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Escursionismo : Viso Mozzo, da Pian del Re
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 20/07/24 11:46
Notizia riferita al: 11/07/24
Letture: 345

Sembra che finalmente le condizioni meteo siano rientrate nella normalità del periodo d'inizio estate, con temperature decisamente più calde e campi di alta pressione con inserimento del tanto famigerato anticiclone africano, che dovrebbe stabilizzare le recenti bizzose condizioni atmosferiche, scongiurando i giornalieri (o quasi) piovaschi o bombe d'acqua, che dir si voglia.
E' quindi l'ora, per i “normali” escursionisti della montagna, di cominciare ad affrontare i mitici “tremila” della Granda, naturalmente quelli facili e tendenzialmente esposti al meridione, stante le particolari condizioni di forte innevamento ancora presenti alle alte quote, a causa dell'anomala stagione invernale (che non c'è stata), e di quella primaverile, che ha ampiamente compensato i lunghi periodi di siccità, scaricando caterve di acqua e neve, assolutamente necessarie a rimpinguare nevai, laghi e corsi d'acqua, ormai ridotti al lumicino.
La programmazione annuale della Compagnia dell'Anello stilava due opzioni per l'inizio della stagione estiva: Tre Chiosis e Viso Mozzo, due “piccoli” e facili 3000; accantonato il primo, in quanto la seggiovia che porta in quota non è ancora in funzione, la scelta obbligata ricade sul Viso Mozzo (anticamente chiamato Visomut o Visolotto, che per la toponomastica, da mout, mut, ha il significato di rilievo a vertice tronco), dirimpettaio del ben più imponente e famoso Monte Viso, l'Everest della Provincia Granda, anche nominato Re di Pietra.
Partenza anticipata da Cuneo, visto il lungo itinerario motorizzato, arriviamo a parcheggiare le auto alla quota m 2020 del Pian del Re, che si raggiunge risalendo l'intera Valle Po, transitando da Paesana, Crissolo e il Pian della Regina.
Il primo breve tratto, scarponi e zaino in spalla, è pianeggiante e ci conduce alle sorgenti del massimo fiume italiano, il Po (Padum per i latini), che da occidente ad oriente attraversa l'intera pianura da cui prende il nome, guadato il quale s'inizia a salire lungo un sentiero (V13) che dirigendosi verso meridione scavalca i primi contrafforti rocciosi, popolati da striminziti larici e da fitte formazioni di ontano verde a portamento arbustivo, fino a giungere alle limpide acque del Lago Fiorenza m 2113 (dal latino florere 'fiorire' fa riferimento alla rinomata bellezza alpina del luogo), in cui già si rispecchia il Re di Pietra a testa in giù.
Superato lo specchio lacustre, il sentiero prosegue nella stessa direzione, salendo a ripidi tornanti per 200 metri di dislivello, per scollinare su una balconata sovrastante l'ampia conca che fa da culla al Lago Chiaretto m 2261 (Chiaretto deve il nome alla colorazione lattiginosa dell'acqua); dopo un breve passaggio esposto (transenne di protezione verso valle), il sentiero prosegue con un ampio aggiramento del lago per poi tagliare diagonalmente le morene della Costa Piatta Gelata (su un grosso masso c'è la scritta “pericolo scariche di pietre”), per cui è possibile optare per una variante un po' più faticosa, scendendo al lago, contornarlo dalla parte opposta e risalire la ripida china fino ad agganciare il sentiero principale, oltrepassando il tratto esposto alle possibili scariche.
Noi, sia all'andata che al ritorno (come abbiamo visto fare alla maggioranza degli escursionisti), abbiamo arrischiato il percorso classico.
Dopo una breve ma faticosa impennata a mezzo di stretti tornanti, il sentiero transita sotto le pendici occidentali della Rocca Trune m 2590, per poi sfociare nell'ampia valle quasi interamente ricoperta da nevai, adducente al Colle del Viso m 2650, che raggiungiamo pestando per più di un km una neve di consistenza primaverile, ben portante e sicura, con tracciato ben marcato dai numerosi escursionisti diretti soprattutto al Rifugio Quintino Sella. Qui ci concediamo una breve sosta per consumare una ricca colazione, in previsione della prossima impegnativa salita alla nostra meta odierna.
Il sentiero dal Colle prosegue costeggiando la sponda NE del Lago Grande di Viso (m 2590), ancora in parte ghiacciato, fino ad arrivare al predetto rifugio Quintino Sella (m 2640), che raggiungeremo poi anche noi per consumare il pranzo al sacco.
Ora, per salire alla vetta del Viso Mozzo, una traccia ben segnalata si dirama a sinistra inerpicandosi lungo le ripide pendici occidentali, costituite principalmente da rocce e sfasciumi, e, dopo 370 metri di faticoso arrancare, eccoci tutti felici e festanti al cospetto della grande (e strana) croce metallica del Viso Mozzo (m 3019), primo tremila dell'anno della Compagnia dell'Anello; purtroppo, in contrapposizione ad una mattinata particolarmente limpida e tersa, ecco le solite nebbie pomeridiane che ci nascondono il Monviso e quasi tutto il resto: pazienza, non si può avere tutto!
Niente anello oggi, già descritto il resto, il ritorno l'abbiamo effettuato lungo l'itinerario della salita, avvolti dalle fitte nebbie, che perlomeno hanno avuto il pregio di mitigare il gran caldo abbastanza anomalo per questi luoghi.
Escursione effettuata il 11 luglio 2024
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da Angelo, Antonio, Franco, Frank, Luisa e Mary
Località di partenza: Pian del Re di Crissolo 2020m
Punto più elevato raggiunto: Viso Mozzo 3019m
Dislivello cumulato in ascesa: 1266m
Sviluppo complessivo del percorso: 17,3 km
Tempo in movimento: 6h 30'
Difficoltà: EE (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
Tracciato gps


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 20/7/2024 12:00  Aggiornato: 20/7/2024 12:00
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 728
 Re: Viso Mozzo, da Pian del Re
Descrizione del percorso: Antonio
Fotocronaca: Antonio e Franco
Tracciato GPS: Franco
Elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
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