba ed arbusti riescono a colonizzare simili ambienti; notiamo subito che ancora numerose vacche stanno pascolando la magra erba ormai seccaginosa rimasta dalle scorribande estive di tali animali (e non solo): molto probabilmente sono state concesse delle proroghe, visto il favorevole andamento di questo inizio d'autunno (assenza di nevicate precoci), dal momento che ufficialmente il pascolo montano dovrebbe solitamente aver termine al massimo alla fine del mese di settembre.
C'inoltriamo dunque nell'ampio Vallone già citato, direzione ovest, fino a raggiungere il Gias di Colombart m 2220, dove il largo pianoro è caratterizzato da numerosi acquitrini con una sottile velatura ghiacciata; da qui l'ultimo tratto della sterrata s'impenna fino a terminare alla Bassa di Colombart m 2461, dove una pensilina in legno ospita una piccola e squillante campanella.
La Bassa di Colombart, valico tra il Vallone di Ferrere e il Vallone del Puriac, è una depressione situata ove termina il lungo contrafforte discendente dalla Cima delle Lose; dalla parte opposta, percorrendo un breve tratto di sentiero, si raggiunge il Colle del Puriac m 2506, valico di confine tra Italia e Francia, dal quale si diramano due lunghe catene montuose, comprendenti principalmente le vette della Rocca dei Tre Vescovi e del Monte Enciastraie verso NO, mentre a SE spiccano i Monti Pe Brun e Aiga e la Cima del Bal o Gorgion Lungo.
Ora noi seguiamo una traccia di sentiero che si inerpica in direzione NE fin sotto le ripidi pendici del versante Ovest-SudOvest della Cima delle Lose; praticamente la salita consta di tre lunghe rampe intervallate da due brevi pianori: il primo gradone (che non percorreremo al ritorno) è il più ripido e infido, anche se tutto sommato è il più breve, mentre il secondo e il terzo (quest'ultimo interminabile), sono meno esposti ma più faticosi e disagevoli perché ricoperti dagli sfasciumi tipici della zona (lose, lastroni di ardesia che in tempi non molto remoti, opportunamente sagomati, venivano utilizzati dalle locali popolazioni per una solida nonché perfettamente isolante copertura dei tetti delle case), da cui appunto la denominazione della montagna.
Giunti alfine all'anticima, quasi alla stessa quota della cima vera e propria, ove è stata posizionata una croce in metallo, un percorso di un centinaio di metri, appena al di sotto della cresta (lato Vallone del Puriac), ci porta al punto culminante della Cima delle Lose m 2813, ove alla base del grosso roccione invaso da licheni rossastri, è stata bullonata una targhetta metallica a ricordo.
Il rientro con anello: al termine della discesa dal secondo gradone, un cumulo di pietre indica l'inizio di un sentiero che scende verso oriente in direzione degli impianti di risalita della seggiovia dell'Andelplan; nel 2014 eravamo scesi fino alla piana (inizio seggiovia) per poi obliquare a destra in lungo traverso fino alla strada sterrata nei pressi del Colle Ferrere.
Stavolta invece, individuata dall'alto una traccia di sentiero che va a scollinare nei pressi dei ruderi del P. Andelplan, a quota 2530 circa, l'abbiamo seguita discendendo poi le ripide chine parecchio deteriorate dal calpestìo dell'eccessivo pascolamento dei pesanti bovini, andando ad immetterci nella sterrata, più o meno a metà tra il Gias Colombart ed il posteggio dell'auto.
Escursione effettuata il 11 ottobre 2024
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da Antonio, Barbara e Frank
Località di partenza: Bivio borgata Ferrere 1990m
Punto più elevato raggiunto: Cima delle Lose 2813m
Dislivello cumulato in ascesa: 870m
Sviluppo complessivo del percorso: 12,7 km
Tempo in movimento: 4h
Difficoltà: EE (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
Tracciato gps